Comunicato Stampa - Prima donazione d’organo “samaritana” in Italia da dopo il Covid - A.I.D.O.

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COMUNICATO STAMPA

Prima donazione d’organo “samaritana” in Italia da dopo il Covid

La presidente Petrin: “Uno straordinario atto di solidarietà”

In merito alla notizia diffusa oggi dalla Regione del Veneto, relativa al trapianto “samaritano” riuscito tra Padova, Bologna e l’Aquila, la presidente nazionale di AIDO (Associazione Italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), la veneziana (di Mirano) Flavia Petrin dichiara:

“È una di quelle buone notizie che fa piacere apprendere. Da oltre 50 anni, come AIDO, promuoviamo la donazione post-mortem a fini di trapianto salvavita per persone che non hanno altra possibilità di cura. Ci fa tanto piacere sapere che qualcuno ha deciso di scegliere questo straordinario atto di solidarietà in vita e nei confronti della società. Oltre al risvolto molto concreto di aiutare chi attendeva il trapianto, è una spinta a diffondere quella cultura del dono che auspichiamo possa diventare sempre di più patrimonio della collettività. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile il triplice trapianto”.

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In una nota la Regione del Veneto ha ricordato che “una donazione d’organo “samaritana” avviene quando una persona perfettamente sana decide di donare un organo, in questo caso un rene, affidandolo alla Rete Nazionale Trapianti e permettendo così di salvare tre pazienti, a Padova, Bologna e L’Aquila. Il rene del samaritano è stato assegnato a un paziente in cura presso il Centro trapianti dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila. Un familiare del ricevente aquilano (incompatibile con quest’ultimo) ha donato a sua volta un rene che è stato assegnato a un paziente del Centro trapianti di rene del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Anche in questo caso un familiare del trapiantato ha donato un rene che è stato destinato a un paziente iscritto nella lista d’attesa ordinaria presso il Centro trapianti di Padova. In questo modo la catena di donazioni si è chiusa con la realizzazione di tre trapianti, tutti perfettamente riusciti.

“Una catena – ha sottolineato il governatore Luca Zaia – resa possibile dallo straordinario sincronismo con il quale hanno lavorato ben 110 operatori sanitari coinvolti tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del Centro Nazionale Trapianti diretto da un altro grande veneto come il dottor Giuseppe Feltrin, i coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia Romagna. La sanità veneta e italiana hanno dato un segnale forte di efficienza e capacità scientifiche e cliniche in un momento particolarissimo nel quale, purtroppo, in sanità fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. A tutti i protagonisti va il mio riconoscente grazie”.

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