La convincente vittoria con l’Ucraina, innescata da un primo quarto da 27-5, ha permesso alla nostra Nazionale Under 20 di chiudere al secondo posto il girone di qualificazione dell’Europeo di Creta. Agli ottavi di finale i ragazzi di coach Alessandro Rossi affronteranno l’Islanda 14,30 per un posto tra le prime otto e, dopo l’intervista a Ferrari e Marangon, abbiamo ascoltato impressioni ed aspettative degli altri dieci atleti del roster Azzurro.
Fratelli d’Italia: David Torresani e Giacomo Zanetti
Le prime due partite del girone di qualificazione dell’Europeo Under 20 a Creta sono arrivate quasi in concomitanza con gli impegni conclusivi dell’Under 18 Femminile alle Canarie; due giornate emozionanti e a forti tinte Azzurre in casa Torresani e Zanetti. David Torresani, fratello maggiore di Nicole, arriva a questo Europeo reduce dalla prima vera stagione in Serie A (56 punti complessivi a referto) con la maglia della Nutribullet Treviso, dove nella prossima stagione, anche nel club come già accaduto in Nazionale, sarà alle dipendenze di coach Alessandro Rossi. Ma nelle settimane precedenti ai propri impegni in Azzurro, il playmaker della Nutribullet ha anche trovato tempo e modo per seguire la sorellina dal vivo in un paio di amichevoli di inizio raduno a Montegrotto Terme: ”In famiglia mi dicono essere un po’ un punto di riferimento per lei e mio fratello Aaron, abbiamo un rapporto che ci porta spesso a parlare di quello che accade in campo e cercare di darle dei consigli utili, per questo non è stato facile andare via di casa e salutare la famiglia molto presto, ma dopo aver sentito la mancanza nei primi tempi, poi è diventato tutto più semplice”. Dopo un paio di stagioni di apprendistato, per David un campionato da nove minuti di media e la scelta di consolidare il suo percorso di crescita restando a Treviso per un’altra stagione :”Dopo essermi solo allenato per i primi due anni, adesso ho cominciato a capire il sistema dei “grandi” e credo che poter stare in campo dipenda soprattutto dall’approccio che si ha in allenamento, la squadra è cambiata poco in queste due stagioni, così ho potuto sfruttare i consigli dei vari Bowman, Harrison ed Olisevicius. Ho cercato di prendere spunto da loro su qualunque aspetto ed ho avuto modo di conoscere anche come si lavori a questa età oltre oceano”, chiude l’unico italiano ad aver partecipato per la seconda edizione consecutiva all’Eurocamp di Treviso.
Giocatore interno come la sorella, ma col vezzo del tiro da tre punti (37% in stagione, 2/2 all’esordio contro il Belgio) Giacomo Zanetti è nato a Schio, ovvero in una delle piazze storiche del basket femminile, prima di spostarsi a 14 anni a Cremona e chiudere le giovanili a Borgomanero, la stessa trafila per la quale anche la sorella Marianna ha lasciato casa a 16 anni: ”Giochiamo nello stesso ruolo, ma le dico sempre che è più forte lei, non so se siano giusti o meno i consigli che le do, ma di certo andando via di casa ha trascorso dei momenti che io ho stesso vissuto un paio d’anni prima e le possono servire da esperienza”, conferma il giocatore, che vestirà ancora la canotta di Treviglio anche nella prossima stagione. Un campionato solido di B Nazionale (quasi 11 punti per gara nei playoff) e qualche trucco del mestiere rubato a Sandi Marcius lo rendono senz’altro pronto all’impatto con la rassegna continentale: “Di certo questo aiuterà da un punto di vista tattico, nelle scelte e nelle letture, per il resto dobbiamo farci trovare pronti all’intensità del gioco e ai ritmi alti che sicuramente troveremo”.
Dalla Robur a Masnago, passando per Dubai: l’esplosione di Elisee Assui
Un fratello maggiore – Sofo, ala/centro di solida esperienza in B e C – è stato lo stimolo ad iniziare a giocare a basket per Elisee Assui, esploso letteralmente nella seconda parte di stagione in Serie A con Varese (20 minuti di media dalla seconda di ritorno): ”Ho iniziato vedendo giocare mio fratello con la Robur e mi confronto con lui su ogni scelta da prendere, perché ne apprezzo la sincerità di dire esattamente quello che pensa per il tuo bene, anche se alla fine la decisione è sempre la mia”, esordisce l’atleta rigenerato dall’arrivo a Masnago di coach Kastritis: ”E’ stato un tecnico che mi ha dato tante opportunità ed ha avuto il coraggio di mettermi in campo anche a questo livello, senza guardare in faccia a nessuno” prosegue Assui, che ha avuto modo di disputare l’Adidas Next Generation Tournament 2024 con Dubai: ”Non avevo idea di quanti talenti ci fossero in giro per il mondo, un’esperienza in più utile a capire come costruire a propria strada verso il professionismo: dipende dalle opportunità che si creano, ma bisogna cercare di fare le cose essenziali, anche piccole, che siano funzionali alla vittoria finale della squadra”.
