Stories Under 18 maschile
16 Dicembre 2025
Alla vigilia dell’Europeo di Belgrado Marco Sodini l’aveva detto: “Cosa ho chiesto di più ai miei giocatori in questi giorni? Di tenere alto il ritmo, chiaro che la componente tattica sarà importante in tutte le partite ma se riusciamo a tenere elevata l’intensità possiamo interpretare la nostra pallacanestro più efficace”. Correre quindi ma sempre con giudizio: così questa Under 18 poteva andare lontano.
E in effetti è andata lontano, fino al bronzo continentale che per alcuni dei ragazzi ha costituito la terza medaglia di fila nei tornei riservati agli Under. Una continuità di risultati pazzesca per questo gruppo, ottenuta giocando un basket spettacolare, offensivo ed equilibrato, con difese asfissianti e tante galoppate in contropiede. Tutto questo, peraltro, dovendo fare i conti con infortuni prima e durante il torneo, che hanno costretto il ct a rivedere i suoi piani iniziali anche in corso d’opera. In questi casi la differenza la fa aver stabilito principi solidi a cui tutti si rifanno ed è esattamente ciò che è accaduto. In più Patrick Hassan, Achille Lonati, Diego Garavaglia, Matteo Accorsi e Mattia Ceccato c’erano l’anno scorso al Mondiale Under 17, in generale è un gruppo cresciuto insieme e questo contribuisce tanto.
Le tre partite del girone alla Stark Arena sono accomunate da un filo rosso: gli azzurrini impiegano qualche possesso per prendere le misure agli avversari, poi ingranano le marce alte e salutano la compagnia. Si soffre a rimbalzo? E che problema c’è: si tengono alte le percentuali di tiro e il problema è risolto; in più si forzano così tante palle perse che il numero di possessi altrui crolla. È così con la Germania, è così con la Bulgaria, è così con Israele: il divario medio rifilato alle avversarie è di 27 punti. L’ottavo di finale con l’Austria va esattamente nella stessa direzione: una difesa feroce su ogni pallone manda in tilt gli austriaci che cercano disperatamente un tiro anche solo vagamente buono, senza riuscire a trovarlo.
Ai quarti la banda di Sodini si trova di fronte la Serbia padrona di casa. Ed è battaglia per un quarto e mezzo, poi gli azzurrini subiscono un parziale di 18-5 che rappresenta a conti fatti il momento peggiore del torneo fin lì. C’è da stringere i denti, c’è da compattarsi, ci sarebbe bisogno che i “veterani” si prendano la squadra sulle spalle. E Hassan risponde presente: c’è la sua mano nel rientro repentino che rimette a posto le cose e allo stesso tempo dà una gran spinta a tutta la squadra. L’Italia vola, la Serbia sgomita e prova a farsi rivedere negli specchietti ma Lonati piazza cinque triple di fila che spezzano i sogni di gloria altrui e fanno brillare quelli azzurri. È semifinale contro la bestia nera.
Due anni prima lo scontro in finale dell’Europeo U16 si risolse a favore della Spagna. Stavolta la sfida arriva un turno prima e con due squadre che hanno sbaragliato la concorrenza a suon di tanti canestri fatti e pochi subiti. Noi prediligiamo di più il gioco esterno e il tiro da 3, loro hanno il punto di forza nel pitturato di entrambe le metà campo. Il primo quarto è una sinfonia azzurra: difesa asfissiante e transizioni fulminee ci danno un cospicuo vantaggio. Poi però a prendere il sopravvento è il predominio iberico sotto i tabelloni: con i rimbalzi offensivi la Spagna si costruisce parziali su parziali e se Hassan è ispirato, Lonati e Garavaglia sono imbrigliati dal lavoro difensivo avversario. Gli spagnoli scappano e non li prendiamo più.
La sconfitta brucia, inutile girarci intorno. C’è però una medaglia da prendersi contro la sorprendente Lettonia che gioca un basket sbarazzino e a tratti incosciente ma che spariglia le carte. Più volte gli azzurri provano a scappare ma senza esito perché i lettoni sembrano avere mille vite e rientrano sempre a contatto. Alla fine la spallata a cui non c’è replica arriva all’inizio del quarto periodo: tripla di Accorsi del +14, arrivederci e grazie. È bronzo, ampiamente meritato.
In nove giorni sette partite di alto profilo con sei larghe vittorie e un bronzo al collo. Un bilancio positivo ma nelle parole di Sodini c’è soddisfazione anche per altro. “Nei primi giorni di raduno a Roma, anche a fronte degli infortuni che ci hanno privato di pedine importanti, ci siamo guardati negli occhi e detto che senza una difesa di altissimo livello non avremmo avuto chance per competere con le squadre più forti d’Europa. Così, dall’aggressività della nostra difesa prendiamo l’energia che ci permette di essere così fluidi ed efficaci in attacco, credo che traspaia la nostra felicità di giocare insieme”.
Sì coach, eccome se si è vista!
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