Sanità, i servizi territoriali “abbandonati” dall’Asp di Catania: dai ritardi sulle apparecchiature, ai pc obsoleti, fino alla banale mancanza di carta igienica – FISMU

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SANITÀ, I SERVIZI TERRITORIALI “ABBANDONATI” DALL’ASP DI CATANIA: DAI RITARDI SULLE APPARECCHIATURE, AI PC OBSOLETI, FINO ALLA BANALE MANCANZA DI CARTA IGIENICA

LA DENUNCIA DI COSIMO TROVATO, RESP. SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI FEDERAZIONE ITALIANA SINDACALE MEDICI UNITI (IN UIL-FPL)

23 luglio – Il Responsabile Specialistica Ambulatoriale della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-FISMU (in UIL-FPL), Cosimo Trovato, denuncia lo stato di “abbandono” dei servizi sanitari territoriali nella provincia di Catania, nei poliambulatori metropolitani e periferici, e lancia un appello alle forze politiche, all’opinione pubblica e ai mezzi di informazione affinché l’Asp cambi rotta e intervenga.  

Per Cosimo Trovato: “Nell’Azienda catanese non si vede una programmazione per i poliambulatori territoriali, ma si viaggia a vista. Il ricambio delle apparecchiature avviene a macchia di leopardo, un esempio: la richiesta di un nuovo eco-cardiografo, fatta da circa due anni, non è ancora stata evasa. E i medici, con grossi sacrifici, sono costretti ad operare con un’apparecchiatura ormai vetusta. Stesso discorso con i computer e le stampanti  in uso, che sono ormai logore e obsolete: spesso si guastano e la manutenzione latita. Ci chiediamo che cosa succederà quando partirà (davvero) il fascicolo elettronico e la cartella digitalizzata: è facile prevedere un flop! L’assurdo e il grottesco: spesso non è assicurata non solo la carta per stampare ma neppure, più prosaicamente, la fornitura della carta igienica”.

 “Infine – continua – il nodo della presa in servizio degli Specialisti che avviene con tempi biblici, con grave nocumento per una adeguata organizzazione dei servizi e quindi per i cittadini”.

 Quindi Trovato conclude, sottolineando: “Abbiamo una seria preoccupazione: a Catania come si affronteranno i grandi cambiamenti della sanità pubblica quando dovranno andare a regime le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità? Strutture finalizzate ad essere la prima linea dell’assistenza, il filtro per le patologie croniche, anche contro l’intasamento  dei Pronto Soccorso, e che si candidano al grande rilancio del Territorio. Allo stato attuale, con queste premesse, non crediamo che questa scommessa per la salvezza del Servizio Sanitario Pubblico universale si possa vincere; usando una metafora è come un boscaiolo che va far legna senza accetta”.

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