(Dis)gelo Meloni/Mattarella, sbloccato il nuovo Pnrr - redigo.info

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Questione risolta tra Meloni e Mattarella. Pericolosamente investiti il "Milleproroghe" e il decreto Pnrr

Trova soluzione in queste ore la vicenda tra Quirinale e Governo. La correttezza istituzionale guida le “mosse” pubbliche, declinate nelle reciproche dichiarazioni.

Il momento, fatto di misunderstanding e altro, poteva ripercuotersi sull’azione di Governo, centrata su due colossi: il “Milleproroghe” (dl n. 215/2023) e il Piano Pnrr (dl n. 19/2024). S’è scritto di una “linea barricadera” che avrebbe portato consenso nell’immediato ma scontro istituzionale appena dopo, nel lungo termine. Allora no, un passo indietro. Perché, si sa, gli iter legislativi degli atti del Governo delegato prevedono un dialogo costante con il Quirinale, una linea sposata e portata avanti tatticamente e discretamente in questa prima parte di premierato Meloni, per un “mind the step” obbligato.

Il ‘visto’ del Presidente della Repubblica, prerogativa di un potere formale che formale non è affatto – esplicitato dall’articolo 87 della Carta costituzionale – dove egli assume, dal lontano 1947, il potere di autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo, di promulgare le leggi ed emanare decreti aventi valore di legge e regolamenti – non è mai stato negato ai decreti finora approvati in Consiglio dei Ministri, compresi quelli per così dire “meno scontati”, passati per le stanze degli uffici.

Gli andirivieni di ora tra Capo dello Stato e Capo dei ministri, complice un fatto di cronaca inutile alla causa di questo articolo, sono stati pericolosamente caricati di un significato politico che non abbiamo contezza di quanto sia stato montato ma che, certo, ha generato un clima pesante irrigidendo l’ufficio legislativo. Un pericolo da evitare. Un pericolo evitato. Dalla presa di distanza dalle affermazioni addebitate all’una e all’altro.

Fatto sta che il “patrimonio di collaborazione“, sul quale è fondato l’intento istituzionale del Presidente Mattarella, è salvo. Lo è pure il “Milleproroghe”, e lo sarà il decreto di attuazione Pnrr. Quest’ultimo è pubblicato da sabato 2 marzo (G.U. n. 52/2024) ed é risultato un testo complesso organizzato in quarantasei articoli, se contiamo quello sull’entrata in vigore, e ben tre Allegati. In pratica, un decreto “omnibus” sulla falsariga di quelli esplicitamente mal digeriti dal Quirinale.

Non che – raccontano i deputati e i senatori che ne hanno seguito i passaggi parlamentari – l’iter del “Milleproroghe” sia stato meno lungo e meno faticoso, frutto di emendamenti bocciati o modificati a seguito delle segnalazioni degli uffici. Ma è già Legge dello Stato (n. 18/2024, G.U. n. 49).

Presto lo sarà anche l’altro. Presto, il botta e risposta di questi giorni sarà un inghippo ben risolto.

Restano due capisaldi del sistema, uno dei quali dà avvio alla fase 5.0 della Transizione, “architrave della nostra politica industriale”, dice Urso, titolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Immette un nuovo credito del quale beneficeranno le imprese che accettano la sfida green e digitale. Era atteso, attesissimo.

Alessia Lupoi

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