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23 Dicembre 2025

Abbiamo intervistato Aurora Scotti e Paola Zatti, le curatrici della bella mostra milanese su Pellizza al GAM.

Albe puntiliste, tramonti divisionisti, brume che sembrano trine di pennellata in pennellata, paesaggi incantanti di una Padania ancora ignara di svincoli e capannoni, per noi quindi ora inedita e anche quasi esotica. E poi, idilli agresti ma cattolici e già anche un po’ sociali, le aie e le greggi, le morticine in bianco, le speranze deluse e le passeggiate amorose – sempre con pecore e agnelli nei dintorni… Eccoci all’accogliente mostra che la GAM, la Galleria d’Arte Moderna di Milano dedica a I Capolavori – Pellizza da Volpedo” dopo il ritorno alla Villa Reale del Quarto Stato.

Ma prima di arrivare alla grande opera celebre di Pellizza, qui peraltro completa di studi e bozzetti preparatori, il visitatore avrà avuto modo di scoprire la dolcezza di una pittura che evita il calligrafismo in virtù della sua carica affettiva, della sua partecipazione tutta visiva a un paesaggio, a una luce e a un’antropologia: i ritratti sono pochi ma quegli sguardi quelle posture, quella imbarazzata solennità dei modelli dicono davvero tutto su una plebe che nel Quarto Stato si fa popolo e, vogliamo esagerare?, classe.

A curare la mostra sono Aurora Scotti e Paola Zatti, la prima responsabile e direttrice scientifica dei Musei del Pellizza, la seconda conservatrice responsabile della GAM, che abbiamo intervistato nel video più sotto. Le due esperte firmano anche la curatela del ricco catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore, che alle belle riproduzioni accompagna apparati di sommo interesse e utilità per il visitatore che voglia approfondire e contestualizzare. Oltre ai saggi delle curatrici, dunque “Oltre il Quarto Stato: una mostra necessaria”, di Zatti, e “Giuseppe Pellizza: una vita per l’arte”, di Scotti), Sergio Rebora firma “Centonovantasette sottoscrittori per il Quarto Stato. Una mappa sociologica”, mentre Francesco Guzzetti è autore di “Pellizza nel Novecento: origini e sviluppo di una (s)fortuna”. Completano il volume le “Schede delle opere”, a cura di Andrea Sorze, che firma anche la bibliografia, e il lungo saggio sulle “Fotografie d’archivio” di Pierluigi Pernigotti, che assieme a Melissa Raspa ha redatto anche la biografia.

La mostra è aperta fino al 25 gennaio 2026 e con lo stesso biglietto, chi ancora non la conoscesse, può scoprire le ricche collezioni della GAM, da Segantini a Previati, da Tranquillo Cremona a Silvestro Lega, su fino a Fattori, a De Nittis, a Boldini, ai Manet e Van Gogh e Cézanne della collezione Grassi, ai De Pisis e ai Morandi per non direi dei Matisse e dei Picasso della collezione Vismara.