Se pensavi che la Via Francigena fosse solo un cammino del Nord Italia, ti sbagli. Esiste un tratto meridionale della Via Francigena che attraversa la Campania, regalando tappe spettacolari ricche di storia, archeologia romana e borghi medievali poco conosciuti. Questo itinerario di circa 86 chilometri attraversa l’entroterra casertano, da Sessa Aurunca fino a Telese Terme, passando per tesori archeologici, criptoportici romani, cattedrali normanne e il maestoso Massiccio del Matese.
Io sono napoletana, nata e cresciuta nella mia città, e devo confessarvi una cosa che mi fa quasi vergognare: nonostante abbia viaggiato in mezzo mondo raccontando destinazioni vicine e lontane, non avevo mai sentito parlare della Via Francigena della Campania. Non ci ero mai stata. Non sapevo nemmeno che esistesse.
E quando l’ho scoperta, quando ho calpestato quei sentieri che attraversano il cuore della mia regione, mi sono chiesta: come ho fatto a non conoscere questa meraviglia fino ad ora? Questo articolo è il diario di una scoperta inaspettata, di un cammino che mi ha fatto innamorare ancora di più della mia terra, passo dopo passo.
La Via Francigena della Campania: una porta verso il Sud che in pochi conoscono
Quando si parla di Via Francigena, la mente corre subito alla Toscana, ai suoi cipressi, ai borghi medievali arroccati sulle colline. Ed è normale, perché è quella la parte più famosa, quella che tutti conoscono.
Ma la Francigena non finisce a Roma. Anzi, da lì ricomincia, e scende verso sud attraversando paesaggi e storie che meriterebbero la stessa fama del tratto settentrionale.
La Campania è una delle regioni attraversate da questo cammino antico e affascinante, un corridoio di storia e natura che ancora oggi conserva l’anima autentica dei pellegrini che, secoli fa, percorrevano queste strade diretti verso i porti della Puglia, per poi imbarcarsi verso la Terra Santa.
Cos’è la Via Francigena: un cammino millenario che attraversa l’Europa
La Via Francigena è uno dei più antichi e importanti itinerari di pellegrinaggio europei. Il nome significa letteralmente “strada che viene dalla Francia” ed è esattamente quello che era: una rete di percorsi che attraversava l’Europa medievale, collegando Canterbury, in Inghilterra, a Roma.
Il percorso classico, quello che tutti conoscono, parte proprio dalla cattedrale di Canterbury e attraversa Francia, Svizzera e Italia, per un totale di circa 1.900 chilometri, toccando città storiche come Reims, Losanna, Pavia, Lucca e Siena, fino ad arrivare a San Pietro, a Roma.
Ma la storia non finisce qui. Da Roma parte un altro ramo, meno conosciuto ma altrettanto affascinante: la Via Francigena del Sud (o Via Francigena Meridionale), che da Roma arriva fino a Santa Maria di Leuca, in Puglia, percorrendo circa 900 chilometri attraverso Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.
Le radici di questo cammino affondano nel Medioevo, quando migliaia di pellegrini si mettevano in viaggio verso i luoghi sacri della cristianità: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme. La Via Francigena era la strada principale per raggiungere la Città Eterna, ma anche per proseguire verso sud, fino ai porti pugliesi da cui ci si imbarcava per la Terra Santa.
Lungo il percorso, si sono sviluppati ospedali per pellegrini, abbazie, chiese, locande e borghi che ancora oggi raccontano quella storia millenaria.
La Via Francigena del Sud: il cammino dimenticato che merita di essere riscoperto
Se la Via Francigena del Nord è celebre e battuta da migliaia di camminatori ogni anno, quella del Sud è ancora avvolta in un silenzio quasi magico. È un cammino meno turistico, meno segnalato, meno conosciuto, ma proprio per questo ancora più autentico.
La Via Francigena del Sud si snoda attraverso paesaggi rurali, borghi sospesi nel tempo, siti archeologici poco frequentati e sentieri immersi nella natura. Non troverai file di pellegrini con i loro bastoncini da trekking, né albergues affollati. Troverai invece la quiete, l’accoglienza genuina dei piccoli paesi, e quella sensazione di essere un vero viandante, non un turista.
