Home » News » Horizon Europe » Partecipazione dei private for-profit italiani in Horizon Europe, focus sulle PMI
La Conferenza Annuale che APRE organizza per i soci, quest’anno si è arricchita di due eventi collaterali che si sono tenuti a distanza di una settimana dagli appuntamenti in presenza.
Il 24 ottobre si è svolto l’incontro dal titolo “La partecipazione delle PMI italiane in Horizon Europe”, cui principale intento è stato quello di presentare il report sulla partecipazione delle PMI nei primi 3 anni di Horizon Europe e discuterne con esponenti rappresentativi delle imprese italiane, come Unioncamere e Confindustria, e il CNR, che come centro di ricerca più grande sul territorio nazionale offre un quadro chiaro di quelli che possono essere i rapporti tra ricerca e innovazione in Italia.
APRE già in precedenza, proprio per il suo ruolo di Punto di Contatto Nazionale di Horizon Europe, ha svolto un’indagine sull’andamento della partecipazione delle imprese italiane nell’ultimo Programma quadro. Questo aggiornamento del rapporto è nato con l’intento di fornire una fotografia aggiornata e attuale della tematica sopra citata.
I risultati del rapporto
I risultati riportati nel documento ci confermano che enti come le piccole e medie imprese italiane seguono il trend dei precedenti anni del Programma. Quando parliamo di rientro economico, notiamo però come le PMI, rispetto alle medie dei private for-profit italiani, registrano una percentuale più bassa della media, passando dal 10,9% dei private for-profit al 8,6% delle PMI.
Ritroviamo lo stesso dettaglio anche nell’analisi del posizionamento delle PMI italiane rispetto ad altri paesi europei che partecipano al Programma quadro. Il divario tra partecipazione e finanziamenti ci mostra l’Italia al 3° posto per numerosità di partecipazione, mentre la troviamo al 5° posto nell’analisi contributo finanziario.
La causa di questo andamento è riconducibile a problematiche connesse a specificità proprie del sistema economico italiano, come costo del lavoro e intensità di capitalizzazione.
Nell’indagine con focus sul secondo pilastro di Horizon Europe, vediamo come le percentuali della partecipazione di private for-profit rispetto al totale degli enti italiani, registra una percentuale intorno al 50% nei Cluster 3, 4 e 5. Questi risultati sono coerenti con quelle che possiamo ritenere le tematiche di maggior interesse per le imprese, infatti si tratta dei Cluster che si occupano di sicurezza civile, digitale industria e spazio e nel caso del Cluster 5 di Clima, Mobilità ed Energia.
A differenza della ripartizione della presenza delle PMI e grandi imprese in generale nel Programma, in cui si manteneva un rapporto del 50%, analizzando lo stesso rapporto tra le due tipologie di enti ma nei differenti Cluster, notiamo i valori riguardanti le PMI in netta minoranza. Nei casi migliori, come quello del Cluster 4, la presenza delle PMI in rapporto alle grandi imprese si avvicina al 30%.
Il confronto con i passati Programmi quadro
Rispetto ad Horizon 2020, nell’attuale Programma quadro abbiamo il terzo pilastro come parte di Horizon Europe dedicata specificatamente all’innovazione, soprattutto nell’European Innovation Council (EIC). Notiamo però che l’Italia in questa parte di Programma, a differenza di altri ambiti tematici, registra una prestazione più fiacca, infatti il suo posizionamento nel caso dell’Accelerator è ad oggi al nono posto, una posizione insolita per un paese come il nostro che mediamente si posiziona tra i primi cinque.
Sull’andamento della presenza delle PMI italiane nei differenti Programmi quadro, sia dal punto di vista finanziario che di partecipazione, possiamo affermare che, nonostante ci troviamo a metà della durata di Horizon Europe, si sta sedimentando lo stesso trend registrato in FP7 e Horizon 2020. Inoltre, notiamo una buona presenza di newcomer che raggiunge quasi il 50%.
I dati raccolti nel rapporto ci raccontano che questo è un periodo di consolidamento per la partecipazione delle PMI all’interno del Programma. Questo non esula il discorso da problematiche che persistono, come la discrepanza tra numerosità della partecipazione e il rientro economico o interrogativi sul futuro, come sull’impatto del PNRR all’adeguamento tecnologico delle PMI e come far fronte alla mancanza di una forte comunicazione, e conseguente collaborazione, tra ricerca e impresa.
I nodi da sciogliere
Dal punto di vista dei rappresentanti interpellati nella tavola rotonda, sono sorte visioni positive e incalzanti riguardo il possibile miglioramento della partecipazione delle PMI italiane all’interno del Programma Horizon Europe.
Il nodo più complesso da sciogliere è quello riconosciuto sulla componente EIC del terzo pilastro su cui c’è una concorde e forte volontà di lavorare e rafforzare la presenza delle PMI italiane.
C’è da parte di tutti una consapevolezza riguardo il ruolo che il PNRR rappresenta per il contesto PMI, in quanto strumento che ci si augura abbia avviato un circolo virtuoso per un rafforzamento delle imprese, oltre a fare da palestra per una più fruttuosa partecipazione ai programmi Europei.
È stato citato anche il problema delle risorse umane: l’attrattività italiana è molto bassa e le figure formate nella ricerca si spostano fuori dal paese. Un contributo in questo senso può essere dato dagli uffici di trasferimento tecnologico, che possono rivestire ruolo importante nelle partnership tra ricerca e impresa.
Le iniziative messe in atto
Nella discussione, di particolare utilità, è stato l’intervento su come si stanno già attuando azioni di supporto alle PMI per una migliore performance del sistema Italia in ambito di finanziamenti EU.
Collaborazione e sinergia sono le parole chiave evidenziate nel discorso. La proattività della ricerca pubblica è un elemento fondamentale per aumentare le performance delle PMI. Le imprese possono trovare nella ricerca una forte spinta per acquisire più competenze che permetterà loro di mantenere il passo veloce dell’innovazione.
Unioncamere da maggio di quest’anno porta avanti un’attività di match-making chiamato Matching Impresa Ricerca, basato sul networking delle camere di commercio. L’intento è proprio quello di mettere in contatto PMI e team di ricerca, per far fronte al fabbisogno di sviluppo tecnologico italiano. L’iniziativa è nata in collaborazione con il CNR, e ad oggi le imprese sono messe in contatto anche con altri centri di ricerca italiani come, ad esempio, ENEA.
Dalla parte di Confindustria, con il progetto Palestre stanno investendo su percorsi specifici per migliorare la performance delle imprese all’interno nell’EIC.
Insieme agli spunti sopra citati, l’intento del rapporto è quello di alimentare riflessioni costruttive sulla presenza delle PMI in HE per continuare a lavorare verso direzione positiva e fare uno sforzo per migliorare le strategie di partecipazione odierne.
L’augurio è quello che le PMI arrivino a rivestire anche posti di coordinamento all’interno di progetti di ricerca e innovazione finanziati all’interno di Horizon Europe e possano in futuro anche guidare la ricerca italiana, così come viceversa trovarsi pronte ad assolvere le richieste della ricerca nell’ambito dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica.
Maggiori informazioni
Video evento di presentazione – Canale YouTube APRE
Rapporto APREdati (ottobre 2024)
Presentazione progetto MIR – Matching tra Imprese e Ricerca pubblica | Unioncamere
Questo articolo è tratto da APREmagazine – Speciale Conferenza Annuale APRE 2024