Samurai e Ninja: le figure dietro il mito - Fenomenologia dei Guerrieri Giapponesi!

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Samurai e Ninja: mito e realtà oltre le leggende

Essere curiosi ci aiuta a mantenere viva la meraviglia e l’entusiasmo per tutto quello che ci circonda. Una curiosità attenta invita a vedere il mondo sempre con occhi nuovi ed è alla base di una mente aperta e flessibile.

“Il vero coraggio del samurai risiede nell’accettare il destino senza paura.” (cit. Nitobe Inazo)

Parliamo allora di due figure leggendarie ovvero samurai e ninja, entrati attraverso film, anime, manga e comics anche nella nostra cultura e cerchiamo di scoprirne origini e misteri.

Nel cuore dell’antico Giappone, tra il XII e il XIX secolo, fiorirono due delle figure più iconiche e misteriose della storia: i samurai e i ninja.

Queste due caste di guerrieri incutevano rispetto e paura, ognuna con le proprie tecniche, valori e ruoli distintivi nella società feudale giapponese.

I samurai, originariamente noti come bushi, emersero nel periodo Heian (794-1185 d.C.) come guerrieri a servizio dei signori feudali giapponesi, i daimyo. La parola “samurai” derivò dalla parola “saburau“, che significa “essere a servizio”.

Questi guerrieri, con un codice etico rigoroso chiamato Bushido (la via del guerriero), incarnavano valori come coraggio, onore, lealtà, disciplina e rispetto. Il loro ruolo principale era la difesa del loro signore e dei suoi domini, e la partecipazione a battaglie e duelli per dimostrare il loro valore.

“Il samurai sa che il timore della morte è più terribile della morte stessa.” (cit. Yamamoto Tsunetomo)

I samurai erano maestri di varie arti marziali, come kenjutsu (arte della spada), kyujutsu (tiro con l’arco), e jujutsu (tecniche di combattimento a mani nude).

Indossavano un’armatura composta da pesanti piastre di metallo (yoroibitsu) e portavano la katana come simbolo del loro status e onore. Oltre al loro ruolo militare, alcuni samurai ricoprivano incarichi amministrativi e politici nei domini dei loro signori.

“Il samurai cerca la perfezione in ogni azione, sapendo che anche una vita breve può lasciare un’impronta eterna.” (cit. D.T. Suzuki)

I ninja, o shinobi, si evolsero in parallelo ai samurai, ma con un approccio completamente diverso alla guerra e alla spionaggio.

“Un vero ninja sa che la vera vittoria è quella ottenuta senza dover combattere.” (cit. Masaaki Hatsumi)

Emergendo tra il XIV e il XVII secolo, i ninja erano specializzati in tecniche di infiltrazione, spionaggio e guerriglia. Il termine “ninja” significa letteralmente “persona nascosta” o “agente segreto“.

A differenza dei samurai, i ninja non erano membri di una classe sociale specifica, ma piuttosto agenti indipendenti assunti da vari signori o impiegati come mercenari. Erano maestri del camuffamento, della guerriglia, delle tecniche di sopravvivenza e delle arti segrete come lo spionaggio, il sabotaggio e l’assassinio.

 “Il ninja impara a vedere oltre le apparenze e a cogliere l’essenza nascosta delle cose.” (cit. Hattori Hanzo)

I ninja utilizzavano armi speciali come shuriken (stelle da lancio), kunai (pugnali da lancio), e diverse armi da fuoco primitive.

Il ninjutsu, le competenze tradizionalmente associate ai ninja, non erano formalmente riunite sotto una singola disciplina denominata ninjutsu fino ai tempi moderni. Piuttosto, le abilità dei ninja comprendevano una vasta gamma di competenze che spaziavano dallo spionaggio alle tecniche di sopravvivenza.

L’addestramento dei ninja iniziava in giovane età e non si concentrava solo sulle abilità fisiche, ma anche sull’aspetto mentale, in particolare sul superamento della paura e sull’ispirazione reciproca tra gli allievi.

Nel corso della storia giapponese, la formazione specialistica dei ninja ebbe inizio nel XV secolo, quando alcune famiglie samurai iniziarono a concentrarsi sulla guerra segreta, inclusi lo spionaggio e l’assassinio.

Come i samurai, i ninja erano spesso nati nella professione e addestrati nelle tradizioni di famiglia. Gli allievi ninja studiavano una vasta gamma di competenze, comprese tecniche di sopravvivenza, informazioni su veleni ed esplosivi, e tecniche di movimento furtivo come camminare silenziosamente e nuotare.

“L’ombra del ninja è più potente della spada dello samurai.” (cit. Ashida Kim)

Dopo la caduta dei clan Iga e Koga, i signori feudali furono costretti a formare i loro agenti ninja. Lo shinobi divenne così una vera e propria professione riconosciuta.

