Mercato unico, PromethEUs: “Investimenti coordinati in aree tecnologiche chiave, snellimento della burocrazia e supporto alle PMI: così l’Europa diventa più competitiva”
- PromethEUs, la rete di think tank dell’Europa meridionale composta dall’Istituto per la Competitività – I-Com (Italia), dall’Elcano Royal Institute (Spagna), dalla Foundation for Economic and Industrial Research – IOBE (Grecia) e dall’Institute of Public Policy (Portogallo), in vista delle elezioni europee ha lanciato il Decalogo Digitale sulle priorità di policy per realizzare compiutamente il mercato unico e aumentare la competitività dell’UE.
- L’assenza di un mercato unico funzionante in settori chiave, come nel digitale, ostacola l’emergere di player europei innovativi, limitando l’accesso delle startup dell’UE ai finanziamenti.
- Tra le proposte avanzate: maggiore budget e coordinamento negli investimenti in aree tecnologiche chiave, snellimento della burocrazia a livello nazionale ed europeo e della legislazione digitale EU e supporto alle PMI nel processo di riqualificazione delle competenze del management e forza lavoro attuali.
Bruxelles, 16 aprile 2024 – Più risorse e coordinamento negli investimenti in aree tecnologiche chiave, snellimento della burocrazia a livello nazionale ed europeo e della legislazione digitale EU, supporto alle PMI nel processo di riqualificazione delle competenze del management e forza lavoro attuali. Sono queste alcune delle proposte di policy per realizzare compiutamente il mercato unico e aumentare la competitività dell’Europa contenute nel Decalogo Digitale stilato da PromethEUs, la rete di think tank dell’Europa meridionale composta da I-Com Istituto per la Competitività (Italia), dall’Elcano Royal Institute (Spagna), dalla Foundation for Economic and Industrial Research IOBE (Grecia) e dall’Institute of Public Policy (Portogallo).
Il Decalogo è stato lanciato nell’ambito del position paper dal titolo “Digital for Growth: Strengthening the Single Market and Reviving EU Competitiveness” con cui PromethEUs traccia, in vista delle imminenti elezioni europee, una panoramica sul futuro del mercato unico e della competitività dell’UE.
Secondo l’analisi, l’assenza di un mercato unico funzionante in settori chiave, come nel digitale, ostacola l’emergere di player europei innovativi, limitando l’accesso delle startup dell’UE ai finanziamenti e compromettendo l’opportunità di raggiungere la massa critica necessaria per avere successo a livello globale. La lentezza nella sua realizzazione è dovuta principalmente alle differenze esistenti in ciascuno Stato membro per quanto riguarda gli approcci, le priorità, le risorse e la mappatura delle capacità, derivanti da fattori strutturali. Tuttavia, nel quadro attuale non esistono strumenti di governance europei efficaci per conciliare e coordinare le differenze.
“Gli ultimi due cicli legislativi sono stati improntati a una maggiore regolamentazione del settore digitale. Il prossimo dovrà essere, da una parte, quello di una messa a sistema della massa legislativa prodotta, semplificandola e rendendola più coerente e, dall’altra, di aumentare ma soprattutto coordinare meglio gli investimenti nelle tecnologie chiave al fine di rendere il nostro continente più competitivo”, ha commentato il presidente I-Com Stefano da Empoli. “È fondamentale che le startup e le imprese innovative europee possano crescere più rapidamente e con maggior successo globale di quanto sia accaduto finora e per farlo c’è bisogno di completare il mercato unico, abbassando le barriere regolamentari, tramite meccanismi di fast track e le sandbox regolamentari, e dotandole degli strumenti di finanziamento disponibili altrove, sfruttando finalmente le economie di scala continentali”.
In particolare, le priorità di policy per il prossimo mandato legislativo europeo contenute nel Decalogo Digitale sono:
- Aumentare il budget del programma Europa digitale nel bilancio UE. Il budget attuale non raggiunge neppure singoli investimenti individuali delle aziende più grandi al mondo in un unico campo.
- Più coordinamento negli investimenti in aree tecnologiche chiave. Il budget UE per il digitale ha bisogno di essere aumentato, ma necessita anche di un maggiore coordinamento con altri programmi europei e tra gli stati membri.
- Usare gli appalti pubblici per aumentare la domanda di innovazione. Nel caso di tecnologie di frontiera che devono essere ancora sviluppate, si possono contemplare dei meccanismi centralizzati o almeno coordinati per accelerare i tempi di accesso al mercato.
- Ridurre la burocrazia a livello europeo e nazionale. Il processo di scaling up deve essere facilitato, con corsie preferenziali per le start-up e PMI innovative.
- Snellire la legislazione digitale europea. Il prossimo mandato deve avere come focus la semplificazione e la messa a sistema della legislazione esistente, anziché produrne di nuova.
- Completare l’Unione dei mercati dei capitali. L’attuale dimensione nazionale degli investimenti in realtà innovative rappresenta un evidente limite per la crescita delle start-up europee.
- Supportare le PMI con programmi volti a migliorare e riqualificare le competenze di management e forza lavoro. I programmi attuali non sono in grado di raggiungere una quantità adeguata di aziende di piccole e medie dimensioni. Occorre pensare a strumenti di massa alternativi (es. corsi multimediali).
- Accelerare la creazione di DataSpace settoriali. È necessario superare gli ostacoli attuali e velocizzare la creazione di nuove competenze.
- Facilitare l’interoperabilità e gli ecosistemi digitali aperti. Le entità europee sono mediamente più piccole e dunque potrebbero beneficiare più di altre da servizi interoperabili e da piattaforme aperte.
- Puntare sulla digital diplomacy. Forum multilaterali e accordi bilaterali devono essere attivamente promossi dalle istituzioni europee con la delega specifica a un singolo Commissario.
Comunicato stampa PromethEUs
Decalogo Digitale PromethEUs
Position paper PromethEUs