Libri sul fascismo: romanzi e saggi per non dimenticare

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Libri sul fascismo per non togliere mai il segnalibro della memoria

Milano, 11 dicembre 1914. Il giornalista Benito Mussolini fonda il Fascio d'azione rivoluzionaria, spinto da un sentimento interventista agli albori della Prima guerra mondiale. Questa data segna la nascita della storia del fascismo nel nostro Paese.

ll regime che ne seguì durò fino al 25 luglio 1943, momento che ancor oggi ricordiamo e celebriamo come anniversario della liberazione italiana.

In realtà si dovrà attendere il 1945 per la fine del regime fascista, che perdurò nei due anni successivi alla destituzione di Mussolini dal governo del Regno d'Italia.

Il periodo dei Fasci avrà il suo epilogo con la caduta della Repubblica Sociale Italiana, meglio conosciuta come Repubblica di Salò.

I vent'anni in cui l'Italia si dichiarò fascista furono caratterizzati dalla dittatura, Furono anni dominati da nazionalismo, razzismo, violenza e censura. Con Mussolini al potere, venne soppressa ogni libertà di stampa, di riunione o di parola.

Leggere non era cosa semplice durante il Ventennio, a meno che non si trattasse di libri e giornali accettati dal Partito.

Oggi la produzione letteraria che ruota attorno agli anni del fascismo è prolifica e necessaria: un modo per non togliere mai il segnalibro della memoria da questa pagina oscura della nostra Storia.

Il passato che non passa: perché ancora oggi abbiamo bisogno di libri sul fascismo

Nel corso degli anni molte autrici e molti autori si sono prodigati nel difficile compito di analizzare il periodo storico fascista e la figura di Mussolini, mettendoli in relazione anche al presente, ma oggi più che mai il dibattito sul fascismo di ritorno ci pone davanti alla necessità di leggere il ventennio da una nuova prospettiva.

Secondo Gianni Oliva, che ha dedicato molti studi al periodo 1940-45, la ragione sta nel «passato che non passa», ipoteca pesante sulla nostra identità nazionale.

Partiamo, dunque, proprio dalle novità in libreria per conoscere meglio la nostra memoria pubblica e cercare qui le ragioni per cui l'Italia non ha mai fatto davvero i conti con il ventennio.

Il fascismo visto dal presente: le novità in libreria

Nel suo nuovo saggio Quarantacinque milioni di antifascistiGianni Oliva ci costringe, ancora una volta, a guardare alla storia con onestà, sostenendo apertamente che l'Italia è l'unico paese europeo a non essersi mai realmente confrontato con il ventennio:

Non fare i conti con il passato è stata un’operazione razionale attraverso la quale, all’indomani della Liberazione, si è costruita la memoria pubblica, cioè la rielaborazione di ciò che era stato in funzione delle esigenze del presente. Indagare i percorsi attraverso i quali tale memoria si è prima strutturata e definita, poi sedimentata in «vulgata», significa cercare di comprendere ciò che siamo diventati e perché. E significa capire per quali ragioni il trascorso del 1940-45 (o, ancor meglio, il periodo lungo 1922-1945) riemerge periodicamente in polemiche politico-giornalistiche tanto strumentali quanto fuori tempo. [...] Proviamo dunque a domandarci: perché il presidente del Tribunale della Razza ha potuto diventare presidente della Corte costituzionale? O il direttore di Ventotene questore di Milano? La risposta è nella storia della nostra memoria pubblica.

Molto diverso, ma altrettanto interessante è L'oro e la patria, il nuovo libro di Federico Fubini, in cui il giornalista ricostruisce la storia di Niccolò Introna, il dirigente della Banca d'Italia che con un sofisticato inganno si oppose al trafugamento da parte dei nazisti delle 119 tonnellate d'oro custodite nei caveau di via Nazionale il 20 settembre 1943.

Nel 2024 ricorrono anche i cento anni dall'assassinio di Giacomo Matteotti, il deputato socialista ucciso il 10 giugno 1924. In sua memoria, Mimmo Franzinelli ha scritto Matteotti e Mussolini, un testo documentato e avvincente, dal quale emergono come mai fino ad ora le variegate sfaccettature della personalità di Giacomo Matteotti, un politico che guardava all’avvenire e il cui insegnamento conserva aspetti di persistente attualità.

Saperne di più: scopri i saggi indispensabili per capire il ventennio fascista

Sul fascismo molto si è scritto e molto si scrive ancora. Quelli che seguono sono tra i testi fondamentali per conoscere meglio le ragioni del nostro passato.

La storia del fascismo raccontata da Bruno Vespa

Libri sul fascismo: romanzi ambientati dall'ascesa di Mussolini alla Liberazione

Vivere il ventennio fascista sulla propria pelle, tra le altre cose, ha dato il via a un filone letterario che, nel tempo, si è arricchito degli scritti di coloro che quell'epoca non l'avevano mai vissuta.

Tra realtà e appropriazione storica, sono molti i romanzi che oggi ci raccontano la vita, gli usi, i costumi e le idee di quei tempi. Si tratta di storie personali, di famiglie, di migrazioni, di partigiani. Racconti di ciò che è stato e di come ha profondamente segnato le vite di tutti. 

Se Riccardo Nencini ha approfondito la storia di Giacomo Matteotti, primo vero antagonista di Mussolini, in Solo, Antonio Pennacchi con Canale Mussolini ha raccontato della gente comune migrata nelle Paludi Pontine. 

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