Il Digiuno: Beneficio o Rischio? Dipende da come lo definiamo - Fondazione Valter Longo Onlus

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Rispondere alla domanda “Il digiuno fa bene o fa male?” non è semplice senza una chiara definizione di cosa si intenda per digiuno.

Termini come digiuno intermittente, alimentazione limitata nel tempo, digiuno a breve o lungo termine e digiuno religioso sono ormai diffusi sia nella letteratura scientifica che nella cultura popolare.

Negli ultimi vent’anni, l’interesse per il digiuno è cresciuto esponenzialmente. Gli scienziati ne studiano gli effetti su salute, invecchiamento e longevità, mentre un numero sempre maggiore di persone cerca di beneficiare dei risultati di queste ricerche. Tuttavia, la mancanza di una terminologia chiara e univoca genera confusione, complicando il confronto tra studi e creando difficoltà anche nella pratica clinica.

Per risolvere questa problematica, un recente studio pubblicato su Cell Metabolism ha presentato il primo consenso internazionale sulla terminologia del digiuno. Il risultato è frutto di un lavoro congiunto tra esperti di tutto il mondo e offre una base comune per comprendere e studiare questa pratica.

Lo Studio e il Metodo

Il consenso è stato raggiunto utilizzando il metodo Delphi, una tecnica strutturata che permette di ottenere accordi tra esperti. Al progetto hanno partecipato 38 specialisti, che attraverso cinque round di sondaggi hanno definito 24 termini chiave legati al digiuno. Tra questi esperti naturalmente è presente anche il Prof. Longo, esperto di fama mondiale che studia tale argomento da oltre trent’anni.

Ecco alcune delle definizioni più rilevanti emerse dal consenso:

  • Digiuno: termine generico che comprende l’astensione volontaria da tutti o alcuni alimenti, con o senza bevande, per motivi religiosi, culturali, preventivi, terapeutici o altri.
  • Digiuno secco: astensione totale da cibi e bevande, inclusa l’acqua.
  • Digiuno liquido: consumo esclusivo di bevande per un periodo definito. Sono ammessi succhi di frutta o verdura, brodi vegetali (fino a 500 kcal al giorno), tisane non zuccherate e acqua, ma sono esclusi i liquidi ultra-processati.
  • Digiuno totale: nessun apporto calorico per un periodo specifico.
  • Digiuno modificato: l’apporto calorico non supera il 25% del fabbisogno giornaliero.
  • Restrizione calorica intermittente: alternanza tra periodi di restrizione calorica e alimentazione libera.
  • Digiuno intermittente: sottocategoria della restrizione calorica intermittente che prevede periodi di digiuno ripetuti, fino a un massimo di 48 ore consecutive.
  • Digiuno breve: durata di 2-3 giorni.
  • Digiuno prolungato: durata di almeno 4 giorni consecutivi.

Il Contributo della Dieta Mima-Digiuno e della Limitazione Oraria dei Pasti

Tra i protocolli discussi, particolare attenzione è stata data ai regimi studiati dal Prof. Valter Longo e che fanno parte della Dieta della Longevità:

  • Dieta mima-digiuno: classificata come un regime speciale, induce effetti metabolici simili al digiuno pur consentendo fino a 1.000 kcal al giorno per 3-7 giorni. 
  • Limitazione Oraria dei Pasti (Time-Restricted Eating, TRE): digiuno che coincide normalmente con le ore notturne, senza restrizioni caloriche durante le ore di alimentazione. Per essere considerato TRE, il digiuno deve durare almeno 14 ore al giorno, anche se per molte persone 12 ore possono essere già sufficienti. Molti, ad esempio, lo praticano già, semplicemente cenando presto (esempio: si finisce di fare cena alle 20:30 e si fa colazione alle 8:30). Questa tipologia di digiuno in particolare, così come le altre, deve essere personalizzata a seconda delle caratteristiche individuali e cliniche di ciascuno.

Implicazioni e prospettive future

L’unificazione della terminologia sul digiuno rappresenta un traguardo fondamentale per la standardizzazione della ricerca scientifica e della pratica clinica. Grazie a queste definizioni, sarà possibile confrontare meglio i risultati degli studi e promuovere ulteriori ricerche di alta qualità.

Il consenso prevede una revisione delle definizioni entro cinque anni, garantendo che rimangano aggiornate con le scoperte scientifiche e le esigenze cliniche. 

Il consenso prevede una revisione delle definizioni entro cinque anni, garantendo che rimangano aggiornate con le scoperte scientifiche e le esigenze cliniche.

Conclusioni

Il digiuno è una pratica antica, oggi riscoperta e al centro di un crescente interesse scientifico. La chiarezza terminologica non è solo una questione accademica, ma un passo cruciale per sfruttare al meglio il potenziale del digiuno nella prevenzione e nel trattamento delle malattie croniche, oltre che per migliorare la salute generale.

Grazie a questo consenso, ricercatori e medici dispongono ora di una base comune per esplorare e applicare con maggiore efficacia questa affascinante strategia alimentare.

Referenza: https://www.cell.com/cell-metabolism/fulltext/S1550-4131(24)00269-9 

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Claudia Mangano