CoEHAR: cellule del cervello esposte al fumo di sigaretta invecchiano 5 volte più velocemente rispetto a quelle trattate con nicotina o aerosol dei prodotti a rischio modificato

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I ricercatori del CoEHAR hanno di recente pubblicato uno studio unico in letteratura, analizzando gli effetti del fumo di sigaretta, dell’aerosol dei prodotti a tabacco riscaldato e della nicotina sulle cellule del microglia, le “sentinelle” del sistema nervoso centrale: la ricerca dimostra un’alterazione nella fisiologia cellulare, un vero e proprio invecchiamento precoce, che implica quasi il doppio delle possibilità in più di incorrere in conseguenze più gravi in presenza di patologie dell’area cognitiva

Primo studio in letteratura a valutare la risposta infiammatoria di cellule del microglia in condizioni standardizzate, se esposte al fumo di sigaretta, all’aerosol di un prodotto a tabacco riscaldato e alla nicotina pura

I dati dimostrano un’alterazione della fisiologia di queste cellule che, in caso di stimoli esterni, avranno una risposta alterata con conseguenze più gravi per un fumatore rispetto a un non-fumatore

Quasi il 50% di diminuzione della proteina responsabile della risposta delle cellule del microglia a causa del fumo di sigaretta: la cellula invecchia quindi 5 volte più velocemente

LINK ALLO STUDIO

Catania, 3 ottobre 2024 – Il fumo di sigaretta è causa di un progressivo deterioramento della salute e delle condizioni di vita nei fumatori di tutte le età. In media, chi utilizza sigarette perde dieci anni di vita rispetto a un non-fumatore. Non solo, ma le oltre 4000 sostanze chimiche sprigionate dalla combustione comportano delle alterazioni a livello cellulare e all’accumulo di proteine malfunzionanti. È noto, infatti, che il fumo è un fattore ambientale di invecchiamento, inducendo stress ossidativo in più organi, incluso il cervello ed esercitando un’influenza negativa sule condizioni neurocognitive e neuropatologhe, raddoppiando le possibilità di sviluppare demenza, Alzheimer e ictus.

Tuttavia, non esistono dati sperimentali sufficienti che dimostrino come il fumo effettivamente alteri la fisiologia del cellule in modo tale da indurre  cambiamenti patologici che comportino lesioni nell’area cognitiva.

Per questo i ricercatori del CoEHAR, in collaborazione con alcuni dei più prestigiosi centri internazionali di ricerca legati alla Temple University (USA) e alla King Saud University di Riyadh, hanno condotto uno studio in vitro per valutare e confrontare l’impatto del fumo di sigaretta, dell’aerosol dei prodotti a tabacco riscatto e della nicotina pura sulla funzione microgliale con particolare riguardo al profilo tossicologico, alla risposta infiammatoria e allo stress ossidativo in condizioni clinicamente rilevanti.

Lo studio, unico nel suo genere in letteratura, ha dimostrato che, in queste condizioni sperimentali, la nicotina e i prodotti a tabacco riscaldato non hanno evidenziato una tossicità significativa, mentre la sigaretta ha mostrato una diminuzione significativa della vitalità cellulare.

Diversi studi hanno dimostrato come le sostanza tossiche sprigionate dal fumo di sigaretta possano avere conseguenze a livello di stress ossidativo e neuroinfiammazione, ma i risultati non sono mai stati testati in condizioni standardizzate e clinicamente rilevanti” spiega il prof. Giovanni Li Volti “Abbiamo testato la risposta delle cellule del microglia, cellule immunitarie residenti altamente specializzate, che agiscono come sentinelle del cervello, al fumo di sigaretta, all’aerosol di un prodotto a rischio modificato e alla nicotina. Abbiamo osservato un’alterazione della proteina responsabile dell’attivazione delle difese antiossidanti della cellula e quindi della fisiologia cellulare, che comporta di conseguenza una risposta alterata nel caso di condizioni patologiche. In parole semplici, la cellula di un fumatore invecchia 5 volte più velocemente di quella di un non fumatore, e, qualora dovesse subentrare una condizione patologica grave, non è più in condizione di rispondere correttamente”.

Lo studio non rappresenta un modello di sviluppo di patologie neurodegenerative, ma regala un’attenta fotografia della risposta cellulare in caso di stimoli esterni: questo schema di invecchiamento precoce delle cellule, indica che, ad esempio, un fumatore colpito da ictus avrà esiti e conseguenze più gravi rispetto a non fumatore.

È interessante notare che questi risultati sono coerenti con l’ipotesi che la tossicità possa dipendere dai prodotti della combustione piuttosto che dall’effetto diretto della nicotina o dall’esposizione all’aerosol dei prodotti a tabacco riscaldato”.

In conclusione, lo studio dimostra che i prodotti a tabacco riscaldato e la nicotina comportano una significativa riduzione della tossicità rispetto al fumo di sigaretta, nonostante non sianoproiotti completamente privi di rischio. I risultati forniscono preziose informazioni sulle implicazioni del fumo di sigaretta nella neuroinfiammazione e nella neurodegenerazione e potrebbero fornire una possibile motivazione per sviluppare strategie di riduzione del danno per i fumatori incalliti.

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Chiara Nobis