Stories Under 16 maschile
08 Agosto 2025
Il debutto nell’Europeo Under 16 di Tbilisi è fissato per oggi alle 16.30 contro la Romania ed in avvicinamento alla rassegna georgiana siamo andati a conoscere meglio i primi sei dei dodici atleti convocati da coach Giuseppe Mangone, reduci dalla vittoria nel torneo di Bassano.
IL PRIMO SCUDETTO DI TRENTO: MARIO MACHETTI E ALESSANDRO ALBA
Lo scudetto che aveva sfiorato e visto sfuggire due volte negli ultimi due anni, sempre nei minuti finali con Milano, Mario Machetti stavolta lo conquista in una domenica di giugno sul parquet di Chiusi. Il titolo Under 17 è il primo nella storia dell’Aquila Trento e Machetti lo vince giocando quasi in casa, a pochi chilometri da quella Siena che due anni fa aveva lasciato per approdare in bianconero: ”Ero inizialmente un po’ dubbioso, ma la prima volta che ho potuto visitare le strutture e conoscere Marco Crespi sono stato sicuro della mia scelta e che sarei voluto venire a Trento – ricorda Mario – perché è molto chiara la fiducia che la società ripone nei giovani, il percorso fatto da Saliou Niang, il progetto costruito su suo fratello Cheichk ( nelmiglior quintetto delle finali) e l’inserimento costante di Patrick Hassan nei 12 della Serie A ne sono prove evidenti”.
Così, dopo due secondi posti – Under 15 nel 2024 e Under 19 nelle recenti finali giocate a Roma ad inizio Maggio – il ragazzo cresciuto nel vivaio del Valdelsa Basket ha potuto finalmente cucirsi lo scudettino sul petto, analizzando con estrema lucidità quali siano stati i momenti decisivi per la conquista del tricolore: ”E’ stato fondamentale il quarto di finale con Tortona (del vice coach Azzurro Vanni Talpo, ndr), una partita che ci ha dato molta fiducia e ha cambiato direzione ad un percorso nel quale fin lì avevamo fatto fatica – racconta il play dell’Aquila – da quel momento abbiamo cominciato a difendere con maggiore intensità e di conseguenza giocato meglio anche in attacco, costruendo un bel vantaggio contro una squadra forte che poteva impensierirci. Abbiamo avuto lo stesso positivo approccio in semifinale anche con Ferrara, ma reputo quella con Tortona la partita decisiva per il prosieguo del nostro cammino”.
Non solo settore giovanile, però, per Machetti, che nel corso della stagione ha potuto ben presto assaporare anche il clima della prima squadra e vivere, durante la stessa, un momento decisamente speciale: “All’inizio dell’anno non immaginavo neanche che avrei potuto allenarmi con la prima squadra ed essere aggregato per il ritiro di Cles, è capitato anche a causa di alcuni infortuni ed è stato speciale, perché mi ha dato modo di conoscere anche all’esterno del campo i compagni più adulti, per quella che reputo essere l’esperienza più importante che abbia vissuto nel mondo della pallacanestro”. E il 14 gennaio arriva anche il momento dell’esordio ufficiale, nella partita casalinga di Eurocup contro Ulm, futura squadra del Bronzo europeo Under 18 Diego Garavaglia: ”L’ho scoperto con una chiamata di coach Crespi di ritorno da scuola, dicendomi di presentarmi al palazzetto alle sei. Pensavo di dover fare riscaldamento e basta, di dare un cinque ai giocatori, ma negli spogliatoi coach Galbiati è stato chiaro, mi ha detto di tenermi pronto e che avrei potuto giocare qualche minuto”. La partita si mette subito bene a favore di Trento, così il coach nel finale manda sul cubo del cambio il classe 2009: ”E’ stata un’emozione forte, nonostante mancasse solo poco più di un minuto, Anthony Lamb mi ha indicato il giocatore che avrei dovuto marcare e questo è un grande segnale di quale sia l’approccio che si debba avere, ho giocato con spensieratezza ed un sorriso che mi porterò dietro sempre: ho fatto fatica a dormire per l’adrenalina, nonostante il giorno dopo ci fosse scuola”. A 15 anni, 9 mesi e un giorno Mario è il terzo giocatore più giovane ad aver esordito in una partita di Eurocup o Eurolega.
