Rischi reputazionali e sostenibilità: un equilibrio delicato - Cineas

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Erica Nagel, Sustainability Advisor certified e docente Cineas

La sostenibilità è diventata un elemento essenziale per tutte le aziende, ma comporta rischi reputazionali che influenzano la percezione pubblica e il valore aziendale. Erica Nagel, Sustainability Advisor certified e docente Cineas, ci presenta alcuni strumenti per gestire al meglio e valorizzare queste attività nel bilancio di sostenibilità delle aziende e per accompagnare le imprese in un miglioramento continuo. Cineas, in collaborazione e con il coordinamento della dott.ssa Nagel, sta preparando un nuovo corso sulla rendicontazione di sostenibilità per le PMI (Piccole e Medie Imprese), in modo da fornire loro le competenze utili a individuare, misurare e valorizzare le attività da includere nel bilancio di sostenibilità. Il corso sarà presentato entro fine 2024.

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un elemento cruciale per le aziende che desiderano mantenere una buona reputazione e assicurarsi una posizione competitiva nel mercato. Tuttavia, l’adozione di pratiche sostenibili non è priva di rischi reputazionali, che possono manifestarsi in vari modi e avere impatti significativi sulla percezione pubblica, sul valore aziendale e, in ultima analisi, sul futuro dell’impresa. L’adozione di politiche sostenibili rappresenta una promessa di impegno verso la tutela dell’ambiente, il benessere sociale e la governance etica. Le aziende che riescono a integrare con successo questi principi nelle loro operazioni quotidiane possono beneficiare di una reputazione positiva, attrarre investimenti, avere un maggior accesso al credito e fidelizzare una clientela sempre più consapevole e attenta alle questioni ambientali, sociali e di etica economica.

Comunicare in modo efficace le iniziative di sostenibilità è essenziale, ma può presentare degli elementi di rischiosità. Il Greenwashing, ovvero la pratica di esagerare o falsificare l’impegno verso la sostenibilità, può facilmente essere smascherato da media, consumatori e organizzazioni non governative. Questo fenomeno può comportare gravi danni alla reputazione aziendale, generando sfiducia e critiche che possono tradursi in un calo delle vendite e della fedeltà dei clienti.

Secondo l’esecutivo UE nel 2020 il 53,3% delle informazioni su ambiente e clima presenti in etichetta, su un campione esteso di prodotti, erano ingannevoli e il 40% completamente prive di fondamento. Per questo il Parlamento Europeo ha pubblicato il 28 febbraio di quest’anno la Direttiva 2024/825, che ha come scopo:

  • proibire le comunicazioni sui temi ambientali che risultino generiche e ingannevoli
  • vietare l’obsolescenza precoce programmata intesa come “politica commerciale che comporta la pianificazione o la progettazione deliberata di un prodotto con una durata di vita limitata, affinché giunga prematuramente ad obsolescenza o smetta di funzionare dopo un determinato periodo e dopo una intensità d’uso predeterminata”

Per mitigare i rischi reputazionali, le aziende devono adottare un approccio trasparente nella comunicazione delle loro pratiche sostenibili. Questo include la pubblicazione di report dettagliati e verificabili, la partecipazione a certificazioni riconosciute e la disponibilità a rispondere in modo aperto e sincero alle domande e preoccupazioni degli stakeholder. La trasparenza non solo costruisce fiducia, ma consente anche di dimostrare in modo tangibile gli sforzi e i risultati ottenuti. Un altro aspetto fondamentale è la coerenza tra le dichiarazioni pubbliche e le azioni effettive. Incoerenze possono emergere in vari modi, come ad esempio, quando un’azienda promuove politiche ambientali ma continua a sostenere pratiche dannose attraverso la sua catena di fornitura. Queste discrepanze sono rapidamente individuate e possono erodere la fiducia del pubblico.

La fiducia degli stakeholder è un asset prezioso e fragile. I rischi reputazionali legati alla sostenibilità possono compromettere gravemente questa fiducia, soprattutto se gli stakeholder percepiscono che l’azienda non sta mantenendo le sue promesse. Una perdita di fiducia può avere ripercussioni a lungo termine, influenzando negativamente le relazioni con investitori, clienti, dipendenti e partner commerciali. I rischi reputazionali non gestiti possono minare il futuro dell’impresa. Un danno alla reputazione può portare a una perdita di mercato e a un calo delle entrate, riducendo la capacità dell’azienda di innovare e crescere. In casi estremi, può anche risultare in sanzioni legali e regolatorie, mettendo a rischio la sostenibilità finanziaria e operativa dell’azienda stessa. Infine, la gestione proattiva dei rischi reputazionali legati alla sostenibilità richiede un monitoraggio continuo e una capacità di risposta rapida alle critiche e alle crisi. Le aziende devono essere pronte a correggere rapidamente eventuali errori e a dimostrare un impegno genuino nel miglioramento continuo delle loro pratiche sostenibili. L’ascolto attivo degli stakeholder e la collaborazione con esperti del settore possono, inoltre, offrire preziose indicazioni su come migliorare e innovare.

In conclusione, i rischi reputazionali legati alla sostenibilità sono una sfida complessa ma gestibile. Le aziende che riescono a navigare con successo queste acque tempestose possono non solo evitare danni alla propria immagine, ma anche costruire una reputazione solida e duratura, fondata sulla fiducia e sul rispetto da parte dei loro stakeholder, assicurando così un futuro più stabile e prospero per l’impresa.

Cineas, con la collaborazione e il coordinamento della dott.ssa Nagel, sta preparando un corso dedicato alla Rendicontazione di sostenibilità: rischi ed opportunità per le piccole e medie imprese che sarà presentato entro la fine del 2024. Il corso, rivolto alla C-suite delle medie imprese, si pone l’obiettivo di fornire alle diverse funzioni aziendali gli strumenti per individuare, misurare e valorizzare le attività da rendicontare nel bilancio di sostenibilità.
Con un’ottica pratica e funzionale alle esigenze delle PMI saranno introdotte le normative e i requisiti previsti. I docenti guideranno i partecipanti nell’individuare quali vantaggi competitivi potrà avere l’impresa in linea con gli aggiornamenti legislativi. I professionisti partecipanti potranno acquisire le competenze necessarie per navigare attraverso i rischi associati ad un eventuale mancato adempimento rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile con un focus sulle opportunità di miglioramento dell’efficienza per il consolidamento dell’immagine aziendale.

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f.montanari