Coinvolgere i propri dipendenti consente alle aziende di poter raggiungere dei traguardi molto importanti. Scopriamo cosa si intende con il concetto di employee engagement e come questo influisca sul benessere delle persone.
I cambiamenti che hanno contrassegnato e continuano a contrassegnare il mondo del lavoro di oggi, tra Grandi Dimissioni, talent shortage e quiet quitting, spingono le imprese a dover ripensare l’intero sistema lavorativo, al fine di creare degli ambienti più attrattivi e stimolanti.
Il mondo HR si trova, oggi, ad affrontare delle sfide sempre diverse, anche alla luce del fatto che solo un dipendente su due è pienamente soddisfatto della propria situazione lavorativa.
Percentuale che varia, in positivo, tra coloro che possono disporre di un piano di welfare aziendale: in tal caso, il livello di soddisfazione sale al 64%.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’ultima edizione dell’Osservatorio Welfare di Edenred Italia, che dimostrano come la soddisfazione lavorativa sia una priorità assoluta per i direttori delle Risorse Umane, strettamente legata alla capacità delle organizzazioni di utilizzare strumenti efficaci per promuovere il coinvolgimento dei dipendenti.
Ma cosa si intende per employee engagement oggi, come promuoverlo e quali strumenti usare? E quanto Edenred Engagement, la nuova piattaforma digitale di Edenred Italia, può dare un contributo pratico in tal senso?
Scopriamolo in questo articolo.
Indice dei contenuti:
Cos’è l’employee engagement e quanto incide sul benessere organizzativo
Il significato di employee engagement ha a che fare con il concetto di misura del coinvolgimento dei dipendenti verso l’organizzazione in cui lavorano. Ottenere un elevato livello di employee engagement significa riuscire a creare degli ambienti lavorativi in cui i dipendenti percepiscono di essere apprezzati e valorizzati in azienda: questo consente di ottenere prestazioni migliori, un alto livello di produttività e fidelizzazione oltre a una riduzione dell’assenteismo.
Come dicevamo, questo influisce sulla soddisfazione dei dipendenti che, in questo momento storico, in particolare per l’Italia, non è così alta.
Le aziende, per migliorare l’engagement dei lavoratori, possono mettere in pratica una serie di azioni concrete e premianti attraverso iniziative di gamification come contest, sfide, anche per favorire lo scambio di feedback tra dipendenti, al fine di incentivare comportamenti virtuosi e stimolare il confronto tra colleghi. A monte resta sempre molto importante fornire una formazione continua e ascoltare le richieste dei propri dipendenti per creare o mantenere un ambiente di lavoro in cui sia facile comunicare e diffondere le proprie idee.
Anche perché, come sottolinea una ricerca di BVA Doxa per Edenred del marzo 2024 condotta su 800 HR manager di aziende di varie dimensioni e 2000 lavoratori, emerge un evidente disallineamento tra le percezioni degli HR e dei dipendenti sui temi caldi legati all’area risorse umane.
I dipendenti mettono al primo posto (50%) l’attenzione al benessere mentre per gli HR al primo posto (48%) c’è la retention.
Si nota, inoltre, una leggera discrepanza tra l’importanza di riconoscere incentivi e gratificazioni: per i dipendenti questo è al secondo posto con il 48% delle preferenze contro il 32% degli HR che ritengono maggiormente prioritaria la talent attraction.
Al terzo posto per i dipendenti c’è poi il dare riconoscimenti, formali o informali per il lavoro svolto, come sottolinea il 48% degli intervistati che, invece, lato HR ha solo il 30% delle differenze.
Da questi numeri emerge come le direzioni HR e le aziende in generale siano, in effetti, ancora lontane dal percepire il lavoro e i bisogni dei dipendenti allo stesso modo in cui li percepiscono loro. Sebbene non siamo ancora arrivati ad un punto d’incontro, si nota comunque un iniziale movimento da parte delle aziende che vogliono attuare strategie di employee engagement che siano efficaci non solo in teoria, ma in modo concreto.
Resta ancora fondamentale mettere i dipendenti nella condizione di poter lavorare comodamente da casa, favorendo lo smart working così da bilanciare al meglio vita privata e lavorativa.
Ultimo, ma non meno importante, offrire employee engagement benefit attraverso un piano di welfare aziendale consente di coinvolgere attivamente i dipendenti e aumentare la loro motivazione, migliorando, in questo modo, il clima interno.
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Perché è importante l’employee engagement?
Investire sull’employee engagement in una società in continuo mutamento come la nostra, oggi risulta essere ancora più importante che in passato.
Un buon livello di coinvolgimento dei dipendenti consente di ottenere delle performance migliori: questo fa sì che le persone possano lavorare meglio e crescere, reinvestendo competenze all’interno dell’azienda stessa.