(Foto Ufficio Stampa Aquila Basket Trento)
Due anni a Trento significano anche vivere in foresteria, ”un ambiente che fa crescere e maturare, rafforzando anche in campo il rapporto con ragazzi della mia età con i quali trascorro tanti momenti della giornata non solo in palestra”, e poter conoscere ed apprezzare da vicino una dimensione societaria che, come afferma il Direttore Generale bianconero Nardelli “per il 51% si occupa di pallacanestro e per il resto si impegna a utilizzare lo sport come veicolo, non come fine”.
“L’attenzione della società verso questi aspetti è fondamentale per la nostra crescita umana e sportiva, perché chi non dovesse riuscire a diventare un giocatore di alto livello, potrà comunque sfruttare una chance alternativa che il club ha saputo creare per noi, per questo le tante iniziative sociali ci stanno facendo crescere anche fuori dal campo e non solo come giocatori”, conferma Machetti a proposito dell’impegno sociale e solidale del club trentino. L’occhio, inevitabilmente, si spinge anche a quello che potrà accadere oltre la carriera agonistica, intravedendo un futuro professionale sempre nel mondo dello sport: “Mi piacerebbe diventare un preparatore atletico o un fisioterapista, in ogni caso una professione che abbia a che fare con lo sport”, conclude il regista bianconero, che si appresta a giocare il primo Europeo con l’Italia. In Georgia l’esordio continentale è il primo punto di arrivo di un percorso giovanile iniziato poco più di un anno fa con le Jr NBA European Finals disputate a Valencia: “Il primo torneo internazionale giocato all’estero con l’Italia, un bellissimo percorso che ci ha permesso di affrontare diverse squadre come Spagna, Lituania e Croazia ed arrivare in finale. Finito il torneo abbiamo potuto scoprire la città fuori dal campo e visitare il parco oceanografico: un bellissimo ricordo che conserverò sempre”.
Tra i compagni di squadra e di Nazionale di Machetti, oltre a Lapo Santini in gruppo fino al raduno di Roma poco prima della partenza per la Georgia, c’è anche Alessandro Alba, reduce dalla prima stagione disputata con l’Aquila e conclusa subito con la conquista del titolo nazionale: ”Inizialmente ho fatto fatica a realizzare che avessimo davvero vinto lo scudetto, eravamo molto fiduciosi delle nostre possibilità durante l’anno, ma alle Finali abbiamo capito che non sarebbe stato semplice e nel girone abbiamo perso di 15 con Cantù, la stessa squadra che abbiamo poi sconfitto in finale: è il primo scudetto giovanile per Trento e siamo orgogliosi di averlo vinto noi”. L’atleta nativo di Castelgandolfo torna su argomenti già toccati da Machetti e a proposito di Trento aggiunge: ”C’è grande attenzione allo studio, ci viene concesso tempo per studiare ogni qual volta ce ne sia bisogno, ma con possibilità di cimentarci anche in altre attività di volontariato con il progetto Trentino solidale, come ad esempio collaborare alla raccolta e redistribuzione di scarti di cibo in eccesso”, prosegue l’ex Stella Azzurra. Nei suoi interessi scolastici spiccano gli studi umanistici, con una dinamica decisamente interessante rispetto alle relazioni interpersonali: ”Mi piacerebbe specializzarmi in un ambito che abbia a che fare col contatto con le persone, comunicare con loro e ascoltare quello che sentano la necessità di esternare”, una situazione che si riflette spesso anche nel rapporto con i compagni di squadra che, come lui, vivono lontano da casa: ”A questa età non è sempre facile lasciarsi andare ad emozioni e parlare di argomenti che esulino dal basket, ma questo ci porta a conoscerci anche sotto un altro punto di vista, rafforzando il nostro legame e sapendo di poter contare sempre l’uno sull’altro”.
