È ispirata al sipario, il tessuto che storicamente separa il pubblico dal mistero della scena nel breve momento di attesa prima dell'inizio dello spettacolo, la mostra “Sipari”, presentata da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con Campogrande Concept, società bolognese specializzata nell'organizzazione di eventi e mostre, e che contaminerà alcuni degli spazi del Teatro Arena del Sole durante le giornate di Art City Bologna 2023 in occasione di Artefiera.
“Sipari”, che sarà inaugurata giovedì 26 gennaio alle ore 18.30, è un percorso espositivo di opere pittoriche d'arte contemporanea, che pone in dialogo i due artisti Sandra Zeugna e Fabio Iemmi con gli spazi del Teatro di via Indipendenza. Zeugna e Iemmi saranno presenti all'inaugurazione.
Dopo l'ultima e felice esperienza di collaborazione tra ERT e Art City Bologna, che nel 2020 ha presentato in prima nazionale lo spettacolo “La vita nuova” di Romeo Castellucci come special project, la mostra “Sipari” conferma e rafforza la volontà del Teatro Nazionale di lavorare in sinergia con le istituzioni culturali della città: un'apertura, non solo simbolica ma reale, delle porte dell'Arena del Sole al pubblico e alle diverse forme d'arte, nel segno di un teatro che si faccia luogo d'incontro, oltre il tradizionale orario serale. Uno spazio vivo in cui gli spettatori possano mescolarsi con gli artisti e avvicinarsi ancor più alle loro opere.
«La scelta del titolo della mostra dal latino “siparium” ovvero tenda – spiega la curatrice Daniela Campogrande Scognamillo – quella utilizzata negli intervalli per nascondere parte della scena e calata nel Teatro Arena del Sole di Bologna, vuole ovviamente omaggiare la splendida location che la ospita. I sipari, dal funzionale aspetto tecnico propedeutico alle attività della scena teatrale, hanno assunto nel corso del tempo un valore estetico e scenografico autonomo, integrato e tematico al progetto dello spazio fisico teatrale. Non è raro che essi stessi assurgano, per modalità realizzative, tessili pittoriche, allegoriche a vere e proprie opere d'arte che disvelano azioni artistiche spettacolari. I sipari svelano e si calano su momenti di emotività partecipata, sono diaframma tra materiale e immateriale, tra immaginario e immaginifico ed è in questo contesto che si attestano le opere di Sandra Zeugna e di Fabio Iemmi. Un percorso espositivo che prevede un allestimento attraverso opere di grande e medio formato, caratterizzate da tecniche miste sino ad arrivare a delle vere e proprie opere tessili».
Sandra Zeugna presenta grandi tele, dittici in qualche caso, che testimoniano il suo cammino graduale verso la conquista dello spazio. Una conquista che nasce dal desiderio di portare alla massima dilatazione pittorica ciò che negli anni passati si era già rilevata come un'intuizione attraverso espressioni di nuclei ridotti ed estremamente condensati. Allo stesso tempo, è il segnale di una maturazione che non è solo di carattere semantico ma anche di carattere formale. La sua pittura è autonoma ed allo stesso tempo memore delle soluzioni linguistiche dell'espressionismo astratto e del postmoderno, che prende corpo nella tensione tra figura e frammentazione portata fino alle estreme conseguenze. Un'ambiguità che cattura l'attenzione e costringe alla riflessione. La sua ricerca è rivolta ad uno dei grandi temi del mondo contemporaneo, alla disumanizzazione della vita sociale ed individuale. Nel centro del suo lavoro c'è la creatura umana, la lacerazione che la dilania emblematicamente, ermeticamente indicata dai lacerti anatomici più o meno evidenti. Al segno che si dilata in dinamiche linee di fuga si accompagna il colore enucleato in zone sulle ampie campiture a base tonale, o bitonale, che rappresentano lo spazio fisico e quello sociale. Su questi grandi spazi, a volte, insistono con fermezza inserti di un colore impastato con forza, dai toni incisivi, allusivi che aumentano l'effetto drammatico delle composizioni. E, con l'uomo, a soffrire, sono gli animali, la terra, il cielo, tutta la natura. Un messaggio severo che si sforza di cogliere un immane scontro tra forze gigantesche, contrapposte: il bene e il male, la rassegnazione e la speranza. In questo senso Sandra Zeugna si colloca nel prosieguo di un espressionismo che continua ad essere per molti artisti il linguaggio più adatto a narrare le vicissitudini di un tempo inquieto ed inquietante come il nostro. Lontana da ogni compiacimento, la pittrice triestina compie con coerenza un ulteriore passo in avanti. Vive e lavora a Monfalcone.
