Migrazioni e sicurezza con Frontex

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Ufficio Policy Focsiv – Si sposta sempre di più l’attenzione politica verso la sicurezza. E anche le migrazioni vengono comprese nella politica di sicurezza piuttosto che in quella per lo sviluppo sostenibile. Di conseguenza il mandato di Frontex è in fase di revisione in un contesto di ‘minacce ibride e tecnologiche in evoluzione’ come scrivono Charles Cohen e Nicoletta Ionta di Euractiv in EU capitals eye Frontex revamp with AI tools and new border force | Euractiv

L’UE sta silenziosamente considerando un cambiamento importante nel ruolo di Frontex, con le capitali che esaminano se il futuro corpo permanente dell’agenzia debba includere operatori di droni, unità di monitoraggio cibernetico e squadre di sorveglianza alimentate dall’IA, secondo nuovi documenti di discussione del Consiglio visti da Euractiv.

Due note dalla Danimarca, attuale detentrice della presidenza rotante del Consiglio dell’UE, datate 25 novembre, invitano le capitali a dichiarare se vogliono che l’agenzia europea di controllo delle frontiere vada oltre i tradizionali compiti di guardia di frontiera e sviluppi capacità tecniche specializzate – dal rilevamento delle frodi documentali all’uso di sistemi aerei senza pilota per il monitoraggio in tempo reale – in vista della revisione del regolamento Frontex prevista per il 2026.

Corpo fisso per cosa?

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha triplicato il numero permanente del personale dell’agenzia fino a 30.000 entro il 2027 nelle sue linee guida politiche dello scorso anno. Ma le capitali restano poco convinte. A tal fine, la Danimarca si chiede di quali capacità le capitali dell’UE abbiano più bisogno: più risorse umane o attrezzature tecniche. I reclutati dall’agenzia potrebbero supportare i paesi UE con la sorveglianza con droni, frodi documentali e lotta alla criminalità organizzata, si legge nella nota.  

Frontex potrebbe anche vedere il suo mandato esteso per aiutare i paesi con la sicurezza informatica e l’intelligenza artificiale “in vista delle minacce ibride e tecnologiche in evoluzione”, anche se il documento non specifica quali potrebbero essere le applicazioni esatte.Euractiv ha riportato il mese scorso che il blocco stava già esplorando piani per conferire alle guardie di frontiera UE i poteri di assistere nella sorveglianza dello spazio aereo e nella protezione delle infrastrutture critiche.

 Le capitali stanno anche discutendo la creazione di una nuova forza di gestione delle frontiere composta da personale nazionale formato da Frontex per essere schierata in “situazioni straordinarie”. Non è ancora chiaro se la nuova categoria venga conteggiata all’interno di un corpo permanente triplicato. L’ambito del nuovo mandato potrebbe cambiare ulteriormente, a causa della “natura in continua evoluzione delle minacce” ai confini esterni dell’UE, sottolineano i documenti.

L’esecutivo UE sta anche valutando un ruolo più ampio per Frontex nelle operazioni di ritorno e nella cooperazione con i paesi partner al di fuori del bloccoha detto Magnus Brunner, responsabile dell’UE per la migrazione. Euractiv ha già riferito a settembre che l’agenzia potrebbe persino assumere compiti come l’organizzazione dei trasferimenti di migranti tra stati non UE, cosa che le regole attuali non permettono.

Chi controlla Frontex?

Con l’agenzia in procinto di espandersi nuovamente, i governi discuteranno anche un rimpasto dei poteri ai vertici dell’agenzia, inclusa l’istituzione di un organismo di valutazione esterno per verificare per la prima volta le sue operazioni. 

L’attuale regolamento Frontex conferisce già al Parlamento Europeo, al Consiglio e alla Corte dei Conti significativi poteri di bilancio e di supervisione.  La gestione quotidiana è concentrata nelle mani del direttore esecutivo e di un consiglio di amministrazione che svolge più di 30 compiti statutari, ma opera senza alcun organismo preparatorio formale che coinvolga tutte le capitali dell’UE. 

La Danimarca sta anche valutando la creazione di un nuovo meccanismo di valutazione dedicato a Frontex – cosa che oggi non esiste – e un riequilibrio dei poteri tra il consiglio di amministrazione e il direttore esecutivo.

La supervisione dei diritti fondamentali aggiunge un ulteriore livello di complessità. L’attuale quadro ufficiale per i diritti fondamentali, con 40 monitori e un meccanismo di reclami e il potere previsto dall’articolo 46 di sospendere le operazioni, è sostanziale sulla carta ma irregolare nella pratica, spingendo alcune delegazioni a riflettere sulla necessità di salvaguardie più rigide e applicabili prima che Frontex assuma nuovi compiti nella prossima revisione.

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