Al via la campagna referendaria in Veneto - SPI CGIL Veneto

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Con l’Assemblea delle assemblee generali del 18 febbraio è partita ufficialmente anche in Veneto la campagna per i referendum su lavoro e cittadinanza

È partita anche in Veneto la campagna per i 5 referendum 2025. L’occasione è stata l’assemblea regionale di tutte le strutture della Cgil del Veneto del 18 febbraio, a cui hanno partecipato centinaia di delegate/i e pensionate/i provenienti da tutto il territorio e da tutti i settori lavorativi.

All’ordine del giorno c’è stata la campagna per i quattro referendum sul lavoro e per quello sulla cittadinanza che saremo chiamati a votare in una data – non ancora definita dal Governo – tra aprile e giugno. Sul palco le testimonianze di lavoratrici e lavoratori le cui vite sono strettamente legate ai temi dei referendum: precarietà, licenziamenti, appalti e subappalti, sicurezza sul lavoro, diritti di cittadinanza. Un modo per far capire quanto la vittoria dei sì inciderebbe concretamente sulle vite di milioni di persone in tutta Italia.

Sostegno ai referendum è arrivato dal regista Andrea Segre, che in un videomessaggio ha ribadito la sua vicinanza e il suo impegno per i temi referendari.

Tiziana Basso, Segretaria generale Cgil Veneto: “Questi 5 referendum sono più che mai attuali anche nella nostra regione. Abbiamo un aumento esponenziale della precarietà, i nuovi occupati sono somministrati, a termine e spesso part time involontari. Abbiamo l’aumento delle crisi aziendali e della perdita del posto di lavoro a cui segue la perdita dei diritti acquisiti. Abbiamo un tessuto produttivo fatto di microimprese, e il tema della precarietà e dei licenziamenti è molto sentito dai lavoratori. Abbiamo poi la questione della cittadinanza che riguarda bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole ma anche tantissime lavoratrici e lavoratori occupati regolarmente che devono attendere molto, troppo, questo documento. Noi pensiamo che per una questione di giustizia sociale questa norma vada modificata”.

Daniela Barbaresi, Cgil Nazionale: “Questi cinque sì serviranno a riconoscere il diritto al lavoro e alla sicurezza, per fermare la precarietà e garantire diritti e tutele a chi lavora e per riconoscere la cittadinanza per chi in questo paese vive. Ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose esercitando il proprio diritto di voto in questo straordinario esercizio di democrazia”.

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