Avviata la contestazione dell’ENPA (European Newspaper Publishers’ Association, associazione europea degli editori di giornali), contro Google per aver condotto un test sul valore dei contenuti giornalistici nel Vecchio Continente.
Il test, considerato dagli editori come “unilaterale”, sperimentava la diffusione e la ricezione degli articoli in Europa. Tuttavia non teneva conto dell’impatto economico e della libera diffusione delle notizie.
Una sperimentazione antidemocratica
Google può davvero decidere quanto vale l’informazione europea? Con quali parametri viene stabilito ciò e quanta la trasparenza? Questo il cuore della questione per l’ENPA che si ritrova a combattere contro un test sperimentale del colosso americano.
Annunciato a novembre scorso, non sembra essere stato giustificato o almeno spiegate le modalità agli editori coinvolti. I responsabili di diverse testate europee, infatti, dichiarano che il test è stato “imposto unilateralmente, non notificato e democraticamente inaccettabile”. Eppure, Google ha proceduto con i suoi piani, che consistevano nel non mostrare a 2 milioni di utenti casuali, circa l’1% del traffico giornaliero, prodotti editoriali da Google News, Search e Discovery.
Secondo gli editori, con questa mossa Google ha solo ricordato il suo titolo da gatekeeper. “Piuttosto che cercare di fornire informazioni significative sul reale contributo della stampa europea al successo di Google, l’azienda ha valutato il valore dei contenuti della stampa sulla base di criteri e parametri non trasparenti stabiliti da e per se stessa”, gli editori hanno scritto nella contestazione ufficiale.
In un momento in cui Google riesce a fornire informazione grazie ai contenuti online dei giornali, coibentare le notizie e decidere cosa far venire a galla nel mare magnum di news online è una strategia antidemocratica.
Tra servizi guidati da Intelligenza Artificiale, parametri non trasparenti, nessuna autorizzazione né tanto meno remunerazione per i giornali, gli editori si considerano assediati.
Equità ed economia: per Big G sono arbitrarie?
Non rimane altro agli editori che difendersi tramite l’ENPA: “Le azioni unilaterali e antidemocratiche di Google nell’ambito del suo esperimento hanno minacciato la sostenibilità finanziaria di una stampa libera europea e l’hanno esposta a danni inaccettabili nell’economia digitale”.
Google risponde dicendo che i giornali europei stanno “sopravvalutando” il valore dei contenuti. Risposta che va a minare anche la possibilità di equa retribuzione per le testate, oltre che il libero accesso alle notizie. L’ENPA quindi chiede se la società tech può davvero “ostacolare a piacimento” la distribuzione delle notizie, oscurandole.
Già la Francia aveva fatto sentire la sua voce contro le big tech. Poche settimane fa, infatti, si era schierata sul diritto d’autore e sul “parassitismo” economico delle grandi piattaforme.
L’associazione degli editori pretende infine che “un simile esercizio di leva brutale si ripeta mai più. Pertanto, gli editori di giornali europei invitano i responsabili delle decisioni dell’Ue ad adottare misure urgenti e complete per ritenere Google pienamente responsabile delle sue azioni in conformità con i principi democratici, utilizzando tutti i meccanismi disponibili ai sensi del diritto dell’Ue”.
Articolo di T.S.
L’articolo ENPA vs Google: test “unilaterale” su valore contenuti giornalistici proviene da Notiziario USPI.