Palazzi di Torino in saldo per imprese sociali: il Comune offre «sconti» a chi fa impresa sociale.
I palazzi di Torino vengono venduti al miglior offerente, ma solo per una “buona causa”. Nel corso dei primi mesi del 2026, il Comune di Torino dovrebbe approvare una delibera che cambierà la conformazione ed il prezzo di quei bandi di gara su aree ed edifici dismessi spesso inutilizzati. Il prossimo anno, il Palazzo Civico potrà stabilire due prezzi per le vendite o le concessioni: uno che corrisponde al valore di carico nel bilancio patrimoniale e l’altro, “scontato” fino al 30 al 40 percento per le offerte con un impatto sociale significativo.
Fino a ieri, questo processo era limitato agli immobili acquistati da organizzazioni benefiche, come nel caso dell’ex asilo di via Alessandria, acquistato dal Sermig. Da domani, potrebbe interessare un numero maggiore di persone. Tutto ciò senza rischiare l’intervento dei magistrati contabili, che è la vera ragione per cui alcuni immobili dismessi non possono essere alienati, perché il prezzo del mattone pubblico non può essere abbassato.
Un modello di co-decisione
L’approvazione dell’Ordine dei Commercialisti sul modello di valutazione di impatto proposto dal Comune di Torino ha aggiunto un elemento in più per l’adozione definitiva di tale sistema che porterà ad un cambiamento significativo. A questo parere seguirà un passaggio in Corte dei Conti. La vice sindaca Michela Favaro sottolinea che oggi è possibile imprimere una svolta nella gestione del patrimonio pubblico, sottolineando che altri Comuni seguiranno il modello di Torino. In effetti, la Città ha sviluppato un innovativo modello di calcolo computazionale. Tale modello è capace di valorizzare (ai fini dell’attribuzione della vittoria dei bandi) gli obblighi – di chi formula l’offerta – che non hanno diretta valenza monetaria, ma impatti sociali ed ambientali positivi. In altre parole anche se l’offerta non è quella economicamente più vantaggiosa, può risultare vincitrice del bando se contiene sufficienti impegni verso il benessere collettivo. Il modello di calcolo computazionale è stato sviluppato grazia anche ad un progetto di ricerca finanziato dalla Compagnia di San Paolo, Camera di Commercio, Fondazione Cottino ed esperti dei due atenei torinesi. Questo modello è il primo in Italia a valutare gli effetti sociali e ambientali delle obbligazioni non monetarie assunte dall’operatore economico nell’offerta.
Alcuni commenti
«In sostanza c’è uno sconto per chi presenta progetti di rigenerazione che hanno un impatto sul bene comune. Un bel passo in avanti per le tante aree dismesse e senza compratori», commenta Guido Bolatto, segretario della Camera di Commercio. «Il risultato è fortemente innovativo nel panorama delle misure di contabilità pubblica — spiega Mirella Caramazza di Cottino Social Impact Campus — e permette di valorizzare economicamente l’impatto sociale promesso da chi si candida a gestire immobili pubblici».