Veneto Banca, fondi spariti e asset invenduti: Federcontribuenti ed Ezzelino da Romano chiedono chiarezza
Federcontribuenti e l’associazione Ezzelino da Romano sul piede di guerra: A chi conviene la paralisi sulla chiusura delle partite ancora aperte nella liquidazione di Veneto Banca? Perchè dal fondo del Mef sono spariti di 240milioni di euro promessi con grancassa mediatica e mai arrivati nelle tasche dei tanto truffati del crack bancario? A porre le due domande sono Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti e Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino da Romano.
“Siamo all’assurdo di una banca ormai defunta che non è riuscita tramite di commissari liquidatori a vendere tutti gli asset. Facci un solo esempio, quello più “ciccione”: Veneto Banca ha una quota importante di una società milanese che si chiama Ferak. Quelle quote andarono all’asta nel 2021, e si presentò con una offerta superiore ai 50 milioni, una sola società, la Pegaso Spa. Dopo tre anni c’è solo il silenzio circa l’intenzione o meno dei commissari liquidatori di incassare quella cifra, certo non piccola in una logica di ulteriore ristoro ai tanti che hanno subito le perdite sanguinose dello scoppio della banca. Perchè non si vende?”. A tale somma vanno aggiunti i 240 milioni di euro che rischiano di essere cancellati definitivamente, pur essendo previsti della piena attuazione della legge 30 dicembre 2018 n. 145 che istituì il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir).
“Chiediamo al ministro Giorgetti ed a tutti i parlamentari veneti di battere un colpo in questo senso – spiega Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino da Romano – se quel fondo non sarà confermato anche nel 2025 rischiamo la doppia beffa: di aver fatto correre gli ex azionisti di Veneto Banca verso una carota che poi viene fatta sparire. I sospetto che abbiamo è quello che quei fondi servano per andare a soccorrere i soliti noti, i player dell’automotive ad esempio. Ai signori Elkann vorremmo che i politici veneti dicessero per una volta “eh no amici cari, prima il Veneto”. O si tratta solo di uno slogan elettorale?”. “Speriamo che qualcuno risponda alle nostre sollecitazioni al Parlamento altrimenti – ironizza infine Marco Paccagnella – toccherà scrivere a Babbo Natale e magari anche alla procura di Treviso ed al Procuratore Generale di Venezia perchè dia una sveglia ai commissari liquidatori sulle partite aperte come Ferak e simili”.