Bassano la prima tappa per coltivare un sogno: Leonardo Valesin e Charles Atamah
Due significative esperienze all’estero, prima verso la Spagna per un torneo e anni più avanti per una parte di campionato in Germania, le ha vissute ben presto anche Leonardo Valesin, mvp a 14 anni di un torneo giocato con la canotta del Real Madrid dopo essere stato notato nelle fila Caorle, ancor prima di trasferirsi a Bassano: ”Era una squadra fortissima, con cui abbiamo vinto tutte le partite nettamente, i miei genitori da Caorle venivano spesso a trovarmi a Bassano perché ero piccolo e pensavano potessi stare male, ma è stata un’esperienza bellissima sin dal primo anno”, ricorda il playmaker fresco di firma con l’Assigeco Piacenza, a consolidare una militanza nel mondo dei senior iniziata a soli 16 anni. Dopo un non fortunato inizio di stagione a Bonn, infatti, nel 2022/23, undici anni dopo il fratello maggiore Gianluca, Leonardo approda in B Nazionale a Ruvo di Puglia:”In Germania si percepisce subito un impatto culturale differente e quando sono andato via, sono arrivato in un luogo del sud Italia accogliente e caloroso come Ruvo di Puglia, soprattutto per me che avevo 16 anni. Giocare con la senior rende più furbi e scaltri, un aspetto che mi porterà ad attenuare la differenza la fisica e l’intensità con i nostri coetanei avversari, che ci aspettiamo essere certamente molto alta”.
A Bassano, partendo da Prato, è approdato anche Charles Atamah, un altro atleta nato e cresciuto in una famiglia di sportivi, ma nella quale il basket non è stato esattamente il primo amore. Annoiatosi abbastanza in fretta con il calcio, Charles raccoglie lo stimolo della sorella maggiore Princess a provare con il volley, la stessa disciplina che coinvolge anche Divine, la terzogenita della famiglia:” Era la palestra più vicina alla scuola”, confessa il giocatore della Orange1, che però viene “adescato” ben presto da Cosimo e Tommaso, due compagni di classe a dir poco ingolositi dalla prospettiva di mettere le indubbie qualità fisico – atletiche di Charles a disposizione della propria squadra di basket. Eppure “il primo allenamento è stato un disastro, la palla sbatteva contro il tabellone e tornava indietro”, sorride Atamah, che però non molla e passa interminabili giornate (e nottate) al campetto, insieme a cinesi e filippini: ”E’ incredibile pensare ciò che il basket possa insegnarti non solo col pallone in mano”, un arricchimento culturale esploso definitivamente giocando e girando il mondo con la canotta di Bassano: ”Siamo stati a New York, a Tenerife, in Grecia e ho visto per la prima volta il Colosseo, ma devo solo risolvere un problema: scatto tantissime foto e non so quali cancellare per liberare la memoria”.
Prima la Dinamo, poi la Nazionale: i ritorni di Stefano Trucchetti
Sull’aereo per la Grecia, tre anni dopo l’Europeo del 2022 (Under 16 chiuso al 6° posto) con coach Mangone, c’è salito anche Stefano Trucchetti, uno dei tanti Azzurri consci ben presto di dover lasciare casa e affetti per inseguire un sogno. Divenuto famoso per una partita da 92 punti proprio contro la “sua” Dinamo ai tempi dell’Under 13, Stefano ha fatto le valigie prima destinazione Desio (con gratitudine particolare alla tutor Katia Frigerio), poi per un ultimo anno a Borgomanero, intraprendendo ben presto un cammino simile a quello di un altro regista che, partito da Sassari, è arrivato a prendersi le chiavi della Nazionale maggiore: ”E’ una scelta che rifarei mille altre volte se dovessi avere l’opportunità di salire su un aereo come mi hanno permesso i miei genitori a quell’età, un’avventura fantastica nata anche dalla consapevolezza di dover andar via molto presto se avessi voluto giocarmi una chance importante per il futuro” ricorda “Trucco”, per il quale l’estate scorsa è arrivato anche il momento di percorrere la tratta inversa. La chiamata della Dinamo stavolta vale il debutto in Serie A con la canotta vestita sin da bambino ed un high di 7 punti in 19’: “E’ stato un premio per me e la mia famiglia, visti i sacrifici che hanno sostenuto, questa stagione mi ha fatto respirare aria di professionismo soprattutto sotto l’aspetto caratteriale. Giocare davanti ai propri tifosi è un privilegio e permette di essere un esempio per i gli atleti più piccoli, ai quali direi di vivere ogni attimo con umiltà, senza sentirsi mai arrivati e sapendo di aver dato sempre tutto”.
