Confconsumatori, recuperati oltre 21.000 euro per truffe con assegni contraffatti Le banche – che non si sono accorte subito che gli assegni erano falsi – hanno dovuto rimborsare
Parma, 6 novembre 2024 – Negli ultimi mesi, si sono verificati a Parma due nuovi casi di truffa ai danni di consumatori che, dopo aver venduto oggetti di valore (orologi di marca Rolex), si sono resi conto di essere stati raggirati attraverso l’utilizzo di assegni circolari contraffatti. Grazie all’assistenza dell’avvocato Mara Menatti di Confconsumatori, è stato possibile recuperare complessivamente oltre 21.000 euro, ottenuti attraverso procedure di conciliazione e ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario.
COMPRAVENDITA ONLINE
Le truffe seguono un copione ormai consolidato: in entrambi i casi, i venditori, dopo aver pubblicato l’annuncio su piattaforme di compravendita tra privati, sono stati contattati da presunti acquirenti. Dopo aver raggiunto un accordo, i cittadini si sono recati presso le proprie banche, insieme ai potenziali acquirenti, per verificare la validità degli assegni circolari che – anche nella valutazione degli istituti di credito – apparivano sicuri. Solo a seguito della conferma sulla validità dei titoli, i venditori hanno consegnato i propri beni agli acquirenti. Tuttavia, dopo pochi giorni dall’accredito del denaro sui conti dei venditori, gli assegni si sono rivelati falsi, e le somme sono dunque state stornate.
CONCILIAZIONE E ABF
Amareggiati, in quanto convinti che la verifica preventiva li avrebbe tutelati, i consumatori hanno chiesto il rimborso alle banche che avevano curato l’incasso degli assegni. Le banche, tuttavia, hanno respinto ogni responsabilità, obbligando i venditori a ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario.
Nel primo dei due casi, l’istituto bancario intermediario ha proposto una soluzione transattiva durante il procedimento di conciliazione, offrendo una somma di 8.000 euro rispetto ai 9.600 euro dell’assegno contraffatto. Il consumatore ha deciso di accettare, concludendo la vertenza in via bonaria. Nel secondo caso, invece, nonostante una proposta di conciliazione iniziale, il ricorso è stato sostenuto fino a ottenere l’importo totale del titolo di 13.000 euro, oltre agli interessi legali maturati e alle spese per la procedura. Il Collegio di Bologna ha riconosciuto la piena responsabilità della banca intermediaria per non avere rilevato la falsità del titolo e per non aver condotto verifiche adeguate sull’identità dell’acquirente. Nella sua decisione, l’Abf ha sottolineato come la negligenza professionale dimostrata dalla banca metta in discussione il valore degli assegni circolari come mezzo affidabile di pagamento nelle transazioni tra privati.
“Il nostro impegno nel difendere le ragioni dei consumatori è sempre attento e scrupoloso, anche nel bilanciare proposte transattive che possano soddisfare il consumatore o, diversamente, farlo sentire corresponsabile benché non lo sia e, quindi, prendendo posizioni nette a sua difesa, anello più debole della catena”, commenta l’avvocato Menatti di Confconsumatori Parma. “Rinnovo la mia personale soddisfazione, auspicandomi che in futuro si possa giungere alla ripetizione del dovuto senza incorrere in ricorsi o battaglie giudiziarie ma semplicemente riconoscendo il giusto grado di responsabilità. Il consumatore necessita di avere punti fermi e soggetti a cui rivolgersi e a cui affidarsi per sentirsi tutelato”.
- confadmin
- Novembre 6, 2024
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- Dalle Sedi, Emilia Romagna