Come il capitale istituzionale può risolvere la carenza abitativa in Europa: l'analisi di INREV - Assoimmobiliare

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Il paper di INREV fa parte della serie di ricerche dedicate al settore residenziale europeo. In questa uscita viene analizzata la crisi abitativa in Europa, descritta come una delle sfide principali degli ultimi anni, causata da decenni di mancato riconoscimento e soddisfacimento del fabbisogno abitativo. Questa carenza cronica di offerta ha generato un peggioramento nell’accessibilità economica in tutti i segmenti, con costi stimati in circa 12 trilioni di euro per affrontare il problema nei sette principali mercati europei.  Interventi di policy, come il controllo degli affitti, non risolvono il problema della carenza strutturale di prodotto. Una soluzione più efficace, in grado di far crescere l’offerta abitativa e meno influenzata da cicli economici, prevede l’impiego di capitale istituzionale come elemento cruciale per finanziare questa trasformazione.

Attualmente, gli investitori istituzionali detengono il 26% dei portafogli immobiliari europei, pari a 573 miliardi di euro, e riconoscono che l’investimento nel settore residenziale, anche per percettori di redditi medio-bassi, può rappresentare un’opportunità con rendimenti superiori a quelli del segmento prime e una leva significativa per realizzare obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Il capitale istituzionale – proveniente da fondi pensione e assicurazioni – con il suo orizzonte di lungo termine, è particolarmente compatibile con gli obiettivi delle politiche pubbliche, offrendo stabilità abitativa che favorisce benefici economici e sociali come sicurezza lavorativa e benessere. Tuttavia, la scarsa capacità di gestire i rischi nelle fasi iniziali dello sviluppo e la frammentazione delle politiche locali rappresentano ancora gli ostacoli principali all’ingresso massiccio dei capitali nel settore.

Il paper individua alcune soluzioni, come meccanismi che colleghino gli sviluppi iniziali al capitale Istituzionale, la rimozione delle barriere “locali” (in primo luogo la complessità normativa e gli iter burocratici lunghi e incerti) per accelerare la realizzazione degli edifici e l’adozione di metodi moderni di costruzione. Viene quindi enfatizzata la necessaria una strategia industriale per l’edilizia abitativa che allinei stakeholder pubblici e privati per un periodo pluridecennale, definendo obiettivi politici chiari e creando quadri normativi che mobilitino capitale su larga scala. Tra gli esempi virtuosi, vi sono alcuni modelli di partenariato pubblico-privato applicati in Europa che hanno dimostrato di poter contribuire al raggiungimento di alcuni obiettivi, ma rimangono ancora casi isolati. In conclusione viene evidenziata la necessità, per i diversi paesi europei, di adottare un piano strategico che riconosca la casa come diritto fondamentale e che mobiliti capitali e risorse per rispondere alla crisi abitativa, migliorando l’accessibilità e rinforzando i mercati immobiliari europei nel lungo termine.

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