Auguri, Libera! - Azione Cattolica Italiana

Compatibility
Save(0)
Share

A trent’anni dalla nascita di Libera, il suo impegno continua ad essere un faro di speranza e di giustizia. La lotta alla mafia è ancora lunga, ma è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere. Perché la legalità non è un’opzione: è il fondamento di una società davvero libera. Ecco perché l’Azione cattolica è parte di Libera, è Libera:

La mafia è la negazione dei diritti e della libertà

Le mafie sono la più grande minaccia alla libertà e alla dignità di una società. Non hanno onore né coraggio, non conoscono umanità. Colpiscono con viltà persone inermi, senza esitazione, per difendere il proprio potere criminale. La loro violenza non si limita a chi si oppone consapevolmente, ma travolge chiunque diventi un ostacolo ai loro interessi: magistrati, giornalisti, imprenditori onesti, uomini e donne delle istituzioni, semplici cittadini.
Le mafie si infiltrano ovunque: nel tessuto economico, nelle amministrazioni pubbliche, nelle istituzioni, avvelenando la società. Controllano mercati e risorse, falsano la concorrenza, riciclano denaro sporco in attività legali, speculano su rifiuti tossici, droga, traffico di esseri umani e corruzione. Sono un cancro che minaccia non solo la sicurezza, ma il futuro delle prossime generazioni.

La lotta alla mafia è una responsabilità di tutti

Affrontare la mafia non è solo una questione di giustizia: è una necessità fondamentale per la libertà di ciascuno. Non è un problema che riguarda solo lo Stato, la magistratura o le forze dell’ordine. È un impegno che deve coinvolgere ogni cittadino, perché la mafia prospera nell’indifferenza e nell’assenza di reazione.
La battaglia contro le mafie è un dovere morale e civile, ma anche un’esigenza concreta per costruire una società giusta, in cui ognuno possa realizzare il proprio futuro senza dover sottostare a ricatti, minacce o favori. La mafia si nutre di paura, omertà e rassegnazione: spezzare questo meccanismo significa restituire dignità alle persone e ai territori.

I progressi dello Stato e l’importanza della repressione

Negli ultimi decenni, l’Italia ha compiuto passi avanti significativi nella lotta alle mafie. Grazie al sacrificio di uomini e donne dello Stato, sono state varate leggi più efficaci, colpiti i patrimoni mafiosi, introdotte nuove fattispecie di reato e rafforzate le indagini. Le forze dell’ordine e la magistratura hanno ottenuto successi importanti, dimostrando che combattere la mafia è possibile.
Ma la mafia non è sconfitta. Continua a infiltrarsi nell’economia, nella politica, nel tessuto sociale, adattandosi e cambiando volto. Accanto alla repressione, è necessario prosciugare i terreni in cui prospera: corruzione, clientelismo, inefficienza amministrativa, mancanza di lavoro e servizi. La lotta alla mafia non è solo arrestare boss e sequestrare beni: è costruire una società più equa, in cui legalità e giustizia siano valori concreti e vissuti.

La resistenza civile e il ruolo della società

Se oggi la lotta alla mafia ha raggiunto risultati impensabili fino a qualche decennio fa, è grazie anche alla consapevolezza dei cittadini. La cultura dell’omertà è stata scossa dalla voce di chi non ha più paura. Le associazioni, come Libera, hanno avuto un ruolo decisivo nel trasformare la memoria delle vittime in impegno quotidiano.
Dove un tempo dominava il silenzio, oggi ci sono giovani che scelgono di esporsi, scuole che insegnano la legalità, imprese che rifiutano il pizzo. È un cambiamento fondamentale, ma fragile: non deve essere dato per scontato. Serve un impegno costante per rafforzare questa crescita culturale, soprattutto nell’educazione. La scuola è il primo luogo in cui si costruisce il senso civico e il rifiuto della mentalità mafiosa.

Il ricordo delle vittime come impegno per il futuro

Dietro ogni nome inciso nelle lapidi delle vittime innocenti della mafia, ci sono storie di persone strappate alla vita, famiglie distrutte, sogni spezzati. Il dolore dei loro cari è il dolore di tutta la società. Non possiamo dimenticare, né permettere che il loro sacrificio sia vano.
Come diceva Giovanni Falcone, “la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo”. Non bastano le leggi, le indagini, le sentenze. Serve un cambiamento profondo, che coinvolga tutti: istituzioni, cittadini, scuole, imprese. Solo così potremo costruire una società libera dalla paura e dal ricatto mafioso.

Contact details
Redazione