Lisa Noja: “Serve un cambio di passo”. Un esempio virtuoso arriva dal progetto "Il Concerto che Vorrei"
L’accessibilità agli eventi dal vivo rappresenta ancora oggi una sfida complessa. Nonostante esistano iniziative volte a promuovere l’inclusione, come il primo “Manifesto per eventi dal vivo accessibili”, molte barriere continuano a escludere una parte del pubblico.
La Consigliera Regionale della Lombardia Lisa Noja, tra i promotori del Manifesto, evidenzia la necessità di misure concrete per garantire a tutti la possibilità di fruire della musica e di tutti gli eventi dal vivo senza discriminazioni.
“Alla Camera dei Deputati – spiega Lisa Noja, Consigliera della Regione Lombardia e già Deputata della XVIII Legislatura – pende una proposta di legge sul tema e, come Comitato Live For All, abbiamo lavorato a un pacchetto di emendamenti presentati dal gruppo parlamentare di Italia Viva. Proposte concrete che, finalmente, porterebbero l’Italia ad allinearsi agli standard di accessibilità adottati in altri paesi da anni. Inspiegabilmente, il testo giace fermo da mesi in Commissione cultura. E così, siamo alla vigilia dell’inizio di una nuova stagione di grandi concerti e, ancora una volta, alle persone con disabilità sarà negato il diritto di fruirne come tutti gli altri. Basta, in un paese civile è intollerabile. Occorre un cambio di passo. Perché prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità a cui si appartiene è un diritto inviolabile riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nessuno deve più accettare che in Italia quel diritto sia costantemente calpestato quando si tratta di spettatori con disabilità”.
UN ESEMPIO VIRTUOSO: IL CONCERTO CHE VORREI
Se la strada per un cambiamento strutturale è ancora lunga, esistono però realtà che dimostrano come l’accessibilità possa diventare una pratica concreta. Tra queste c’è “Il Concerto che Vorrei”, un progetto partecipativo promosso da KeepOn Live, l’associazione di categoria dei live club e dei festival italiani, con il supporto del Ministero della Cultura e BAM! Strategie Culturali.
Nato nel 2022, il progetto ha l’obiettivo di migliorare l’accessibilità degli eventi live, ponendo al centro tre pilastri fondamentali: gender balance, inclusione sociale e diversity. Attraverso una mappatura dei bisogni di pubblico, artisti e operatori del settore, KeepOn Live ha lavorato per sviluppare soluzioni concrete e replicabili.
Uno dei risultati più significativi di questo percorso è la realizzazione di due strumenti pratici:
- kit di buone pratiche, disponibile gratuitamente online, raccoglie linee guida, case study e consigli basati su esperienze nazionali e internazionali. Questo strumento offre supporto agli organizzatori di eventi per migliorare la comunicazione, progettare spazi accessibili e raccogliere feedback utili;
- kit di comunicazione, riservato ai live club e ai festival associati a KeepOn Live, fornisce materiali pronti all’uso per rendere la promozione degli eventi più inclusiva.
Tra le soluzioni promosse dal progetto figurano strumenti innovativi come i giubbotti vibranti, che permettono alle persone sorde o con disabilità uditive di percepire la musica attraverso le vibrazioni, e l’adozione di menù facilitati per migliorare l’esperienza del pubblico con esigenze specifiche.
DAI DATI ALLA PRATICA
Il percorso di “Il Concerto che Vorrei” è stato caratterizzato da una ricerca approfondita sul campo. Nei primi due anni, il team di KeepOn Live ha condotto un tour nei principali festival e live club italiani, collaborando con realtà come Equaly, Csv Milano e UILDM per raccogliere dati e testimonianze dirette. Questo lavoro ha portato alla pubblicazione di un glossario dedicato alle terminologie dell’inclusione e dell’accessibilità, alla stesura di report dettagliati e all’organizzazione di quattro concerti pilota in alcuni dei più importanti spazi musicali italiani: I Candelai a Palermo, Monk a Roma, Robot Festival a Bologna e Santeria a Milano.
L’esperienza di questi eventi ha dimostrato che rendere la musica dal vivo accessibile non è solo una questione di inclusione, ma un valore aggiunto per tutta la comunità. Creare spazi senza barriere, migliorare la comunicazione e adottare soluzioni innovative contribuisce a rendere i concerti più coinvolgenti e accoglienti per tutti.
“Ezio Bosso – ricorda ancora la consigliera Noja – diceva che la musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme. Per questo escludere dalla fruizione piena dei concerti e dei live un pezzo di umanità significa rendere quegli eventi meno belli, perché escludenti. Sono, dunque, importantissimi i progetti che in questi anni hanno sperimentato e dimostrato che realizzare eventi dal vivo paritari e non discriminatori è non solo possibile, ma anche arricchente. Ora, però, è il momento di portare a sistema tutto questo lavoro, con norme chiare e cogenti che garantiscano sempre, per ogni live, i diritti delle persone con disabilità”.
Se il “Manifesto per eventi dal vivo accessibili” rappresenta un passo importante verso il riconoscimento del problema, progetti come “Il Concerto che Vorrei” dimostrano che il cambiamento è possibile quando si lavora in modo partecipativo e pragmatico.
L’auspicio è che iniziative come questa possano diventare un modello replicabile, favorendo un cambiamento culturale più ampio e sistemico.