Nuovo PNIEC in arrivo: c'è anche il Piano di adattamento al cambiamento climatico - I-Com, Istituto per la Competitività

Compatibilidad
Ahorrar(0)
Compartir

Il processo di aggiornamento del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) è quasi terminato. Come gli altri Stati membri, l’Italia sta rivedendo il suo principale strumento di politica energetica che entro la fine di giugno dovrà essere approvato in via definitiva. Una novità che sicuramente sarà introdotta, almeno negli scenari previsionali per il mix energetico, è l’energia nucleare, ma non solo.

LA PROPOSTA DI GIUGNO 2023

La proposta di piano, pubblicata nel giugno scorso, è stata valutata dalla Commissione europea, che il 18 dicembre 2023 ha emanato la propria Raccomandazione specifica per l’Italia. Successivamente, il testo del Piano è stato oggetto di consultazioni con il Parlamento e le Regioni e sottoposta al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. I lavori parlamentari sono stati affidati alle Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) e Attività produttive, commercio e turismo (X) della Camera dei Deputati, che hanno condotto audizioni informali con vari soggetti.

Come accade nei corrispettivi piani nazionali energia e clima degli altri Stati membri, noti a livello comunitario come National Energy and Climate Plans, o abbreviato, NECPs, il PNIEC italiano si articola in cinque punti, o dimensioni: decarbonizzazione; efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell’energia; ricerca, innovazione e competitività.

Ciascuna di queste dimensioni viene declinata nei cinque capitoli del Piano e quindi ne vengono descritti obiettivi/traguardi da raggiungere, le politiche e misure, sia quelle già attive che di nuova adozione, la situazione attuale e proiezioni con politiche e misure vigenti e la valutazione d’impatto delle politiche previste.

I principali obiettivi presenti nella proposta di giugno 2023 sono:

  • Decarbonizzazione: il raggiungimento del 40% dei consumi finali coperti da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), percentuale di gran lunga superiore a quanto raggiunto nel 2021, dove la quota di FER era del 19% secondo dati dell’ISPRA. Per le sole FER elettriche, l’obiettivo è di raggiungere il 65% dei consumi finali di elettricità coperti da rinnovabili entro il 2030 rispetto al 36% registrato nel 2021. L’obiettivo precedente era il 49%.
  • Efficienza energetica: raggiungere al 2030 un consumo di energia finale massimo di 100 Mtep e contestualmente ottenere risparmi di energia finale cumulati nel periodo 2021-2030 di 73,42 Mtep in tutti i settori.
  • Emissioni: gli obiettivi europei per i settori ETS, ovvero i comparti soggetti al sistema di scambio dei titoli di emissioni a livello europeo, sono definiti a livello comunitario. Per quanto riguarda gli sforzi richiesti ai settori non-ETS, quindi quelli ricadenti nella Effort Sharing Regulation (ESR), che includono il settore civile e dei trasporti, per rientrare negli obiettivi europei occorrerebbe ottenere una riduzione del 43,7% delle emissioni rispetto ai livelli del 2005. Con le misure previste dal Piano, la riduzione delle emissioni stimata per il 2030 si aggira intorno al 35-37%.

IL PARERE DELLA COMMISSIONE

Valutando l’intera proposta di PNIEC a dicembre 2023, la Commissione UE ha giudicato perlopiù positivamente gli obiettivi e le politiche proposte nei seguenti ambiti: Energie Rinnovabili, Mercato Interno dell’Energia, Sicurezza Energetica, Phase out dei sussidi ai combustibili fossili. Riguardo alla dimensione dell’efficienza energetica, la valutazione è duplice: la visione complessiva, declinata in obiettivi settoriali di risparmio energetico che comprendono anche settore pubblico, viene reputata soddisfacente. Invece, per quanto riguarda il consumo energetico degli edifici e il tema del rinnovamento degli stessi, il Piano non risulta incisivo. Precisamente, gli obiettivi sulla riqualificazione energetica del parco immobiliare italiano non sono stati rivisti al rialzo rispetto alla Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale, risalente al 2020. Inoltre, le misure proposte per l’efficientamento non sono supportate da stime sul fabbisogno di risorse necessarie alla loro attuazione né tantomeno da una menzione alle fonti delle stesse. Gli altri ambiti in cui la proposta di PNIEC è stata valutata carente dalla Commissione UE sono: adattamento ai cambiamenti climatici, povertà energetica, ricerca, innovazione e competitività e “just transition”.

