Multe pesanti dal Garante per la Privacy per l'uso invasivo del "GPS" - redigo.info

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Con il provvedimento n. 11 del 16 gennaio 2025, il Garante per la protezione dei dati personali ha inflitto una sanzione ad un’azienda di autotrasporto per aver monitorato illegalmente circa 50 dipendenti durante il loro orario di lavoro tramite un sistema GPS installato sui veicoli aziendali.

Le ispezioni hanno rivelato che il sistema GPS tracciava continuamente i dati di localizzazione, velocità, chilometraggio e stato dei veicoli, senza rispettare le normative sulla privacy riguardanti il controllo a distanza, come previsto dall’art. 114 del D.lgs. 196/2003, e in modo non conforme alle disposizioni stabilite dall’autorizzazione rilasciata dall’Ispettorato territoriale del Lavoro.

Inoltre, l’indagine ha riscontrato gravi carenze nelle informazioni fornite ai lavoratori, inclusa l’assenza di dettagli sulle modalità del trattamento dei dati e l’impossibilità di identificare direttamente i conducenti dei veicoli geolocalizzati. L’autorizzazione dell‘ITL, infatti, prevedeva l’anonimizzazione dei dati e l’adozione di soluzioni tecnologiche per limitare la raccolta di dati personali non necessari o eccedenti rispetto agli scopi di sicurezza e organizzazione aziendale.

Oltre a ciò, è stato accertato che i dati raccolti venivano conservati per più di cinque mesi, contravvenendo ai principi di minimizzazione e limitazione della conservazione dei dati previsti dal Regolamento UE 2016/679.

Alla luce di queste violazioni, oltre ad una multa di 50.000 euro, il Garante ha ordinato all’azienda di fornire un’informativa adeguata ai dipendenti e di allineare i trattamenti dei dati effettuati tramite il sistema GPS alle prescrizioni stabilite nell’autorizzazione rilasciata dall’ITL.

Questa situazione rappresenta un avvertimento per tutte le aziende che impiegano sistemi di geo-localizzazione o altre tecnologie sui veicoli industriali per monitorare i propri autisti. Il Garante ha sottolineato che “la privacy sul luogo di lavoro è un diritto non trattabile” e che ogni trattamento dei dati deve essere lecito, proporzionato, trasparente e, soprattutto, adeguatamente documentato in modo chiaro per i soggetti coinvolti.

Redazione redigo.info

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