Yogurt. Quello vero e di qualità migliora la nostra salute - A.I.D.O.

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Le numerose varietà di prodotto, l’aggiunta di ingredienti spesso non di qualità, allontanano l’offerta finale dall’alimento originario. Scopriamo innanzitutto le sue proprietà alla luce delle ultime ricerche scientifiche

di Vita e Salute

Bianco naturale, zuccherato, alla frutta o con muesli. Più o meno cremoso, con aggiunta di panna o “greco”. Oggi dire “yogurt” significa parlare di così tante varianti che spesso si allontanano dal prodotto originario, a tal punto che si fatica a definirlo ancora yogurt.
Vediamo allora di riscoprire il suo valore effettivo e come riconoscerlo in mezzo a mille offerte allettanti ma, spesso, non così indicate per la nostra salute.

Le origini

Lo yogurt è un latte fermentato dalle origini molto antiche, probabilmente risalente al 5.000 aC.
Si ottiene dal latte, attraverso una fermentazione lattica ad opera di due microrganismi omefermentanti (ovvero che, fermentando il glucosio, producono quasi esclusivamente acido lattico): Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus e Streptococcus thermophilus.
Nel ventesimo secolo questo alimento cominciò a essere oggetto di studio, in particolare da parte del bulgaro Stamen Grigorov che identificò uno dei due batteri che porta alla produzione dello yogurt, il Bacillus bulgaricus, oggi noto come Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus.

Protegge il benessere intestinale

Molti sono i benefici riconosciuti dalla ricerca scientifica. Una revisione sistematica delle ricerche su questo alimento ha rilevato gli effetti benefici dello yogurt sulla salute cardiovascolare, sul rischio di tumori, sulla gestione del peso corporeo, sul diabete e sulla densità minerale ossea.
Ovviamente è bene che sia biologico e bianco. E meglio se di capra, pecora, bufala, con latte fieno.
Lo yogurt aumenta anche i livelli di Akkermansia muciniphila, un batterio anaerobio che vive nel nostro intestino, riducendo il rischio di diabete di tipo 2. L’Akkermansia muciniphila promuove l’integrità di barriera ed è un importante biomarcatore dell’omeostasi intestinale. Una sua minore presenza è associata a malattie infiammatorie dell’intestino e disturbi metabolici.
Uno studio di coorte del 2017 osserva che “mangiare regolarmente yogurt aiuta a rinforzare le ossa negli over-60, riducendo il rischio di osteoporosi e fratture”.
Lo yogurt può aiutare a ridurre l’infiammazione cronica di basso grado indotta dall’obesità, modulando il microbiota intestinale e promuovendo il benessere intestinale.
Inoltre, in caso di gastrite, in cui è presente infiammazione della mucosa gastrica, può essere interessante consumare alimenti come lo yogurt, dove i batteri utilizzati per la fermentazione producono particolari sostanze (quelle che poi determinano la cremosità dello yogurt) che possono contribuire alla protezione della stessa mucosa.

Adatto agli intolleranti al lattosio

Va considerato che lo yogurt può essere anche adatto agli intolleranti al lattosio, il principale carboidrato del latte. Nello yogurt la quantità di lattosio è ridotta. Infatti, i due batteri presenti in questo alimento hanno digerito (scisso) il lattosio in galattosio e glucosio, e quest’ultimo è stato fermentato e trasformato in acido lattico.
Inoltre, dopo l’ingestione dello yogurt, i batteri muoiono liberando l’enzima che degrada le quantità residue di lattosio presenti nell’alimento.

L’alternativa di soia

Un’alternativa allo yogurt di latte può essere uno yogurt preparato con bevanda di soia.
Anche in questo caso, l’attenzione sarà rivolta alla scelta del biologico, in quanto ci garantisce l’assenza di Ogm (Organismi geneticamente modificati).
La soia contiene i preziosi isoflavoni che hanno azione antiossidante, con protezione delle cellule dai radicali liberi e quindi da eventuali danni legati allo stress ossidativo. Aiutano inoltre le donne in menopausa a ridurre sintomi come le vampate di calore e le sudorazioni notturne.
La presenza di questi composti aiuta anche a ridurre il rischio di osteoporosi. Da considerare anche che la soia è un’ottima fonte di calcio.
Le proteine della soia sono inoltre coinvolte nella riduzione del colesterolo sierico e della pressione sanguigna. E hanno effetti sul diabete di tipo 2 e sulla resistenza all’insulina.
Va comunque considerato che la soia può interferire con alcuni farmaci, come quelli utilizzati in chemioterapia, oppure nel trattamento di alcune forme di tumore al seno estrogeno-dipendenti. Pertanto, è bene consultare il proprio oncologo.

Consigli per la scelta

Uno yogurt vero ha come ingredienti il latte e i batteri che lo fermentano. Se c’è aggiunta di panna o di crema di latte (che indica la stessa cosa), non è un vero yogurt, ossia difficilmente sarà un prodotto fermentato. Infatti, sono proprio le sostanze prodotte dalla fermentazione batterica che contribuiscono a determinare la cremosità tipica di questo alimento, non la panna aggiunta.
È bene poi che lo yogurt sia bianco e intero. E ovviamente con latte non da allevamenti intensivi.
Bianco perché uno yogurt alla frutta (o con zucchero) sarà di fatto un alimento ossidato e, quindi, pro-infiammatorio. Questo perché il fruttosio della frutta (o dello zucchero) causa stress ossidativo e infiammazione. La frutta fresca possiamo aggiungerla al momento del consumo.
Ci hanno poi inculcato l’idea del low-fat, il prodotto light, mutuato da oltre oceano, facendoci credere che i grassi facciano male. Premesso che c’è grasso e grasso, è bene non demonizzarli.
Gli unici grassi che è bene che non dovrebbero essere presenti nella nostra alimentazione sono gli acidi grassi trans (presenti in margarine e oli raffinati, come per esempio gli oli di semi di girasole e mais). Gli acidi grassi saturi, invece, sarebbero da limitare. Ma questo non giustifica la scelta di uno yogurt magro.
In uno yogurt di capra, oltretutto, la percentuale di lipidi è circa 2,9% (quindi irrisoria); la porzione di uno yogurt è generalmente di 125 g, quindi troveremo circa 3,6 g di lipidi. E nei lipidi, non dimentichiamolo, ci sono le vitamine liposolubili (quali la vitamina A). Rimuovendo i grassi, rimuoviamo anche questi importanti micronutrienti.
Meglio se con latte fieno. Il latte fieno è disciplinato a livello europeo e prevede il divieto di somministrare insilati e mangimi Ogm. Quindi, gli animali in primavera e in estate pascoleranno liberamente nei prati e mangeranno erba fresca; in autunno e in inverno si nutriranno di fieno (erba secca). Il latte fieno, oltre a essere più digeribile, avrà un più alto contenuto di acidi grassi della serie omega-3 e sarà più ricco di altri nutrienti quali, per esempio, la vitamina A.

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