Hanno circolato molto poco, anzi troppo poco, le immagini di Carlo d’Inghilterra che butta le braccia al collo di Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food. Abbraccio per niente protocollare tra due vecchi amici e (detto di un re fa sorridere) compagni di lotta. Pionieri dell’ambientalismo, dell’agricoltura sostenibile, del cibo sano e a giusto prezzo, il loro abbraccio è quello di due attivisti che hanno condiviso molte battaglie, con un fitto scambio di pensieri, scritti, idee, proposte politiche. Da Terra Madre alle migliaia di orti in Africa. E il fatto che di queste e altre cose si sia parlato, almeno in Italia, infinitamente meno che delle più trascurabili beghe di partito e di corrente, contribuisce a spiegare perché, della politica, si abbia una così scadente opinione.

Per entrambi i Carli si spera non sia spendibile l’epiteto cretino di radical chic, come si usa fare quando non si sa cosa pensare e cosa dire delle persone che spendono se stesse, senza tornaconto, in battaglie culturali e civili così rilevanti. Uno dei due di cognome fa Windsor e per mestiere fa il re della Gran Bretagna, l’altro è figlio di una ortolana e un ferroviere, ha fondato un movimento mondiale e una università.

Michele Serra, da L’amaca di domenica 13 aprile 2025
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