Fabio Iemmi basa la propria ricerca sulla materia. Il lavoro relativo alla “pelle” dell'architettura costituisce un corpus importante nelle sue modalità espressive. Calci, inerti, pigmenti, ossidanti naturali e trattamenti di superficie sono caratterizzanti le sue opere mobili o gli apparati che realizza direttamente su setti murari. La pittura di Iemmi è di matrice astratta, anche se codici riconoscibili caratterizzano alcuni cicli pittorici. Predilige l'affresco e la pittura su intonaco e le opere richiedono accorgimenti tecnici e conoscenze specifiche per poterne garantire efficacia nel corso del tempo. Il rapporto spazio-tempo-materia e l'estetica insita nella materia stessa sono linee guida del suo lavoro artistico. Opere che mutano come mutano le opere realizzate su muro. Superfici alcaline, basiche, pigmenti minerali, metalli, terre naturali, ossidanti, pietre dure, risentono del contesto ambientale e dello scorrere del tempo. Tratte da sue opere materiche crea inoltre a telaio opere tessili. Le modalità di tessitura sono possibili attraverso la realizzazione di cartoni informatici dove è possibile governare contesto, impalcato, filati. Predilige la tecnica jacquard dove fronte e retro si traducono in due restituzioni di equivalente intensità. Superando l'antinomia tra tecniche storiche e modalità contemporanee, le ultime opere sono direttamente connesse al repertorio delle pietre dure. La storia della pittura e delle tecniche su muro ne sono testimoni. Malachite, azzurrite, lapislazzuli, corniole, onici, corallo fossile… sono un contributo alla meraviglia del colore e alla vibrazione della materia in presenza di luce naturale o artificiale. Attraverso una ricerca iniziata intorno al 2001, reperisce blocchi di pietre dure o materiali di risulta delle lavorazioni delle pietre semipreziose, che attraverso mulini artigianali macina e porta alla dimensione di inerti a differenti granulometrie. Utilizzate in purezza o come inerti, costituiscono l'impronta guida degli ultimi lavori pittorici e su muro. Avendo ricoperto ruoli specifici in progetti europei e percorsi legati ai criteri dell'Accessibilità Universale e della fruizione per tutti dei beni culturali, ha creato ambienti olfattivi, tattili e cromatici, non solo finalizzati a una estetica intrinseca alla qualità dei manufatti realizzati, ma vere e proprie guide plurisensoriali, come i progetti “vietato non toccare” (UNISI) e “Archaeology Without Barriers” (UE). Una sorta di taumaturgia del colore e dei cristalli. Vive e lavora a Reggio Emilia.
Sabato 4 febbraio, alle ore 16.30, in occasione di ArtCity Bologna White Night 2023, Monsignor Stefano Ottani visiterà la mostra accompagnato dalla curatrice Daniela Campogrande Scognamillo. A seguire, prenderà parte ad una tavola rotonda con gli artisti sul tema "Tavoli di parole. Arte, Materia e Trascendenza". Al termine dell'incontro, Sandra Zeugna proporrà un'azione dimostrativa attinente alle sue tecniche pittoriche, Fabio Iemmi terrà un tavolo di lavoro dove vedere e toccare le materie che hanno dato vita alle opere esposte e il designer Pietro Travaglini presenterà, infinte, in anteprima nazionale due nuove creazioni. Ingresso Libero.
La mostra è aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2023, da martedì a sabato con orario 11.00-14.00 e 16.30-19.00, 3 e 4 febbraio ore 10.30-14.30 e 16.30-22.00 e tutti i giorni negli orari di spettacolo. È possibile organizzare visite guidate per gruppi o associazioni con gli artisti, contattando danielacampograndebo@gmail.com. Per informazioni: https://bologna.emiliaromagnateatro.com/.