Lo sport ha gli inverni contati? - Lundquist

Compatibilidad
Ahorrar(0)
Compartir

I cambiamenti climatici mettono a serio rischio il futuro delle discipline sulla neve: ecco cosa si può fare per affrontare questo delicato passaggio storico

Con buona pace degli scettici, il riscaldamento globale non accenna a diminuire, anzi. Il 2022 era stato l’anno più caldo dal 1850, poi il 2023 lo ha superato e il 2024 ha ulteriormente elevato il record.

In Piemonte l’inverno corrente è già stato classificato come il più caldo degli ultimi 70 anni, con una media di 4,5° C. A livello globale, facciamo i conti con temperature di 1,4° C più calde rispetto all’era preindustriale, mentre le previsioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) paventano addirittura il rischio di un +2,9° C entro la fine del secolo: un’autentica sciagura.

LA NEVE SI SCIOGLIE. E LE SPERANZE?

Col caldo abnorme, le località sciistiche patiscono la carenza di neve: nell’ultimo secolo si sono persi 36 giorni di copertura nevosa rispetto alla media dei 600 anni precedenti. In raffronto agli anni ‘80, abbiamo circa due settimane di neve in meno all’anno. In alcune località – come il Canada – si raggiungono picchi di 20/30 giorni di neve in meno.

PERCHÉ L’ITALIA È A RISCHIO

La metà delle attività sportive invernali nel nostro Paese si svolge a bassa quota, sotto i 1.300 metri, dove il clima è meno freddo. Negli ultimi 50 anni, i giorni in cui le Alpi sono state imbiancate sono diminuiti del 5,6% ogni decennio. Nei prossimi 20, secondo uno studio pubblicato su “Nature Climate Change” saranno completamente prive di un manto nevoso stabile. Già nei prossimi 14, a Cortina d’Ampezzo potrebbe diventare impossibile sciare. Nel corso del 2024 sono stati dismessi 260 impianti (11 in più rispetto al 2023), più 117 chiusi temporaneamente, 93 aperti a singhiozzo e ben 241 che sopravvivono solo grazie ai contributi pubblici (dati del rapporto “Neve diversa” di Legambiente).

Italia: variazioni climatiche 1951/2022

L’OPZIONE DELLA NEVE ARTIFICIALE

Gli ultimi anni sono stati critici, ma la neve artificiale si usa già da molto tempo. Scoperta per caso nel 1940, ha debuttato alle Olimpiadi invernali nell’edizione di Lake Placid 1980 e nell’ultima – Pechino 2022 – è arrivata a rimpiazzare del tutto quella naturale.

Generata da una miscela di acqua e aria compressa, la si può usare in ogni condizione climatica: infatti, i Giochi asiatici invernali del 2029 si svolgeranno nella caldissima Arabia Saudita. Lo stesso vale per il diporto: in oltre 120 impianti sparsi nel globo, si scia anche indoor, in tutte le stagioni.

LE CONTROINDICAZIONI AMBIENTALI

Pur non impiegando sostanze chimiche, la neve artificiale comporta un caro prezzo da pagare in termini di sostenibilità:

  • Consumo idrico: per l’innevamento di base di un ettaro si impiegano almeno 1.000 m³ di acqua e ancora di più se ne consuma per gli strati superiori. Alcuni fiumi nelle Alpi hanno perso fino al 70% dell’acqua trasportata, dopo l’introduzione dei cannoni da neve (dati WWF).
  • Costi energetici: per produrre un ettaro di neve artificiale servono circa 20.000 KW/h. Per tutto l’arco alpino si arriva a 600 GW/h, pari al consumo annuo di energia elettrica della città di Genova, che ha mezzo milione di abitanti (dati CIPRA).
  • Esborsi economici: i prezzi si collocano in una forbice tra i 3,5 e i 5 euro per m³ di neve, in base a diverse variabili.

Uso della neve artificiale nelle piste europee

L’ALTERNATIVA DELLO SNOWFARMING

È una tecnica sempre più diffusa: a fine inverno la neve viene accumulata e ricoperta con segatura, cippato di legno o teli isolanti, per essere conservata fino all’autunno successivo, anticipando l’inizio della stagione sciistica.

Questo metodo consente di garantire la presenza della neve in giorni specifici dell’anno, evitando quindi il rischio di rinviare attività ludiche o eventi sportivi. Non a caso, è stata usata anche alle Olimpiadi di Sochi 2014, visto che il costo delle gare rinviate è un altro effetto nefasto del Climate Change sugli sport invernali.

LE PISTE IN NEVE SINTETICA

A differenza di quella chiamata “artificiale”, non ha proprio niente di naturale: viene ricavata dal polistirolo oppure da altri materiali plastici. Nel primo caso è più simile alla neve vera, anche nel colore, mente negli altri differisce completamente anche sul piano estetico.

Il vero problema è l’impatto ambientale di questi polimeri, da sommare a un costo economico che si aggira intorno ai 300.000 euro a pista.

NUOVI MODELLI DI BUSINESS

Agli operatori a cui proprio non va giù la neve “forzata” non resta che cambiare modello di business e aprirsi al turismo all season, passando dagli sci alle mountain bike da downhill e ad altre attività che non richiedono piste imbiancate.

Per molte strutture, già oggi la maggior parte del fatturato viene realizzata al di fuori della stagione sciistica.

RENDERE LA SETTIMANA BIANCA PIÙ SOSTENIBILE: 6 CONSIGLI PRATICI

Laddove ancora resiste la neve naturale, bisogna proteggerla con comportamenti più responsabili:

  1. Optare per la mobilità dolce: circa il 75% delle emissioni di CO₂ in una settimana bianca è provocato dai viaggi di andata e ritorno: vanno preferite soluzioni sostenibili come il treno o il car sharing.
  2. Ridurre viaggi e kilometraggio: è meglio concentrare le vacanze sulla neve in uno o due periodi lunghi all’anno, invece che in più weekend. L’impatto ambientale è direttamente proporzionale alla distanza del luogo in cui ci si reca.
  3. Preferire la neve naturale e discipline soft: vanno sostenuti gli impianti che non forzano la natura, preferendo attività a basso impatto come sci alpino e ciaspolate.
  4. Scegliere strutture sostenibili: sono sempre più diffusi gli impianti nei quali si fa ricorso a fonti rinnovabili, locali o all’autoproduzione. L’uso di mezzi battipista a basse emissioni è un ulteriore plus. Nella scelta degli alberghi, vanno preferiti quelli che adottano scelte ecosostenibili come cibi a KM 0, fonti alternative per la riduzione di consumi di acqua ed energia e azioni compensative.
  5. Vestirsi in modo responsabile: il noleggio delle attrezzature da neve è particolarmente indicato: si usano soltanto per pochi giorni all’anno e in questo modo si possono provare in ogni stagione le ultime novità tecnologiche. Chi non riesce a rinunciare all’acquisto, può puntare sui prodotti realizzati con materiale riciclato da parte di numerosi brand specializzati.
  6. Usare rispetto e prudenza: rifiuti, cartacce, mozziconi di sigaretta e altre tracce del passaggio umano vanno assolutamente evitate, per non creare seri danni sia all’ambiente che alla fauna. Lo stesso vale per i fuoripista, che oltretutto mettono a rischio anche chi li pratica.

Detalles de contacto
Lundquist