Ma ai sacerdoti chi ci pensa? - Azione Cattolica Italiana

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Sul sostentamento dei sacerdoti spesso non c’è chiarezza. Se ne sentono di tutti i colori sul conto dei sacerdoti e del loro tenore di vita. «Li paga il Vaticano», «guadagnano un sacco di soldi», «si prendono le offerte che diamo in chiesa la domenica» … e si potrebbe andare avanti ancora un bel po’ con la fiera delle banalità e delle inesattezze. E invece le cose stanno in un altro modo, anche se spesso la gente non lo sa. 

I sacerdoti diocesani, quelli tra cui vengono scelti anche gli assistenti dell’Azione cattolica, sono affidati ai fedeli, secondo quanto è stato stabilito dalla revisione del Concordato firmata dalla Chiesa cattolica e dallo Stato italiano nel 1984, e diventata legge l’anno successivo. Sono ormai quarant’anni, dunque, che per provvedere al sostentamento dei sacerdoti i contribuenti italiani hanno a disposizione due strumenti: la firma per l’8xmille e le offerte deducibili.

Il primo di questi strumenti, come ben sappiamo, non costa nulla. Facendo la dichiarazione dei redditi abbiamo la facoltà di contribuire – con la nostra firma – alla destinazione dell’8xmille del gettito Irpef, scegliendo tra la Chiesa cattolica o le altre confessioni religiose che hanno sottoscritto un accordo con lo Stato, oppure lo Stato stesso. I fondi dell’8xmille possono essere usati dalla Chiesa per tre finalità, previste dalla legge 222 del 1985: il culto e la pastorale; le opere di carità, in Italia e nei paesi più poveri del mondo; il sostentamento dei sacerdoti

Le offerte deducibili

Ma per quest’ultimo scopo quella stessa legge prevede anche un secondo strumento, decisamente più impegnativo e denso di valore: le offerte deducibili

Ciascun contribuente può versare all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero una somma di denaro che poi, in sede di dichiarazione dei redditi, può essere “dedotta” (fino ad un massimo annuo di 1032,91 euro), ovvero contribuisce ad abbassare il reddito imponibile di chi sta pagando le tasse. 

Quel che viene donato entro il 31 dicembre, può essere dedotto nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Il gesto dell’offerta deducibile è un segno tangibile di riconoscenza verso i nostri sacerdoti ed è una testimonianza concreta di appartenenza alla stessa famiglia, quella della Chiesa cattolica. 

I sacerdoti si mettono a totale disposizione delle esigenze della comunità, senza risparmiarsi, ed è giusto che la comunità li sostenga adeguatamente. Quindi alla loro remunerazione (che per i sacerdoti appena ordinati ammonta a circa 1.000 euro al mese) non provvede il Vaticano e nemmeno lo Stato. E per le proprie necessità personali i presbiteri delle nostre parrocchie non possono attingere, se non per una percentuale minima, al frutto delle questue domenicali durante le celebrazioni. 

Naturalmente l’Istituto centrale per il sostentamento del clero, applicando i valori della perequazione e uguaglianza, non tratta tutti i sacerdoti allo stesso modo: quanti, tra loro, avessero già delle entrate provenienti, ad esempio, dall’insegnamento o da altri tipi di servizio alla collettività, ricevono solamente la somma eventualmente necessaria a raggiungere i 1.000 euro di cui dicevamo. 

La storia di don Michele

Per aiutare tutti a capire meglio queste cose, il Servizio per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica tiene costantemente aggiornato un sito web, www.unitineldono.it. All’interno ci sono splendide e significative testimonianze di assistenti dell’Azione cattolica, come quella di don Michele Zecchin. Cinquantotto anni e quasi trenta vissuti da sacerdote nell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. Oltre a essere assistente unitario dell’Azione cattolica diocesana è stato scelto dall’arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego come presidente della nuova Unità pastorale del Corpus Domini e di Sant’Agostino, per dare nuovo impulso alle parrocchie situate nella prima periferia a sud-ovest della città e perseguire in modo sinodale una nuova evangelizzazione. L’invito è quello di visitare il sito per approfondire l’impegno pastorale dei sacerdoti sul territorio e per segnalare nuove storie di comunità.

  • a cura del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica
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