Il tratto campano è particolarmente speciale perché attraversa una terra ricca di stratificazioni storiche: Aurunci, Sidicini, Romani, Longobardi e Normanni hanno lasciato tracce indelebili in questi luoghi. Da Sessa Aurunca, porta d’ingresso della Campania sulla Via Francigena del Sud, il cammino prosegue verso Teano, Alife e Telese Terme, regalando ai pellegrini un viaggio attraverso oltre duemila anni di storia.
E io, che credevo di conoscere la Campania come le mie tasche, mi sono ritrovata a camminare con gli occhi spalancati dalla meraviglia.
Ma vediamo nel dettaglio quello che è stato il mio itinerario di viaggio.
Il mio cammino in Campania, tappa per tappa
Tappa 1: Sessa Aurunca – Teano (15,37 km)
La partenza da Sessa Aurunca, la porta della Campania
Sono partita da Sessa Aurunca, la porta d’ingresso della Campania, ai confini con il Lazio. L’avevo sentita nominare tante volte, ma non c’ero mai stata prima. Eppure questo borgo antico è una meraviglia: la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è un capolavoro di stratificazioni architettoniche, con il suo portico cosmatesco che ti accoglie come un abbraccio di pietra.
Da qui parte il cammino vero e proprio, ed è stato un inizio dolce, quasi affettuoso. 15 chilometri non sono molti, ma abbastanza per entrare nel ritmo lento del camminare. Il sentiero attraversa campagne coltivate, uliveti e vigneti, fino a quando, all’improvviso, ti ritrovi a calpestare l’antico basolato della Via Adriana.
Quel basolato romano, consumato da secoli di passi, è stato uno dei momenti più emozionanti del cammino. Camminavo e pensavo: “Qui sono passati soldati romani, mercanti, pellegrini medievali… e ora ci sono io”. Una sensazione indescrivibile.
L’arrivo a Teano e la visita della città
Teano mi ha colpita. Non me lo aspettavo. È uno di quei borghi che non compaiono nelle guide turistiche mainstream, eppure conserva una stratificazione storica incredibile che merita di essere scoperta con calma. E così, una volta arrivata a Teano, mi sono fermata per visitare la città e i suoi tesori nascosti.
Cosa vedere a Teano:
Museo Archeologico Teanum Sidicinum
Una tappa imperdibile per chi ama la storia antica. Il Museo Archeologico Teanum Sidicinum, ospitato nel complesso tardo-gotico del Loggione e Cavallerizza (XIV secolo), racconta oltre tremila anni di storia del territorio sidicino.
L’esposizione segue un percorso cronologico e tematico con oggetti votivi provenienti dai santuari della zona, statuette, vasellame, ceramiche miniaturistiche ed ex voto raffiguranti animali e prodotti della terra.
Ma il vero gioiello del museo è il mosaico dell’Epifania (datato 375 d.C.), considerato la più antica rappresentazione su mosaico dei Re Magi in Italia. Un capolavoro che da solo vale la visita.
Il mosaico fu ritrovato in un sarcofago contenente le spoglie mortali di due donne, madre e figlia, appartenenti alla nobile famiglia Geminia. Le scene raffigurate mostrano i Re Magi che portano doni a Gesù Bambino, con una ricchezza di dettagli e una vivacità di colori che, dopo oltre 1600 anni, continuano a emozionare.
Duomo di San Clemente
Dopo il museo, mi sono diretta verso il Duomo, la Cattedrale di San Clemente (o San Giovanni ante Portam Latinam), un edificio che racchiude in sé strati di storia sovrapposti, edificato sopra la Tomba di San Paride. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Duomo fu oggetto di pesanti bombardamenti che distrussero gran parte della struttura. La ricostruzione post-bellica ha cercato di ripristinare l’aspetto romanico originale.
All’interno, l’atmosfera è solenne e carica di storia. Nel presbiterio domina uno straordinario crocifisso ligneo trecentesco, trovato inaspettatamente sotto le macerie dei bombardamenti e attribuito da studiosi come Raffaello Causa e Roberto Longhi a Oderisi da Gubbio, allievo di Giotto.