Il garantista “ddl Nordio”, alla fine, ha visto la luce ed ha chiuso, con otto articoli illuminati e ben calibrati, l’oscura pagina del giustizialismo fumoso iniziato con la legge Severino nel 2012, e proseguito con altre norme tra cui la famigerata “legge spazzacorrotti” del 2019. Le novità sono molte, a cominciare dall’abolizione definitiva dell’ex art. 323 del Codice penale, ovvero quel reato di “abuso d’ufficio” che è stato contestato in migliaia di processi, ma ha prodotto solo pochissime condanne in via definitiva: su 5418 procedimenti per abuso d’ufficio definiti dinanzi alle sezioni dei Gip e dei Gup dei tribunali nel 2021 ci sono state solo 9 condanne in via definitiva, più 35 patteggiamenti. Ed un certo numero di questi è connesso ad altri reati. In realtà, dopo l’approvazione del DL 76 del 2020 (decreto semplificazioni) del Governo Conte bis, quello con Cinquestelle, PD ed Articolo 1, erano in costante calo sia il numero dei procedimenti avviati, sia quello dei processi istruiti, che delle condanne definitive. La nuova norma, fortemente voluta dal Ministro Nordio, contiene anche altre novità: ad esempio, viene modificato il reato di traffico d’influenze, per cui la condotta è illegale solo se rivolta a far commettere degli illeciti ad un pubblico ufficiale. In questo modo viene salvaguardata la legittima attività di lobby, che è in realtà uno strumento utilissimo per migliorare l’attività legislativa ed esecutiva di ogni ordine e grado. Modifiche anche alle intercettazioni: non dovranno essere riportate quelle relative a soggetti terzi estranei al procedimento, se non ritenute essenziali per il procedimento. In questi otto articoli c’è un po’ la summa della storia personale e professionale dell’ex giudice Carlo Nordio e della sua pluridecennale lotta per una giustizia più garantista e rispettosa dei diritti dei cittadini. Sono tutte battaglie che, dalle pagine dell’Avanti! della domenica, abbiamo fatto nostre a più riprese, discutendole ad ampio raggio ed ospitando anche interventi di chi aveva posizioni contrarie alle nostre. Perché è di tutta evidenza che o la lotta alla corruzione coinvolge la cittadinanza e le forze economiche di questo Paese, oppure un pugno di magistrati, per quanto possa essere dedito al lavoro ed integerrimo, non la vincerà mai. Pertanto, come abbiamo scritto ad esempio nel caso del calvario giudiziario che ha colpito il sindaco di Reggio Calabria Falcomatà, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, e tanti altri amministratori di ogni colore politico di tutto il Paese, dobbiamo dire sì alla lotta contro la corruzione ed i reati degli incaricati di pubblico servizio, tra cui i politici, ma assolutamente no alla caccia alle streghe di cui si nutrono il peggior giornalismo e la peggiore politica. Parallelamente alle nostre battaglie garantiste, però, continuiamo a sostenere come la giustizia, per funzionare, abbia bisogno di adeguati finanziamenti: perciò esortiamo il ministro Nordio ad assumere nuovi magistrati (ben vengano i 250 nuovi posti in organico che il suo ddl prevede per il 2025, ma non bastano), a pagare meglio i cancellieri e gli altri funzionari dei Tribunali, che stanno scomparendo in particolare in alcune posizioni importantissime, ed in generale a far funzionare meglio la macchina della giustizia. Ad esempio, caro Ministro Nordio, le chiediamo come sia possibile che, nel 2024, ancora non vengano valorizzati pienamente i tecnici che aiutano a trascrivere bene le intercettazioni telefoniche, spesso piene di rumori ambientali e realizzate in contesti audio non ottimali? Questi esperti si chiamano trascrittori forensi, e teoricamente dovrebbero essere scelti tra i membri di un apposito Albo professionale previsto dalla legge ma mai istituito. Nessuno si pone il problema della loro qualifica professionale e così, secondo dati dello stesso Ministero della Giustizia, il 43% di loro non sono laureati ed il 6% ha solo la licenza media. Se trascrivere è anche interpretare, spesso in contesti in cui gl’intercettati parlano in maniera allusiva ed in modo criptico per non farsi capire, e magari pure in dialetto od in lingue straniere poco conosciute, come si può pretendere di condurre intercettazioni efficaci? Ah, dimenticavamo: il trascrittore forense viene pagato quattro euro lordi all’ora, per non più di otto ore al giorno: la legge risale agli anni della lira, e nessuno si è preoccupato di adeguare i compensi al costo della vita attuale. Dove pensiamo di andare, di questo passo?