Al giorno d’oggi, infatti, è molto difficile riuscire ad attrarre e trattenere talenti. Un’indagine del 2022 della società di consulenza Deloitte, condotta su un campione di 14.808 persone appartenenti alla Generazione Z e 8.412 Millennials in 46 Paesi, sottolinea come 4 Generation Z su 10 e quasi un quarto dei Millennials siano propensi a lasciare il proprio posto di lavoro entro 2 anni. Inoltre, circa un terzo lo farebbe senza avere già trovato un altro lavoro, confermando, quindi, un generale livello di insoddisfazione.
Quello che emerge post pandemia è il crescente desiderio da parte delle persone di lavorare in un ambiente positivo ed inclusivo, in grado di mettere al centro i bisogni individuali dei propri dipendenti. La pandemia, infatti, ha ristabilito l’ordine delle priorità di tante persone, spingendole a dare maggiore importanza alla propria sfera personale.
Soprattutto le nuove generazioni mettono al centro il proprio benessere personale, anche a discapito di eventuali avanzamenti di carriera e, nel momento in cui si sentono insoddisfatte, decidono di abbandonare il proprio posto di lavoro.
Questo ha delle conseguenze importanti per le aziende, che si ritrovano a dover lavorare con meno personale e a ritmi più elevati, senza dimenticare che la sostituzione di una risorsa prevede costi di recruiting e selezione da parte degli HR, nonché l’investimento di tempo e personale per la sua formazione.
I driver dell’employee engagement
L’ottenimento di un buon livello di coinvolgimento dei dipendenti non è un’operazione casuale, ma è il risultato di una precisa strategia aziendale che ha come priorità la soddisfazione e la crescita delle persone.
Ma quali sono i driver che possono guidare l’employee engagement?
Indubbiamente un ruolo di fondamentale importanza è quello rivestivo dai manager, i quali devono essere in grado di incarnare e trasmettere i valori aziendali: i responsabili, infatti, hanno il compito di costruire con i propri dipendenti delle relazioni di valore, basate sulla fiducia e la stima reciproca. Come? Incoraggiandoli, dando loro consigli, feedback, sia positivi che negativi, riconoscendo i risultati raggiunti e aiutandoli a lavorare sulle proprie aree di miglioramento.
Un’altra leva molto importante è rappresentata dal concetto di empowerment, ovvero dall’opportunità per i dipendenti di prendere decisioni in autonomia, spingendoli ad esprimere sempre le proprie idee.
Ultimo, ma non meno importante, rafforzare il work-life balance, permettendo ai dipendenti di investire sulla propria carriera lavorativa, senza, tuttavia, rinunciare alla propria sfera personale e affettiva.
Le imprese, per riuscire a crescere veramente, devono dimostrare di essere in grado di mettere al centro i bisogni dei propri dipendenti, al fine di creare un ambiente di lavoro sereno e stimolante. L’employee engagement è un concetto complesso, ma è anche una risorsa imprescindibile per riuscire a raggiungere dei traguardi importanti.
Employee engagement e smart working
Lo smart working ben rappresenta il concetto di work-life balance menzionato più volte. Dopo l’arrivo del Covid-19 tante aziende, che prima non lo utilizzavano, si sono trovate a dover fare i conti con una situazione straordinaria che imponeva il ripensamento delle modalità lavorative.
Oggi, dopo tre anni dal primo lockdown, le imprese hanno finalmente capito la grande importanza di questo strumento: basti pensare che, tra le principali richieste delle nuove generazioni in fase di colloquio, compare proprio lo smart working e diversi giovani dichiarano di non accettare proposte di lavoro in cui non è previsto il ricorso a questa modalità.
La motivazione principale è da ricercare nel desiderio di poter risparmiare del tempo, che altrimenti verrebbe speso negli spostamenti casa-lavoro, per poterlo dedicare ad altre attività.
Pensiamo anche a quanto le nuove generazioni siano attente verso tematiche come la sostenibilità e il ricorso a modalità di spostamento che possano ridurre l’inquinamento. L’utilizzo dello smart working consente, infatti, di evitare che i dipendenti utilizzino quotidianamente l’auto o altri mezzi di trasporto collettivo e questo comporta numerosi benefici per l’ambiente.
Molte imprese stanno anche implementando delle politiche di mobilità aziendale all’interno dei propri piani welfare.
Introdurre un sistema di mobilità aziendale consente alle aziende di aumentare la soddisfazione dei dipendenti e il loro coinvolgimento, creando, in questo modo, un ambiente di lavoro più sano, felice e produttivo e agendo in ottica di talent attraction e retention.
Come migliorare l’employee engagement: strategie e strumenti
La prima strategia utile per migliorare l’employee engagement è lavorare sulla brand identity, rafforzandola, al fine di permettere ai dipendenti di identificarsi con i valori aziendali: in questo modo l’azienda può costruire un’immagine solida e, nel momento in cui le persone si riconoscono nell’identità della propria organizzazione, aumenta anche il loro senso di appartenenza.
Un altro modo per agire sull’enga