Anche per Alba la chiamata all’Europeo arriva al culmine di un percorso iniziato a Valencia e passato poi per il torneo dell’Amicizia di Varese: ”L’ultima sera siamo stati svegli fino a notte fonda a scambiarci maglie e altri capi d’abbigliamento con gli avversari, ma questi tornei ci hanno permesso di conoscere lo staff anche al di fuori dell’aspetto sportivo: abbiamo visitato il parco oceanografico di Valencia e mi ha colpito l’espressione di coach Nocera nel guardare i pesci dell’acquario. Sotto l’aspetto sportivo mi sento cresciuto nel tempo e di aver guadagnato posizioni e considerazioni all’interno della squadra”.
(Foto Italhoop)
ROMAGNA MIA, LONTAN DA TE NON SI PUO’ STAR: DAVID JACK BONOMI E MATTIA RUGGERI
Sono nati e cresciuti in Romagna, 31 i km che separano Cervia da Rimini, David Jack Bonomi e Mattia Ruggeri, i due Azzurrini che l’Europeo Under 16, un anno sotto età, l’hanno già giocato l’anno scorso ad Heraklion, conquistando il quinto posto.
“L’emozione si avverte sin dalla prima partita, già da quando entri in campo dopo esserti cambiato in spogliatoio, c’è una differenza evidente rispetto ai tornei di preparazione, la maglia Azzurra ha un peso diverso rispetto a quella del club, perché rappresenti una nazione e sei stato scelto tra tantissimi ragazzi – esordisce David Bonomi – avevo già giocato un amichevole a Caorle, ma quando sono sceso sul parquet con la Croazia ho provato un po’ di normale tensione, che è poi pero diventata uno stimolo nel potermi misurare anche con i più grandi: sono rimasto impressionato dal livello fisico, ma aver giocato l’anno scorso mi permetterà di controllare meglio l’emozioni adesso”.
“Ci saranno momenti di gioia ed altri più difficili, dovremo essere bravi a non abbatterci e arriveremo senz’altro un po’ più coscienti e consapevoli di quello cui andremo incontro; l’Europeo è qualcosa di speciale e più importante dei tornei che abbiamo giocato in questi anni anche fuori dall’Italia”, gli fa eco Mattia Ruggeri, che con Bonomi ed il resto dei compagni era anche alle già menzionate Finals di Valencia: ”Un torneo molto divertente, con delle regole diverse da quelle cui siamo abituati in Italie, anche il cibo me lo aspettavo molto più “sano”, ricorda scherzando il figlio d’arte – papà Max fu campione d’Italia con la Fortitudo nel 2000 – . A proposito di esperienze, per Bonomi è stata impreziosita anche dalla possibilità di giocare l’All Star Game “ed essere allenato da una leggenda NBA come Dominique Wilkins”. I due atleti romagnoli hanno un’opinione concorde anche sull’imminente Europeo: “Giocarlo senza paura e viverlo al massimo, perché non è detto che ricapiti”, è il pensiero di Bonomi, da due anni in forza a Forlì.
“Non aver paura di niente e credere nella squadra e nel lavoro fatto ogni giorno, rimanendo uniti: è così che possiamo fare bene e prenderci delle soddisfazioni”, commenta Ruggeri, che nel corso dell’anno ha anche esordito in A2 per qualche secondo nella trasferta di Milano, a coronamento di un impiego costante in allenamento con la Rinascita Basket Rimini: ”E’ stata una bella soddisfazione potermi allenare con Anumba o Marini, che a fine anno è stato l’mvp della stagione, tutti gli atleti più esperti hanno una loro routine pregara o a fine allenamento, ad esempio Gerald Robinson era in palestra a tirare già due ore e mezza prima della palla a due”. Progetti tecnici solidi e radicate tradizioni sportive hanno fatto sì che David e Mattia potessero proseguire la loro crescita sportiva senza abbandonare le proprie origini: “Nonostante avessi ricevuto altre offerte, amo la città in cui vivo e gioco e la società è ricca di allenatori di alto livello, che amano questo sport e mettono passione, non facendoci mancare nulla”, conferma Ruggeri a proposito della militanza con RBR ed una opportunità di iniziare ad assaporare il clima della prima squadra che si è materializzata anche per David: ”Sono arrivato a Forlì due anni fa, perché non volevo allontanarmi troppo da Cervia, ma allo stesso tempo ero alla ricerca di una realtà più competitiva con cui misurarmi, trovando qui una situazione ottimale che, vivendo in foresteria, mi ha permesso anche di organizzare al meglio i miei impegni e di allenarmi in pianta stabile con la Serie A2”.
