La Cgil che insegue l'Usb e si allontana dalla Uil, cambia la sua vera missione - Partito Socialista Italiano

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di Nautilus

Da qualche anno la Cgil si è sdoppiata. È una scelta non dichiarata ma oramai consolidata. Esiste la Cgil delle categorie e la Cgil di Roma. Alle categorie sono delegati i problemi settoriali e, quando è il momento, la gestione dei contratti nazionali. Che infatti, di regola, sono sottoscritti anche dalle Cgil delle varie categorie, salvo quello del Pubblico impiego sul quale è caduto il veto da Roma: non si firma. Anche se le condizioni non sono affatto disprezzabili. La Cgil non firma perché la controparte è il governo. Dunque un contratto nazionale a valenza politica. Sotto la tutela dell’”altra Cgil”. Quella di Roma, con il segretario che decide la “linea” grazie alla tacita divisione del lavoro. La Cgil di Roma si è ritagliata un ruolo di rappresentanza del “sociale” (il mondo un tempo collaterale al Pci e alla sinistra Dc, dall’ Arci all’Anpi fino alle Acli) con un’ambizione politica. Ecco allora scattare il referendum sul Job act: è finito così male che è stato archiviato in quarantott’ore. Ecco, le mobilitazioni per la pace, sacrosante se concentrate e non trasformate in uno stato di agitazione permanente per un soggetto sindacale. E qui arrivano i problemi. Sul terreno della mobilitazione politica l’Usb, il sindacato che intende rappresentare le unità di base, ha dimostrato di avere sensori più attrezzati. Ha convocato un primo sciopero generale per la pace, la mobilitazione è andata bene e a quel punto la Cgil ha “dovuto” indire un “suo” sciopero generale, che non è andato bene. L’ Usb a quel punto ha indetto uno sciopero generale contro la Legge di Bilancio e Maurizio Landini, a ruota, non ha escluso uno sciopero generale sullo stesso tema. Una linea radicale che isola la Cgil da quelli che sono stati i suoi compagni di strada – Cisl e Uil – negli anni delle conquiste sociali più rilevanti. In particolare dalla Uil, guidata da Pierpaolo Bombardieri che in questi anni ha fatto da battistrada su temi rilevantissimi, come gli incidenti sul lavoro, ma che – senza toni polemici – ha detto che “con Landini serve una pausa di riflessione”. La Cgil resta un baluardo sui posti di lavoro che dovrebbero restare l’habitat naturale per un soggetto chiamato sindacato.

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