Secondo la Commissione, sull’adattamento agli – ormai inarrestabili – cambiamenti climatici, il Piano non valutava le vulnerabilità e i rischi climatici per il raggiungimento degli obiettivi, delle politiche e delle misure energetiche e climatiche dell’Italia e non descriveva adeguatamente le politiche pubbliche e le relative misure di adattamento.

In questo frangente, ma non è da escludere che accada anche in altri ambiti, il nostro paese correggerà il tiro nella versione definitiva del PNIEC. Infatti, a quest’ultimo sarà integrato il recente “Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”, approvato dal MASE il 21 dicembre 2023.

IL PNACC

Il “Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici” (PNACC) rappresenta lo strumento di attuazione della Strategia Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici del 2015, per la pianificazione nazionale a supporto delle istituzioni che saranno chiamate a sviluppare sulla propria scala di governo i contenuti del piano, tenendo conto delle specificità dei diversi contesti. Questo è stato sviluppato per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici in Italia, situata nel vulnerabile “hot spot mediterraneo”. Il Piano mira concretamente a ridurre i rischi associati a fenomeni come dissesti, alluvioni, erosione costiera e carenza idrica, amplificati dall’aumento delle temperature e dagli eventi climatici estremi. Gli obiettivi generali sono la riduzione dei rischi climatici, il miglioramento della capacità di adattamento e lo sfruttamento delle potenziali opportunità emergenti, coordinando azioni a breve e lungo termine su diversi livelli di intervento.

Il PNACC si concentra su azioni sistemiche volte a costruire una struttura organizzativa per la governance e lo sviluppo delle conoscenze. Le azioni sono accompagnate sia da una struttura di governance, che coinvolge rappresentanti delle Regioni, della società civile e di altri enti, che da un adeguato monitoraggio, per tracciare i progressi nell’attuazione delle politiche e valutarne la loro efficacia.

Le azioni includono l’istituzione di un Osservatorio nazionale per l’adattamento, il mainstreaming dell’adattamento nei piani e programmi nazionali, regionali e locali, e la definizione di modalità e strumenti per l’attuazione del PNACC. Centrale è altresì il miglioramento delle competenze attraverso un programma di ricerca per indagare a fondo sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia.

Nel delineare una cornice di riferimento per la pianificazione e l’attuazione delle azioni di adattamento a livello regionale e locale, si dà seguito alla Strategia europea di adattamento 2021. Il PNACC raccomanda a tutte le Regioni l’adozione di strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici. A tale scopo, vengono forniti indirizzi specifici per la pianificazione a scala regionale e locale attraverso metodologie e strumenti definiti, come un database delle azioni di adattamento, soggetto a revisione e integrazione, che offre una panoramica delle azioni settoriali e dei loro attributi.

Nel concreto, le azioni territoriali saranno finanziate per la maggior parte da fondi europei: il programma LIFE, il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, il Fondo Sociale Europeo e le Urban Innovative Actions. A livello nazionale, il Meccanismo Unionale di Protezione Civile si allinea a queste iniziative per affrontare gli eventi meteorologici estremi. Vi sono poi i Programmi Operativi Nazionali, i Piani Nazionali per la Ricerca e altre iniziative che offrono risorse per misure di adattamento. Anche a livello regionale, i Piani Operativi Regionali e i programmi di cooperazione transfrontaliera integrano l’adattamento climatico nelle loro priorità di spesa.

CONCLUSIONE

Nel PNIEC vedremo integrato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che è già operativo dai primi mesi del 2024: senza dubbio una buona notizia. I dati climatici parlano chiaro: il mese di maggio 2024 è stato il più caldo mai registrato sulla Terra dall’inizio del monitoraggio delle temperature (che risale al 1850). Nell’ultimo anno, in media, la temperatura del Pianeta è stata superiore di 1,63 gradi rispetto all’epoca preindustriale: è imperativo infatti parlare di adattamento e non solo di mitigazione al cambiamento climatico, in quanto la soglia degli +1,5 gradi, a cui puntava in modo ottimistico l’Accordo di Parigi, è di fatto già stata superata.

In quanto all’indirizzo di politica energetica del nostro paese, resta da vedere quali saranno le altre principali modifiche nella versione definitiva del PNIEC alla luce della valutazione delle istituzioni europee, delle consultazioni e delle procedure di Valutazione Ambientale.

Detalles de contacto
Cristina ORLANDO