Prof. Giorgio Costantino: "L’obiettivo è garantire una presa in carico chiara e sicura fin dall’ingresso in Pronto Soccorso"
Grazie anche a una donazione dell’Associazione Italiana Emoglobinuria Parossistica Notturna (AIEPN), fortemente voluta dal suo presidente Dott. Sergio Ferini Strambi, il Policlinico di Milano sta sviluppando un progetto volto a migliorare la gestione dell’accesso al Pronto Soccorso per i pazienti con emoglobinuria parossistica notturna (EPN) e altre emoglobinopatie, specie quelli in trattamento con gli inibitori del complemento che, in situazioni di infezioni o di emolisi massive, possono essere ancora più esposti. Ce ne ha parlato il prof. Giorgio Costantino, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza del Policlinico di Milano.
UN PRONTO SOCCORSO A MISURA DI PAZIENTE FRAGILE
“I pazienti con EPN – spiega il prof. Costantino – rientrano in una categoria di persone con un rischio evolutivo importante e necessità particolari. Come per altri pazienti immunodepressi, anche una febbre lieve può rappresentare un segnale d’allarme e deve essere gestita tempestivamente. Tuttavia, il pronto soccorso può risultare un luogo dispersivo e creare un senso di abbandono, specialmente per chi è abituato a un’assistenza continuativa presso centri specializzati. L’obiettivo del nostro progetto è garantire un percorso chiaro e sicuro fin dall’ingresso in PS”.
“Per i pazienti EPN – commenta il dott. Sergio Ferini Strambi – è un sogno che diventa realtà, realizzato grazie all’accoglimento della richiesta fatta dalla nostra Associazione al dott. Marco Giachetti, Presidente del Policlinico di Milano, che si è dimostrato profondamente sensibile verso le nostre istanze”.
DALL’IDENTIFICAZIONE ALLA PRESA IN CARICO: IL PERCORSO DEDICATO
Il primo step fondamentale riguarda il triage. “Abbiamo lavorato per migliorare il riconoscimento immediato di queste patologie – prosegue Costantino – e assicurarci che i pazienti ricevano una prioritizzazione adeguata. Per esempio, un paziente immunodepresso con febbre deve essere visto rapidamente, con un codice arancione, e non rischiare attese prolungate come potrebbe accadere a una persona senza questa vulnerabilità”.
Una volta identificata la condizione del paziente, entra in gioco un sistema di protocolli condivisi tra il pronto soccorso e gli specialisti in ematologia. “Nel nostro ospedale – aggiunge Costantino – abbiamo la fortuna di avere un ematologo reperibile 24 ore su 24. Questo significa che possiamo garantire una consulenza tempestiva nei casi più complessi. Tuttavia, il primo intervento spetta sempre al medico di pronto soccorso, che deve stabilizzare il paziente e attivare il percorso più adatto, coinvolgendo in un secondo momento l’ematologo e, se necessario, il centro di riferimento del paziente”.
NUOVE STRUTTURE PER L’ISOLAMENTO E UN’ACCOGLIENZA PIÙ SICURA
Un altro punto cruciale del progetto riguarda l’isolamento dei pazienti immunodepressi. “Grazie a finanziamenti già previsti, stiamo ristrutturando il nostro Pronto Soccorso per includere tre stanze singole con pressione positiva e negativa, dedicate a pazienti che necessitano di isolamento. Inoltre, verrà realizzato un box urgenza che permetta la gestione sicura anche dei casi critici”.
Il contributo dell’AIEPN servirà a completare queste strutture con le attrezzature necessarie. “I fondi – chiarisce Costantino – potranno essere impiegati per dotare le stanze di monitoraggi avanzati, telecamere per il controllo da remoto e altri strumenti fondamentali per la gestione di questi pazienti. Inoltre, investiranno sulla formazione del personale, affinché il percorso di presa in carico sia sempre più efficace e condiviso tra pronto soccorso ed ematologi”.
UN MODELLO DI GESTIONE REPLICABILE
Il progetto del Policlinico di Milano potrebbe rappresentare un modello per altre strutture. “L’idea – conclude il prof. Costantino – è creare un protocollo standardizzato che possa essere adottato anche in altri ospedali. Questo garantirebbe una gestione più sicura e uniforme per i pazienti con EPN o altre emoglobinopatie, ovunque si trovino a dover accedere a un Pronto Soccorso”. Un passo concreto, quindi, per migliorare la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti più fragili, grazie alla collaborazione tra associazioni di pazienti e strutture sanitarie.