Comunicato stampa
20 marzo 2025
L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) condanna con fermezza la brutale pratica della “Galoufa”, che da oltre un secolo continua a mietere vittime tra i cani e i gatti randagi in Algeria. Un metodo di cattura e uccisione di animali senza dimora anacronistico e crudele, davanti al quale non possiamo rimanere in silenzio.
Gli animali randagi, considerati portatori di malattie, vengono catturati e rinchiusi in gabbie sovraffollate senza cibo né acqua per giorni; poi, cosparsi di acqua, sono sottoposti a elettrocuzione, affrontando una morte lenta e dolorosa. In altre occasioni, cani e gatti vengono abbattuti o avvelenati indiscriminatamente, sopportando sofferenze atroci prima del decesso. I loro corpi, spesso insieme a esemplari ancora agonizzanti, vengono gettati in fosse comuni o inceneriti.
Nonostante l’esistenza di alternative etiche ed efficaci per il controllo della popolazione randagia – tra cui programmi di sterilizzazione e vaccinazione – le autorità algerine continuano a ignorare le richieste di cambiamento avanzate da associazioni animaliste e cittadini sensibili al tema. Le proteste degli attivisti locali sono sistematicamente represse, e gli appelli a un approccio più umano rimangono inascoltati.
“Questa pratica non solo è inaccettabile dal punto di vista etico, ma si rivela anche inefficace nel lungo termine – dichiara Massimo Pradella, Presidente OIPA International Onlus – L’eliminazione cruenta dei randagi non risolve il problema, al contrario di sterilizzazione e vaccini – che ad oggi rappresentano le uniche soluzioni concrete e civili per gestire la popolazione canina e felina.”
L’OIPA ha inviato una lettera di protesta alle autorità algerine, tra cui il Presidente Abdelmadjid Tebboune, il Primo Ministro Nadir Larbaoui e la Presidente del Consiglio Economico, Sociale e Ambientale, Rabéa Kharfi, chiedendo l’immediata cessazione di queste pratiche barbare e l’adozione di politiche più civili, attente al benessere degli animali.
Invitiamo tutti i cittadini a unirsi alla nostra protesta e a inviare una mail alle istituzioni algerine compilando l’apposito form, affinché questa barbarie abbia finalmente fine. Insieme possiamo fare la differenza.
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