Nepal, dopo le alluvioni - Italia Caritas

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Il Nepal è spesso colpito da alluvioni devastanti che causano vittime e danni enormi ad abitazioni, mezzi di sostentamento e infrastrutture, in particolar modo in aree abitate da famiglie e comunità che vivono già in condizioni di particolare fragilità

I numerosi fiumi che attraversano il Paese nascono dalla catena montuosa dell’Himalaya, attraversano le colline del Mahabharat e del Churia e scorrono infine verso le pianure del Tarai: il Karnali, il Narayani, il Saptakoshi, il Bagmati, il Mahakali sono tra i fiumi con maggiore portata.

Durante la stagione dei Monsoni, da giugno a settembre, le piogge intense riversano sui ripidi pendii himalayani grandi quantità d’acqua, che scorrono rapidamente e aumentano la portata dei fiumi in modo repentino. La situazione è aggravata dalla massiccia deforestazione, che riduce la capacità del suolo di assorbire l’acqua, aumenta l’erosione del terreno e il ruscellamento superficiale. La forte pendenza dei letti fluviali accelera il flusso dell’acqua, aumentandone la forza erosiva e il trasporto di sedimenti e detriti, anche di grandi dimensioni.

La deforestazione accresce anche il rischio di frane che, oltre a causare gravi danni in maniera diretta, riversano ulteriori detriti nei fiumi, incrementando così la capacità distruttiva delle alluvioni. In alcuni casi le frane creano dighe naturali che, cedendo poi in maniera improvvisa, rilasciano grandi volumi d’acqua difficili da gestire.

Tra il 26 e il 29 settembre 2024, piogge intense e continue hanno causato numerose alluvioni e frane in tutto il paese.

A complicare il quadro, il riscaldamento globale sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai himalayani, incrementando il volume d’acqua dei fiumi in estate, e aumentando il rischio di alluvioni causate dal cedimento improvviso di laghi glaciali.

Nelle pianure, i fiumi in piena trovano lo spazio per esondare e sommergere aree molto vaste, vincendo la debole resistenza di strutture di contenimento del tutto insufficienti. Le coltivazioni vengono sommerse, privando intere comunità della loro unica fonte di sostentamento, e l’accesso a servizi essenziali come l’educazione e le cure sanitarie diventa estremamente difficile.

La situazione è aggravata dalla massiccia deforestazione, che riduce la capacità del suolo di assorbire l’acqua, aumenta l’erosione del terreno e il ruscellamento superficiale.

Tra il 26 e il 29 settembre 2024, piogge intense e continue hanno causato numerose alluvioni e frane in tutto il paese. Più di 200 persone hanno perso la vita, oltre 500 case sono state distrutte e più di 800 sono state gravemente danneggiate, insieme a numerose attività produttive e infrastrutture.

Caritas Italiana ha visitato alcune comunità colpite, dove acqua e detriti rocciosi hanno sommerso o spazzato via case e campi coltivati, uccidendo persone e bestiame. Non è facile rendersi davvero conto della potenza distruttrice di questi eventi: gli abitanti del luogo raccontano un paesaggio completamente diverso dalla distesa di pietre e polvere su cui oggi camminano. Solo alcune case parzialmente sepolte dai detriti o quasi completamente distrutte aiutano a immaginare la portata della devastazione. Affacciandosi alle porte e alle finestre, è possibile osservare quello che un tempo era lo spazio sicuro di una famiglia, diventato ora una macabra rovina esposta alla compassione o alla curiosità di chi passa.

Senza casa e senza acqua, coltivazioni o bestiame, e isolati a causa delle strade impraticabili, molti sopravvissuti si trovano a dovere ricostruire la propria vita senza avere i mezzi per farlo. Alcuni trovano rifugio da parenti o amici, altri cercano di rendere vivibile quel che resta delle loro abitazioni o si arrangiano con ripari di fortuna. C’è chi prova a reinventarsi per guadagnarsi da vivere e chi decide di emigrare alla ricerca di nuove opportunità, esponendosi a sfruttamento e abusi.

Caritas Nepal ha risposto immediatamente, fornendo beni di prima necessità e supporto alle comunità colpite. Inoltre, ha avviato progetti per riabilitare le attività produttive, garantendo un minimo di sostentamento alle famiglie. Adesso è il momento di fare il passo successivo.

Nella provincia di Bagmati, la più colpita, Caritas Italiana e la Delegazione Caritas della Lombardia accompagneranno Caritas Nepal nella costruzione di 50 abitazioni transitorie, 50 bagni, 50 strutture di supporto per attività di sussistenza, oltre a 5 impianti idrici e 10 interventi di mitigazione su piccola scala. Saranno organizzati corsi di formazione per 20 muratori sulla costruzione di abitazioni resilienti, e i membri delle comunità coinvolte saranno retribuiti per il loro contributo alla ricostruzione. Caritas Nepal elaborerà anche un piano locale per la resilienza ai disastri e ai cambiamenti climatici e promuoverà campagne di sensibilizzazione sulla preparazione a inondazioni e frane, attraverso laboratori teatrali e iniziative mediatiche in spazi pubblici e scuole.

Queste comunità dovranno lavorare duramente per ricostruire le loro case e le loro vite. Dovranno trovare il coraggio di guardare avanti, portando con sé le ferite profonde lasciate dalla tragedia. Ma non saranno sole: Caritas Nepal e Caritas Italiana cammineranno al loro fianco, aiutandole a ritrovare speranza tra le macerie e a riprendere il controllo del loro futuro.

Aggiornato il 03/03/25 alle ore 11:44

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