Nel corso dei secoli successivi, discendenti di famiglie ninja come gli Hattori e i Fujibayashi scrissero manuali di ninjutsu, tra cui il Ninpiden (1655), il Bansenshūkai (1675) e lo Shoninki (1681).

Le tattiche di ninja includevano spesso l’uso di tecniche di squadra per scalare muri o confondere gli avversari. I ninja utilizzavano anche travestimenti, assumendo spesso le sembianze di monaci buddisti, sacerdoti, o altri personaggi per infiltrarsi e raccogliere informazioni senza destare sospetti.

Le differenze principali tra samurai e ninja risiedevano nel loro ruolo sociale, nella formazione e nell’approccio alla guerra. I samurai erano membri di una classe aristocratica, addestrati nelle arti marziali fin dall’infanzia e mantenuti attraverso un codice di onore rigido.

Operavano apertamente in battaglia e facevano rispettare le regole del Bushido.

I ninja, al contrario, facevano affidamento sull’inganno, sulla furtività e sull’abilità di muoversi nell’ombra. Erano maestri della spia e dell’assassinio, spesso lavorando nell’ombra per raggiungere gli obiettivi dei loro datori di lavoro.

Non seguivano un codice di onore simile a quello dei samurai e facevano ricorso a tattiche non convenzionali. Alcune tattiche utilizzate dai ninja nell’antichità possono essere paragonate alle moderne tecniche di spionaggio e sicurezza.

Concetti come infiltrazione, intelligence e sorveglianza sono ancora rilevanti oggi.

Tuttavia, pochi sanno che nonostante la natura illegale della yakuza, essa ha sviluppato una struttura gerarchica e un codice di condotta interno simile al bushidō e che molti samurai, finita la loro epoca d’oro sono confluiti in questa organizzazione.

Le connessioni tra samurai e yakuza possono essere individuate in alcuni punti:

  • Codice Etico: Entrambe le culture (bushidō per i samurai e il codice yakuza per i membri della yakuza) pongono un’enfasi sull’onore, sulla lealtà e sulla disciplina. Anche se le motivazioni sono diverse (il servizio al signore per i samurai e la solidarietà criminale per la yakuza), entrambi i gruppi hanno norme non scritte che regolano il loro comportamento.
  • Simboli e Iconografia: Alcuni simboli e stili associati ai samurai possono essere stati adottati o reinterpretati dalla yakuza. Ad esempio, tatuaggi elaborati sono comuni tra i membri della yakuza, spesso per indicare l’appartenenza a una certa famiglia o gruppo, un’idea che richiama le decorazioni simili utilizzate dai samurai.

Entrambi i gruppi hanno sperimentato una transizione significativa nel corso della storia giapponese. I samurai hanno visto il loro ruolo tradizionale scomparire con la modernizzazione del Giappone nel periodo Meiji, mentre la yakuza ha prosperato in un contesto urbano e post-bellico emergente.

Tuttavia, è importante notare che le differenze tra samurai e yakuza superano di gran lunga le somiglianze. I samurai facevano parte di una classe sociale legittimata e addestrata per la guerra, mentre la yakuza è un’organizzazione criminale che opera al di fuori della legge.

Le connessioni tra di loro sono spesso più culturali e superficiali che strettamente storiche o istituzionali.

5 Curiosità su Samurai e Ninja:

Samurai:

  1. Non tutti i samurai erano nobili: Potevano provenire da diverse classi sociali, anche se la maggior parte apparteneva all’aristocrazia.
  2. Oltre a guerrieri, erano anche studiosi e artisti: Si dedicavano a discipline come la poesia, la calligrafia, la pittura e la cerimonia del tè.
  3. Il Seppuku, il suicidio rituale, era un’estrema forma di onore: Era praticato per evitare la cattura o la disgrazia in caso di sconfitta o crimine grave.
  4. Le donne samurai erano eccezionali combattenti: Addestrate nelle arti marziali e nell’uso delle armi, potevano difendere la casa e la famiglia in assenza degli uomini.
  5. I samurai non portavano sempre la katana: La spada era simbolo del loro status, ma in contesti quotidiani o di pace usavano armi più piccole o strumenti da lavoro.

Ninja:

  1. Erano maestri del travestimento: Utilizzavano diverse identità e abiti per infiltrarsi tra i nemici e raccogliere informazioni.
  2. Le loro armi preferite erano silenziose e letali: Shuriken (stelle da lancio), kunai (pugnali) e il fukiya (dardi velenosi) erano strumenti perfetti per uccidere senza attirare attenzione.
  3. Erano esperti di sopravvivenza: Sapevano procurarsi cibo e riparo in qualsiasi ambiente, anche il più ostile.
  4. Le loro tecniche di combattimento erano basate sull’efficienza: N
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