Stabilità finanziaria nell'area dell'euro - BCE - Format Research

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Dal discorso di Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, alla Frankfurt Euro Finance Week, organizzata dal dfvEuro Finance Group

Prospettive macrofinanziarie volatili e incerte

Se si guarda a dove siamo ora rispetto a un anno fa, l’equilibrio dei rischi macroeconomici si è spostato dalle preoccupazioni per l’inflazione elevata ai timori per la crescita economica. L’inflazione dei prezzi al consumo si è avvicinata al nostro obiettivo del 2%.
Ma l’attività economica è stata più debole del previsto: abbiamo rivisto al ribasso le nostre proiezioni due volte, prima dell’estate e a settembre.
Le prospettive di crescita sono offuscate dall’incertezza sulle politiche economiche e sul panorama geopolitico, sia nell’area dell’euro che a livello globale. Le tensioni commerciali potrebbero aumentare ulteriormente, aumentando il rischio che si materializzino eventi estremi.
Questi venti contrari ciclici aggravano i problemi strutturali di bassa produttività e debole potenziale di crescita dell’area dell’euro.

In un contesto di elevata incertezza, la nostra prossima revisione della stabilità finanziaria evidenzia tre principali vulnerabilità che caratterizzano le prospettive dell’area dell’euro.

Principali vulnerabilità della stabilità finanziaria

I mercati finanziari

La prima vulnerabilità riguarda i mercati finanziari, che rimangono suscettibili a bruschi e repentini aggiustamenti.
Mentre i recenti episodi di elevata volatilità sono stati di breve durata e hanno avuto solo un impatto limitato sul sistema finanziario, le vulnerabilità sottostanti rendono i mercati finanziari inclini a periodi di volatilità in futuro.
In primo luogo, i premi azionari ai minimi storici e gli spread obbligazionari societari compressi sono segnali che gli investitori potrebbero sottovalutare la probabilità e il potenziale impatto di scenari avversi.
In secondo luogo, la concentrazione della capitalizzazione del mercato azionario e degli utili tra una manciata di aziende, in particolare negli Stati Uniti, è aumentata notevolmente negli ultimi anni, sollevando preoccupazioni sulla possibilità di una bolla dei prezzi delle attività collegata all’intelligenza artificiale.
Data la profonda integrazione dei mercati azionari globali, le sorprese negative specifiche per azienda o settore potrebbero facilmente riversarsi oltre confine.

I crescenti rischi sovrani

La seconda vulnerabilità riguarda i crescenti rischi sovrani.
Mentre il rapporto debito/PIL aggregato dell’area euro è diminuito notevolmente dal picco raggiunto durante la pandemia, i livelli di debito rimangono elevati in molti paesi a causa di deficit primari persistenti.
In queste circostanze, lo slittamento fiscale o le domande sui percorsi di consolidamento fiscale potrebbero innescare un’ulteriore rivalutazione del rischio sovrano.
Gli attuali ampi deficit primari renderanno inoltre più difficile per i governi sostenere l’economia se si materializzano shock avversi e renderanno più difficile fornire investimenti aggiuntivi per far fronte alle sfide strutturali, tra cui il cambiamento climatico, la spesa per la difesa, la digitalizzazione e la bassa produttività.
Ciò a sua volta potrebbe dare origine a un circolo vizioso negativo tra bassa crescita e sostenibilità del debito sovrano.

Il rischio di credito

La terza vulnerabilità riguarda il rischio di credito. In un contesto di deboli prospettive di crescita, il rischio di credito rimane una preoccupazione per alcune aziende e famiglie dell’area dell’euro e potrebbe influire sulla qualità degli asset di banche e non banche.
Nel complesso, aziende e famiglie hanno resistito all’impatto dei passati aumenti dei tassi di interesse e sembrano generalmente resilienti. Tuttavia, i tassi di prestito elevati, sebbene in calo, rimangono una sfida per alcuni mutuatari.
Le insolvenze, un indicatore ritardato della salute finanziaria aziendale, sono aumentate in tutti i settori e nei paesi, sebbene da livelli relativamente bassi.
La capacità di servizio del debito delle piccole e medie imprese e delle società immobiliari commerciali sembra essere particolarmente vulnerabile a un rallentamento dell’attività economica e a costi di indebitamento più elevati.
Allo stesso tempo, i mercati immobiliari commerciali dell’area dell’euro mostrano segnali di stabilizzazione, con una domanda degli investitori in lenta ripresa, in linea con una politica monetaria meno restrittiva.
Inoltre, i tassi di interesse più elevati continuano a mettere alla prova le famiglie con redditi più bassi e mutui a tasso variabile. Una crescita più lenta e un mercato del lavoro in indebolimento potrebbero ulteriormente indebolire la capacità di servizio del debito di questi mutuatari.

(Stabilità finanziaria nell’area dell’euro BCE – Foto da Unsplash)

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