Restaurato il cippo in ricordo del partigiano Franco Zanon - SPI CGIL Veneto

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Grazie al contributo di Spi Cgil Veneto, Spi Cgil Venezia e Lega Spi Cgil del Livenza, è stato recuperato il cippo che ricorda il sacrificio di Franco Zanon, ucciso il 25 aprile 1945 a San Stino di Livenza

Un altro tassello è stato aggiunto al progetto di recupero di cippi e lapidi che in Veneto ricordano i partigiani caduti nella lotta di liberazione dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Domenica 2 giugno, nella frazione La Salute di Livenza (San Stino di Livenza), è stato inaugurato il cippo restaurato in memoria di Franco Zanon, comandante del battaglione Peruch. L’intervento è stato possibile grazie al contributo di Spi Cgil Veneto, Spi Cgil Metropolitano di Venezia e Lega Spi Cgil del Livenza e in particolare all’impegno del segretario di lega Moreno Raccanello. Il progetto di recupero non finisce qui perché, come ha spiegato Fulvio Dal Zio, segretario dello Spi Metropolitano, “non deve scivolare nell’oblio il sacrificio di quanti hanno contribuito a scrivere una pagina incancellabile della nostra storia a cui, noi tutti, dobbiamo rispetto e riconoscenza perenne“.

Presenti alla cerimonia le Autorità, ANPI, Auser e rappresentanti di altre associazioni locali, per la Lega Livenza il segretario Moreno Raccanello e per lo Spi regionale Danilo Toccane, insieme a Fulvio Dal Zio per lo Spi Metropolitano, che ha ricordato la figura di Zanon: “Franco era una persona colta, molto socievole e generosa. Mi piace pensare che furono queste sue attitudini a farlo comandante del battaglione Peruch, operativo nella zona de La Salute e facente parte della Brigata Pellegrini”.

Franco, morto a 25 anni non ancora compiuti, era uno dei 370 combattenti stanziati nel territorio che andava dai paesi della riva sinistra del Livenza fino al Piave. “In gran parte giovani – ha ricordato Fulvio Dal Zio – di diversa estrazione sociale che combattevano per riscattare l’Italia dall’ignominia della dittatura fascista per un futuro di pace, di democrazia, di libertà, di giustizia sociale. Molti caddero vittime della barbarie nazifascista, pagarono con la propria vita il loro anelito per la Liberazione dell’Italia. Loro, solo loro, possono fregiarsi del titolo di Patrioti; altri, i fascisti, i traditori“.

Zanon venne ferito a morte in uno scontro a fuoco il 25 aprile del 1945; il giorno prima il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia aveva proclamato l’insurrezione generale emanando il famoso dispaccio “Aldo dice 26 per 1”. Non perì subito; la sua agonia si protrasse per diverse ore senza che nessuno potesse soccorrerlo. “Una barbarie, l’ennesima, tanto più crudele in quanto le sorti della guerra e la sconfitta del nazifascismo erano ormai a tutti palese“.

È grazie al sacrificio di Franco e di tanti altri – ha continuato Dal Zio – che l’Italia poté riconquistare la sua dignità. Dobbiamo a loro, al loro coraggio, la conquista della libertà, della pace, della democrazia il cui primo atto fu il suffragio universale e il voto alle donne nelle amministrative del ’46.
Resistenza, Liberazione (25 aprile), Repubblica (referendum del 2 giugno ‘46), Costituzione (approvata il 22 dicembre del ’47 dall’Assemblea costituente) sono i capisaldi imprescindibili, uniti tra loro indissolubilmente, del nostro vivere civile. Per questo l’Italia non può non considerarsi antifascista”.

L’inaugurazione è stata l’occasione per una riflessione su cosa significa essere antifascista oggi, cioè “credere, e spendersi, nei valori della pace, della giustizia sociale, dell’uguaglianza, della libertà scolpiti nella nostra Carta Costituzionale” e quale sia la portata delle proposte di legge su autonomia differenziata e premierato. “L’autonomia differenziata, così come concepita, mina gravemente l’unità del paese; aumentano sia le disuguaglianze territoriali che quelle sociali. Mentre il premierato disarticola il principio fondativo di una società democratica: quello dell’equilibrio tra i poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario). La proposta lo scardina sovraesponendo il potere esecutivo sugli altri due relegando inoltre il Presidente della Repubblica in un ruolo assolutamente marginale e non più di arbitro“.

Franco Zanon – ha concluso Fulvio Dal Zio – è un protagonista del riscatto e della rinascita dell’Italia; era un antifascista; nonostante la giovane età ebbe il coraggio di scelte difficili che la forza delle sue idee lo portarono a compiere.
Non girò la testa da un’altra parte. A lui il nostro imperituro ringraziamento“.

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