Il percorso di crescita prosegue dunque parallelo per due atleti legati da un rapporto di amicizia nato nelle selezioni regionali che hanno anticipato la convocazione in Azzurro: “Ci conosciamo da tanto, perché abbiamo partecipato anche a tanti raduni della selezione regionale prima di arrivare in Nazionale, ho una gran stima per Ruggio, è fortissimo le sua tranquillità mi rassicura molto in campo”, afferma “Jack” a proposito del compagno riminese, che aggiunge: ”Siamo due giocatori cui piace prendersi le responsabilità, aiutare i compagni e trovare il modo di essere utili alla squadra”. La vicinanza geografica li mette tuttavia spesso di fronte da avversari in campionato, in un derby che si è giocato anche nei recenti playoff di A2:”E’ un match caldissimo, a Forlì ci tengono tanto ed è un peccato che le sfide decisive si siano giocate a porte chiuse”, “un momento sempre importante ed una partita sentita anche dalle nostre squadre d’Eccellenza”.
(Foto FIP Emilia Romagna, Memorial Fabbri ’24: Mattia Ruggeri n.16, David Bonomi n.10)
Fuori dal campo non resta tanto tempo libero, ma una domanda sul cibo preferito è d’obbligo e la risposta, “piadina e cassone”, non lascia spazio a dubbi e ne conferma in maniera inequivocabile le chiare origini romagnole.
PRIMA LA NAZIONALE, POI MILANO: LEONARDO NICOLODI E ANDREA CHOUENKAM
I quattro titoli nazionali conquistati negli ultimi due anni – equamente distribuiti tra Under 15 e Under 19 – hanno lasciato un vuoto nella categoria centrale, che l’Olimpia Milano vuole provare a colmare anche con l’innesto di Andrea Chouenkam da Trieste, a rinforzare un roster di cui fa già parte, da sempre, anche un altro Azzurrino: Leonardo Nicolodi.
“Siamo reduci da un periodo di allenamenti duro ed intenso, nel quale tenere l’intensità fisica e mentale molto alta per tanti giorni, ma la voglia di indossare la canotta dell’Italia ci porta a mettere sempre da parte questa fatica ed avere concentrazione massima – esordisce Nicolodi, campione d’Italia Under 15 2024 – anche perché è un traguardo che fino ad un paio d’anni fa non pensavo di poter raggiungere e questo mi spinge a viverlo con questa voglia di far bene”
“Il livello si è alzato di più rispetto ai primi tornei internazionali cui abbiamo partecipato insieme, è sempre una bella esperienza conoscere nuovi compagni e anche noi sappiamo di essere cresciuti durante questo periodo, puntando a migliorarci a vicenda anche vedendo quello che fanno gli altri – aggiunge Chouenkam sul lavoro fatto in preparazione all’Europeo – è bello essere qui partendo dal raduno di Novarello in cui eravamo in 40 e poterci confrontare con il massimo livello europeo per capire a che punto siamo rispetto agli altri”, conclude l’ex Trieste che il prossimo anno si aggiunge ad un gruppo del quale Nicolodi fa parte praticamente sin dalle origini.
(Foto ItalHoop; da sx Nicolodi e Chouenkam durante il Torneo di Bassano)
“Siamo in questa squadra sin da quando è stata formata e nella quale si sono successivamente aggiunti Sguazzin e Vogogna (altri due atleti Olimpia nel giro della Nazionale), un gruppo davvero molto unito arrivato a vincere lo scudetto Under 15 – ricorda Nicolodi – tanto che anche quest’anno la società ha deciso di puntare forte su di noi, decidendo di giocare un campionato Under 17 con quasi tutti atleti sotto età, ad eccezione di quattro compagni: ha tenuto conto di quella che è la nostra forza e non ha voluto interrompere il legame che si è creato”. Un senso di appartenenza forte, che si percepisce in un’identità che il club più titolato d’Italia vuol creare sin dal minibasket, da cui hanno spiccato il volo anche Diego Garavag