CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Mozione n. 89
ORRÙ – DESSENA – LOI, sul sostegno alla stabilizzazione del personale precario del CNR e degli enti pubblici di ricerca e valorizzazione del sistema della ricerca in Sardegna.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) è il principale ente pubblico di ricerca italiano per il quale lavorano circa 12000 unità, 4000 delle quali precarie, con sedi e istituti distribuiti sul territorio nazionale e impegnati in numerosi ambiti strategici per lo sviluppo scientifico e tecnologico del Paese;
– in Sardegna operano istituti e unità territoriali del CNR attivi in settori cruciali per l’Isola, tra cui:
a) biomedicina, neuroscienze e tecnologie applicate alla salute;
b) ambiente, biodiversità terrestre e marina, ecosistemi mediterranei e cambiamento climatico;
c) geologia, rischio idrogeologico e gestione del territorio;
d) agricoltura, sistemi agroalimentari, patologie delle piante e qualità delle produzioni;
e) tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), supercalcolo e modellistica numerica, anche attraverso il ruolo strategico dell’infrastruttura HPC di livello internazionale presente nell’Isola (per esempio centri collegati a CNR, CRS4 e rete regionale dell’innovazione);
f) tecnologie per l’energia, materiali avanzati e processi per la transizione ecologica;
– gli istituti del CNR in Sardegna collaborano con le Università di Cagliari e Sassari, con enti territoriali (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS), la protezione civile, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA), l’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna (FoReSTAS)), con aziende sanitarie, con il sistema produttivo agricolo e agroalimentare, con il sistema delle imprese innovative e con i poli tecnologici regionali, contribuendo alla crescita scientifica e allo sviluppo sostenibile dell’Isola;
– molti progetti attivi sul territorio sardo sono stati finanziati negli ultimi anni tramite risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che hanno generato nuove infrastrutture, opportunità occupazionali e rafforzamento della competitività regionale, ma una quota significativa del personale impiegato tramite tali fondi è in scadenza entro il 2025-2026;
CONSIDERATO che:
– il precariato nel CNR costituisce un problema strutturale a livello nazionale, coinvolgendo migliaia di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi. In Sardegna, come altrove, una parte rilevante (circa il 30 per cento) di lavoratrici e lavoratori opera da anni in condizioni di incertezza e senza prospettive di continuità occupazionale, nonostante competenze altamente qualificate;
– la scadenza dei contratti finanziati da fondi straordinari rischia di interrompere attività scientifiche essenziali per la Sardegna: monitoraggio climatico e ambientale, tutela del patrimonio naturale, prevenzione degli incendi e del dissesto idrogeologico, ricerca biomedica, innovazione agricola, sviluppo di tecnologie energetiche e digitali;
– l’articolo 1, comma 591 della legge 30 dicembre 2024, n. 207 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027), ha previsto fondi per la stabilizzazione del personale precario del CNR ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 (Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi degli articoli 16, commi 1, lettera a), e 2, lettere b), c), d) ed e) e 17, comma 1, lettere a), c), e), f), g), h), l) m), n), o), q), r), s) e z), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), c.d. legge Madia, ma tali risorse risultano insufficienti a rispondere alle esigenze nazionali e regionali;
– la perdita di competenze formate in Sardegna comporterebbe un grave danno per il sistema dell’innovazione regionale, che dipende dalla presenza di personale altamente specializzato per sostenere filiere strategiche quali: ambiente, salute, agroalimentare, energia, cultura digitale e gestione sostenibile del territorio;
TENUTO CONTO che:
– la Sardegna ha individuato nella conoscenza, nell’innovazione tecnologica, nella digitalizzazione e nella valorizzazione delle competenze scientifiche, uno dei pilastri della propria strategia di sviluppo;
– la continuità delle attività di ricerca pubblica richiede stabilità occupazionale, programmazione pluriennale e tutela delle professionalità;
– il sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori precari del CNR e degli enti pubblici di ricerca è coerente con l’interesse generale della comunità regionale e con le politiche europee e nazionali di rafforzamento del capitale umano della ricerca,
impegna la Presidente della Regione
1) a esprimere pieno sostegno al personale precario del CNR e degli enti pubblici di ricerca operanti in Sardegna, riconoscendone il ruolo strategico per lo sviluppo dell’Isola;
2) a farsi portavoce presso il Governo, il Ministero dell’università e della ricerca e il Parlamento affinché siano stanziate nella prossima legge di bilancio risorse aggiuntive per consentire l’applicazione integrale dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017 (legge Madia) e la stabilizzazione del personale avente i requisiti;
3) a sostenere in conferenza delle regioni la richiesta di un piano nazionale straordinario di stabilizzazione del personale precario degli enti pubblici di ricerca, anche valorizzando le professionalità acquisite attraverso i progetti ottenuti con diverse fonti di finanziamento nazionali ed europee, tra cui il PNRR;
4) a istituire un tavolo regionale permanente con CNR, università sarde, ARPAS, aziende sanitarie, enti territoriali, parti sociali e rappresentanze del personale, per monitorare le scadenze contrattuali, i fabbisogni occupazionali e la continuità dei progetti strategici;
5) a valorizzare le sedi e le attività del CNR in Sardegna come nodi strategici dell’ecosistema regionale dell’innovazione, rafforzando le sinergie con enti territoriali, imprese, distretti tecnologici, poli di innovazione e strutture sanitarie;
6) a promuovere iniziative pubbliche di informazione sul valore della ricerca e sul contributo delle competenze presenti nell’Isola, sensibilizzando sull’importanza di superare la condizione di precariato nella ricerca pubblica;
7) a trasmettere la presente mozione al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’università e della ricerca, ai Presidenti delle Camere, al Presidente del CNR, ai Rettori delle Università degli Studi di Cagliari e Sassari, ai parlamentari eletti in Sardegna e ai direttori degli enti pubblici di ricerca operanti nell’Isola.
Cagliari, 11 dicembre 2025