Vi è mai capitato di provare un’emozione intensa osservando una mappa? Spesso non ci rendiamo conto di quanto i luoghi che attraversiamo ogni giorno siano legati ai nostri sentimenti. Eppure, ogni luogo ha una storia emotiva da raccontare. In questo articolo vi parliamo di Mnemosyne, la nostra versione della mappatura emotiva. Mnemosyne è un format che porta alla luce le esperienze vissute e il potere delle emozioni nel creare connessioni.
Cos’è una mappa emotiva?
Ma partiamo dalle basi. Cos’è una mappatura emotiva? Non è solo una rappresentazione geografica, di quelle cui siamo abituati, ma un modo per raccontare le storie e le emozioni legate a un luogo e fonderlo con la rappresentazione grafica del luogo stesso. A differenza di una mappa tradizionale, che si limita a segnare strade, luoghi rilevanti e confini, le mappe emotive organizzano informazioni più profonde: i ricordi, i sentimenti, le esperienze personali di chi vive o ha vissuto in quel luogo. Creare una mappa emotiva significa raccogliere racconti, esperienze e punti di vista per costruire una narrazione collettiva che restituisca non solo lo spazio fisico, ma soprattutto quello emotivo.
Mnemosyne, la mappatura emotiva secondo Effetto Larsen
Mnemosyne nelle aziende e nelle organizzazioni
Le applicazioni nei contesti sociali
Mnemosyne ha trovato applicazione anche all’interno di contesti sociali complessi. Uno degli esempi più significativi è stato Cu’N’Fu, il progetto realizzato nel quartiere Mirafiori Sud a Torino, dove abbiamo usato Mnemosyne per mettere in dialogo due generazioni: i giovani tra i 20 e i 30 anni e gli anziani tra i 70 e gli 80 anni. Attraverso la mappa emotiva, queste due generazioni hanno condiviso le loro esperienze di vita nel quartiere, scoprendo punti di incontro che fino a quel momento non avevano mai avuto modo di esplorare. La mappa è diventata un ponte tra passato e presente, un’opportunità per ascoltare e riconoscere l’importanza delle storie vissute in quegli spazi.