“È un bambino meraviglioso, a volte ancora ci sembra incredibile che sia davvero con noi. Perfino i nonni, che inizialmente ci chiedevano ‘Ma chi ve lo ha fatto fare?’, sono ora completamente innamorati di lui”

“La nostra famiglia vive a San Marino, dove Kojo Enea, un anno e mezzo, è già una piccola celebrità – raccontano Sara e Emanuele che con la figlia Giorgia, 9 anni, sono tornati da poco dal Ghana insieme al piccolo di casa -. Il nome “Kojo” significa “nato di lunedì” secondo una tradizione ghanese che assegna il nome ai bambini in base al giorno della loro nascita”.

Il percorso adottivo

La famiglia è entusiasta per essersi allargata in questo modo, andando a incontrare il proprio figlio a migliaia di chilometri, ed è tornata a casa non solo carica di amore per questo bambino ma con un immenso patrimonio di cultura e tradizioni ghanesi che difficilmente saranno dimenticate.
“Siamo la quarta coppia ad aver adottato in questo Paese e ci consideriamo molto fortunati. – Raccontano mamma e papà. – Il percorso è stato relativamente breve e fluido, considerando l’attuale situazione delle adozioni internazionali. L’intero iter è durato circa tre anni, ma entro un anno dal mandato ad Ai.Bi. eravamo già pronti a partire, con il biglietto aereo in tasca. Dall’abbinamento, lo scorso maggio, alla partenza è trascorso poco più di un mese, mentre la procedura in Ghana ha richiesto una permanenza di tre mesi. Anche in questo, dobbiamo ammettere, siamo stati fortunati: poiché siamo partiti a inizio giugno, non abbiamo interferito con la scuola di nostra figlia Giorgia. E siamo rientrati giusto in tempo per l’inizio delle lezioni”.
Tre mesi in un Paese non è un periodo che facilmente può conciliarsi con il lavoro di chiunque, ma Sara, che lavora in ospedale, è riuscita a mettere insieme maternità, permessi e ferie mentre il marito ha utilizzato due mesi di permesso per adozione e giorni di ferie accumulati.

L’incontro con il figlio

Superato questo ostacolo per partire, non restava che affrontare la permanenza vera e propria.
Kojo viveva in un grande istituto di un piccolo villaggio, nel padiglione dei neonati e dei bebé e a detta di mamma e papà era accudito con grande attenzione.
“Siamo rimasti in questo paesino cinque giorni dopo l’arrivo, prima di trasferirci a Cape Coast, vicino alla sede dell’Autorità centrale per le adozioni e al Tribunale”.
Il primo mese, raccontano i genitori, è stato particolarmente impegnativo soprattutto per Giorgia, in quanto la procedura ghanese prevede un primo periodo di isolamento in cui si costruisce l’affiatamento tra famiglia e bambino.
“Siamo di fatto rimasti chiusi in casa, come previsto dal protocollo, senza potere uscire da soli perché nei primi 30 giorni di pre-affidamento del figlio i genitori non sono ancora riconosciuti legalmente – racconta Sara – . Durante questo mese, gli assistenti sociali venivano periodicamente a valutare la nostra situazione e una cuoca locale veniva a prepararci piatti tradizionali due volte alla settimana, aiutandoci anche nelle faccende domestiche. Come dicevo, non potevamo uscire, se non una volta a settimana, accompagnati dalla governante, e approfittavamo di quel giorno per fare un’escursione al mare, godendo del mite “inverno” ghanese, con temperature stabili sui 24 gradi”.
Per giocare, Giorgia e Kojo Enea avevano a disposizione un piccolo cortile.
“Dopo la sentenza, quando l’adozione è diventata ufficiale – prosegue papà – abbiamo potuto muoverci liberamente. Abbiamo persino fatto una piccola vacanza, esplorando la cultura locale e la calorosa ospitalità delle persone, senza avvertire alcun senso di pericolo. Abbiamo assaggiato piatti locali, tra cui diverse zuppe e polente a base di manioca e altri ingredienti tipici”.
La famiglia è stata seguita in ogni passaggio dal referente locale di Ai.Bi.: “È andato tutto benissimo, è stato impeccabile nell’aiutarci a orientarci in un Paese che non conoscevamo. Con il suo supporto, siamo riusciti a organizzare le giornate e a sviluppare un bel senso di adattamento e creatività”, precisa la mamma.
L’esplorazione del Paese si è spinta nella regione del Volta, visitando le famose cascate e il Tempio delle scimmie. “È un Paese di grande bellezza, dove si può osservare anche la povertà, ma sempre accompagnata da una forte dignità”.
I due mesi successivi sono stati in sé una lunga vacanza in cui Kojo si è legato subito a tutti i componenti della famiglia, incluso la mamma, che è sempre una figura verso la quale non tutti i bambini riescono subito a entrare in sintonia. Certo dipende molto dalla storia pregressa dei minori e Kojo è parso sereno, pur trattandosi di un bambino che viveva in istituto.
“È un bambino meraviglioso, a volte ancora ci sembra incredibile che sia davvero con noi. – Concordano i genitori. – Anche Giorgia è maturata molto grazie a questa esperienza: adora suo fratello e lo porta a spasso, molto orgogliosa. È un’esperienza indescrivibile e bellissima. Perfino i nonni, che inizialmente ci chiedevano ‘Ma chi ve lo ha fatto fare?’, sono ora completamente innamorati di lui”.
Amici e la famiglia allargata condividono la scelta di famiglia. Kojo è un bimbo socievole, gioca con la sorella e i cuginetti, e presto probabilmente inizierà a frequentare qualche ora all’asilo nido.
Il percorso di Sara, Emanuele e Giorgia è iniziato con il supporto della sede AiBi di Firenze e poi di quella di Melegnano. L’idea dell’adozione non è nata all’improvviso ma da un progetto che Sara e Emanuele avevano sempre accarezzato.
“Desideravamo un secondo figlio, ma per una serie di vicende personali abbiamo capito che l’adozione era la strada giusta per noi – ricorda Sara che è ancora in contatto con altre famiglie adottive, inclusi alcuni genitori che si trovano attualmente in Ghana -. Più ci informavamo, più frequentavamo corsi, più era chiaro che questa fosse la nostra direzione”.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it.
Ai.Bi. organizza periodicamente anche dei corsi pensati per dare alle coppie che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’adozione, dando loro le nozioni base sulla normativa di riferimento, le procedure da espletare, la presentazione della domanda di idoneità, ecc. A questo link si possono trovare tutte le informazioni relative al prossimo corso online “Primi passi nel mondo dell’Adozione Internazionale”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati

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