Inizia il 15 dicembre Effetto Jane Austen. E si conclude sette giorni dopo, il 22. In mezzo, ci sono le vite e le giornate di Amelia, Emma, Dubois, Archie… e tutti i protagonisti che spero abbiate imparato ad amare nel romanzo. Come ho fatto anch’io e come rifaccio in questi giorni pre-natalizi.
Dopo Effetto Jane Austen, il mio Natale non sarà mai più lo stesso. E non perché io abbia scoperto che certe tradizioni come quella dell’albero o del bacio sotto il vischio siano di epoca Regency, ma perché io per prima mi sono interrogata su cosa il 25 dicembre rappresenti per ognuno di noi: una festa pagana? Un rito religioso? Un’occasione di mondanità e di socialità? Un momento di condivisione intima e famigliare? Una ricorrenza fastidiosa o peggio una triste memoria?
Ho sfogliato il mio album di famiglia: ci sono io negli abiti baby del mio primo Natale, nel 1971. E via via io con mio fratello sotto l’albero, con i miei cugini intorno alla mia prima bici, i miei nonni a tavola, gli zii… Gli inizi della mia “esistenza”. Già, il Natale ci riporta tutti all’infanzia: è quella data che torna ogni anno a ricordarci che siamo ancora vivi, che siamo nati e possiamo rinascere ogni volta. Non a caso è la celebrazione della Natività. E la Natività non è solo un fatto biologico, la Natività avviene ogni volta che ci concediamo la possibilità di generarci in una nuova forma: siamo il bambino, diventiamo ragazzi, infine adulti. E poi madre e padre, o soltanto zii, nonni, prozii, amici, colleghi. Presenze in presenza. Ecco, ogni Natale ci presentiamo a ri-prenderci e scambiarci il dono della vita.
È il nostro check collettivo: come stai, come stiamo. Cosa siamo e cosa facciamo da qui in poi, da questo Natale al prossimo. Con l’augurio di ritrovarci ancora e ancora.
Ecco perché, contrariamente alla tendenza di non organizzare eventi o presentazioni nel periodo natalizio, questa volta ci sarò nelle biblioteche e nelle librerie. Di persona. A festeggiare il viaggio di Effetto Jane Austen, certo. E soprattutto il duecentocinquantesimo compleanno di Jane Austen, il 16. Incontriamoci alive, come dicono gli Inglesi. Dal vivo, come diciamo noi Italiani. Perché siamo vivi e abbiamo un cuore che batte.
Dove? A Gorgonzola, il 14 . A Milano, il 16 (a proposito, prenotatevi a questo link). A Legnano, il 17.
Diamoci cuore. Insieme.
Buon Natale dal cuore vivo