Finali Nazionali, vittoria nella Reyer Cup e primi punti in Serie A: Pietro Iannuzzi ed un’annata da ricordare
Al pari del regista sardo, ci sono un altro paio di compagni della spedizione Azzurra che hanno calcato il parquet e messo a referto anche i primi punti in Serie A, oltre che aver trascinato le proprie squadre alla Finali Nazionali di categoria: Pietro Iannuzzi e Mattia De Martin. Nato a Torino, ma arrivato già a 14 anni in foresteria alla Reyer, Pietro è reduce da una stagione ricca di soddisfazioni giovanili:”Siamo grandi amici, oltre che compagni e questo si è tradotto in una buona annata sul parquet, che ci ha portato a ben figurare alla Next Gen e chiudere tra le prime otto in Italia” ammette l’esterno di Venezia, tra l’altro vincitore, al terzo tentativo, della Reyer School Cup. Commenta così, l’atleta di origini piemontesi, la manifestazione organizzata dal club granata, che mette di fronte, in campo e sulle tribune, gli istituti superiori di Venezia e provincia:”Un torneo bellissimo, non solo per l’opportunità di giocare al Taliercio di fronte a 4.000 persone, ma anche per l’esperienza formativa che si vive nell’organizzare ogni aspetto che permetta alla scuola di partecipare all’evento”.
Ha iniziato a giocare quasi per caso Mattia De Martin, merito di una coperta con un lupo bianco e blu che il fratello maggiore Niccolò aveva ricevuto come regalo dalla sua società d’appartenenza e che deve essere piaciuta particolarmente all’ala lo scorso anno in forza Vanoli Cremona. Partito da casa a 12 anni, Mattia arriva a Brescia e resta attratto ben presto dal modo di allenarsi dei giocatori professionisti ammirati da adolescente: ”Vedere allenarsi giocatori di Serie A e come intendessero seriamente quello che per noi era ancora un gioco ha subito colto la mia attenzione”, conferma l’atleta passato poi da Bergamo, per un periodo di quattro anni, intervallato da una stagione a Bassano: ”Non è stato facile all’inizio, ma condividere spazi e ambienti con giocatori giovani dell’Atalanta mi ha permesso di attribuire anche il giusto valore ai compensi che loro guadagnavano già così giovani”. Nel frattempo, tra un canestro e l’altro distribuiti tra Under 19 d’Eccellenza e B interregionale (11.1 ppg), anche per Mattia è arrivato il momento di esordire nella massima serie e segnare i primi tre punti contro Tortona: “E’ completamente un’altra storia, Payton Willis è stato il compagno più esperto e disponibile a darmi consigli prima, durante e dopo l’allenamento: ho un ottimo rapporto con lui, ci teniamo contatto e si tiene informato anche su quale sarà la mia prossima destinazione”.
In volo con l’Aquila: Theo Airhienbuwa
Non si sposterà più di tanto Theo Airhienbuwa – sono meno di 100 i km che separano Verona da Trento – che dopo averla già vestita nella scorsa Next Gen, tornerà ad indossare la canotta dell’Aquila per debuttare anche nella massima serie. Di papà nigeriano e mamma veronese, Theo ha manifestato una forte predisposizione per le materie umanistiche nella maturità appena conseguita, nonché verso aspetti psicologici e motivazionali utili ad utilizzare nella maniera corretta anche il rapporto con i social: ”Una dimensione difficile da ignorare del tutto, ma che va vissuta con distacco e senza preoccuparsene più di tanto, imparando a gestire la pressione soprattutto quando si finisce un po’ più sotto i riflettori”, spiega l’ex Scaligera, che ovviamente non mette in secondo piano l’impegno sportivo :”L’ obiettivo primario resta migliorare come giocatore e fare uno step in avanti nel mio percorso, sperando di avere continuità in campo per potermi guadagnare opzioni importanti anche in futuro”.
L’entusiasmo del debuttante: Andrew Osasuyi
Non è ancora certa la prossima avventura di Andrew Osasuyi, che nel frattempo debutta in una competizione ufficiale con la Nazionale, forte dei notevoli progressi dimostrati in pochi mesi nel salto dalla DR1 alle Finali Nazionali con Borgomanero: ”E’ stata un’emozione enorme giocare con ragazzi di cui avevo solo sentito parlare, ma senza neanche conoscerli direttamente”, annuisce l’atletico giocatore cresciuto in una piccola società di Novara, laureatosi anche mvp dei quarti di finale (22 punti e 15 rimbalzi) delle finali tricolore di Roma:” Ci sono arrivato grazie ad un allenamento duro e costante ed alla possibilità che, pur non essendo forse ancora pront