15 Anni della Legge 38/2010: un pilastro per le Cure Palliative

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Il 15 marzo 2010 entrava in vigore in Italia la Legge 38/2010, che ha sancito il diritto a un’assistenza qualificata in ambito palliativo e nella terapia del dolore. A 15 anni di distanza, AISLA ne sottolinea il valore e rilancia l’impegno per garantire a tutti l’accesso a cure adeguate e rispettose della dignità della persona.

Un passo avanti per la dignità della persona

La Legge 38/2010, frutto di un processo iniziato nel 1999, che aveva avviato un programma nazionale per le cure palliative e la realizzazione degli hospice, è stata una delle prime in Europa a sancire il diritto all’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, promuovendo un approccio universalistico e rispettoso dell’uguaglianza delle persone. Grazie alla Legge 38, la sofferenza non è più considerata un destino inevitabile, ma una condizione da affrontare con interventi mirati e sistematici in ogni fase della malattia e in tutti i contesti assistenziali.

Le innovazioni introdotte

La normativa ha rivoluzionato il settore con alcune innovazioni chiave:

  • Ridefinizione dei modelli assistenziali, rendendoli più efficaci e accessibili.
  • Creazione di specifiche reti assistenziali, per garantire un supporto continuativo e multidisciplinare.
  • Attenzione alla specificità pediatrica, con percorsi dedicati ai più piccoli.
  • Semplificazione dell’accesso ai farmaci per la terapia del dolore, riducendo la burocrazia per i pazienti e le famiglie.

Il ruolo dell’informazione e della sensibilizzazione

La Legge 38/2010 non si è limitata a definire i diritti dei pazienti, ma ha anche previsto campagne istituzionali per informare i cittadini sulle possibilità di accesso ai servizi di cure palliative e terapia del dolore. Tuttavia, a 15 anni di distanza, la piena attuazione di questi principi richiede ancora un impegno costante da parte delle istituzioni, delle associazioni e dei professionisti del settore.

L’impegno di AISLA per il diritto alle Cure Palliative

AISLA è da sempre in prima linea per garantire alle persone con SLA l’accesso a cure palliative adeguate, fondamentali sin dalla diagnosi. La Legge 38/2010 rappresenta un pilastro per il diritto alla terapia del dolore e alle cure palliative, ma il suo pieno riconoscimento richiede un impegno continuo.

L’imprevedibilità della SLA è differente da persona a persona e mai univoca.” – ha commentato la dott.ssa Daniela Cattaneo, medico palliativista AISLA “Bisogna investire in un legame empatico con gli esperti delle cure palliative. La sinergia con un team specializzato può delineare percorsi personalizzati per il benessere della persona, offrendo un supporto che riduce l’eventualità di ricoveri urgenti o di emergenza”.

Le cure palliative nella SLA non intervengono sull’evoluzione della malattia, ma mirano ad alleviare la sofferenza fisica, psicologica ed esistenziale, tutelando la dignità della persona, come sancito dagli articoli 2 e 32 della Costituzione. “La SLA è una malattia inguaribile, ma curabile”: prendersi cura significa personalizzare l’assistenza, anticipare le future disabilità e rispettare le volontà del malato, come previsto dalla Legge 219/2017 sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento, con lo specifico strumento della pianificazione condivisa delle cure.

Nel quindicesimo anniversario della Legge 38, AISLA ribadisce il proprio impegno affinché questo diritto non sia solo riconosciuto, ma pienamente garantito, ponendo sempre la persona al centro delle cure.

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Elisa Longo