Biennale Arte Malta, dove l’arte contemporanea trova luce

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Biennale Arte Malta, dove l’arte contemporanea trova luce

Malta, piccola perla incastonata nel blu del Mediterraneo a metà strada tra Europa e Nord Africa, tra paesaggi naturali e testimonianze archeologiche, ha inaugurato la sua prima edizione di Maltabiennale.art, la Biennale d’Arte dell’isola. Inaugurata il 13 marzo scorso, la manifestazione culturale contemporanea si articola in un padiglione centrale e undici padiglioni nazionali tematici in una mostra diffusa in tutto il paese e nella vicina Gozo. Il padiglione tematico “Other Geographies, Other Stories”, presentato dalla fondazione OmenaArt e in programma fino al 31 maggio presso Fort Sant Elmo a La Valletta, è stato illuminato dagli apparecchi di L&L Luce&Light. Il padiglione ospita le opere selezionate di cinque artiste, Jagiełło, Dostlieva, Karpowicz, Karkoszka e Falender, di provenienza e background diversi e tuttavia convergenti in una narrazione condivisa che “si adatta perfettamente al carattere dell’isola, un luogo che è stato una combinazione di geografie e storie diverse per migliaia di anni“. – afferma la curatrice Natalia Bradbury. All’interno di questo spazio unico, le artiste utilizzano diverse forme di espressione, tra cui la scultura, la fotografia, i video e le installazioni, tessendo un filo comune attraverso il loro lavoro. La loro esplorazione artistica approfondisce vari temi, come quelli della migrazione e delle conseguenze delle trasformazioni nella nostra società. In un’epoca sempre più segnata da sconvolgimenti climatici, sociali e politici, le artiste sollevano una domanda fondamentale: “Possiamo forgiare un mondo nuovo con un ordine differente?”. ll loro punto di riferimento sono le antiche civiltà del Mediterraneo, e si chiedono se i conflitti di oggi derivino dagli stessi principi che governavano quelle stesse civiltà: lotta, sfruttamento, vendetta e tribalismo. Le opere selezionate forniscono una prospettiva unica su altre geografie, dinamiche sociali, culturali, sfidando le narrazioni consolidate e invitando a rileggerle da un punto di vista “storico”. “Other Geographies, Other Stories” rappresenta quindi una prospettiva alternativa, e femminile, all’ordine stabilito. Le opere sono esposte negli spazi interni di Fort Sant’Elmo. Fissati a delle strutture autoportanti i proiettori Ginko 3.4, 3000K, illuminano le sculture in mostra grazie al CRI>90 e allo zoom ottico regolabile in modo manuale con un range ottico 8°÷38. Due profili lineari Neva con ottica 11° completano l’illuminazione dal basso verso l’alto di un’altra delle installazioni artistiche visibili nelle sale di Fort Sant’Elmo.

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Alessandra Visentin