Se i numeri hanno sempre ragione – e qui, in questo caso, alla Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, parlano chiaro sulla composizione dell’Assemblea stessa; 1008 partecipanti di cui: 168 vescovi, 7 cardinali, 252 sacerdoti, 34 religiosi, 17 diaconi, e ben 530 laici (253 uomini e 277 donne e circa un centinaio di Ac) –, è anche vero che il clima e lo stile che si sono respirati dicono più delle statistiche.
Che non vanno ignorate, ovviamente. Perché, prima tra le Chiese europee, quella italiana si presenta per decidere il proprio futuro – pastorale ma anche progettuale e profetico – con la metà dei partecipanti laici. Non è un dettaglio da poco. I tradizionali zucchetti rossi e violacei dei pastori si (con)fondono con i colori diversi e sparpagliati del multi verso popolo di Dio che ha deciso di partecipare al Cammino sinodale in modo diretto, senza fronzoli, dialogando, e in ultima analisi, “dicendo la sua”.
Una Chiesa sinodale
Se la Chiesa “istituzione” si apre con fiducia al popolo di Dio nella direzione della sinodalità, sotto la spinta profetica di papa Francesco, allo stesso tempo deve essere pronta – è un cammino lungo che è iniziato anni fa – a recepire questo affetto profondo che viene dal suo popolo – “dal suo gregge”, direbbe sempre Francesco –, questo amore incondizionato che mette insieme l’esuberanza dei giovani e il loro coraggio e la sapienza degli adulti che tengono in vita le parrocchie. Una Chiesa silenziosa e operosa, solidale e profetica, giovane e innovativa, che si è formata in questi anni di post Covid a resistere alle chiese che si svuotano, alla crisi delle vocazioni sacerdotali e alle parrocchie diventate ormai luoghi nei quali si dispensano solo i sacramenti. Una Chiesa di laici e pastori che assume un linguaggio nuovo dove la franchezza e la voglia di fare non possono più essere accantonate.
In spirito di condivisione
Così, in un’Assemblea dove il popolo di Dio ha preso la parola e si è fatto sentire, in una dialettica vera e fraterna dove, come è normale che sia, non sono mancate le sottolineature, i suggerimenti per migliorare il testo, il «non siamo d’accordo». In un’ottica profetica. Si parla, si discute, si prendono posizioni, ma in uno spirito di condivisione e in un’ottica sinodale.
E quindi? Appuntamento al 25 ottobre prossimo, per una terza sessione dell’Assemblea sinodale. Ci sarà tempo di condividere, preparare e infine scrivere meglio il testo delle Proposizioni che sono state fatte oggetto di critiche (sempre costruttive) e di fatto rimandate al voto. Allo stesso tempo, l’Assemblea generale della Cei di maggio è stata collocata a novembre, proprio per dare spazio al contributo di tutti. Riceverà quindi un nuovo testo emendato e votato e lo sintetizzerà in un documento.
I temi discussi
I temi discussi? Il testo delle Proposizioni, in tutto 38 pagine, è diviso in tre sezioni, la prima delle quali preceduta da una introduzione generale che si intitola Perché la gioia sia piena. Le Proposizioni che l’Assemblea ha ritenute prioritarie nell’attuazione della pastorale hanno riguardato molti aspetti della vita delle Chiese.
Il rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e delle prassi ecclesiali (accompagnamento delle persone in situazioni affettive particolari; chiese locali e ambienti educativi; accompagnamento personale dei giovani); il rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e delle prassi ecclesiali (promozione locale dello sviluppo umano integrale e cura delle persone fragili nelle Chiese locali); la formazione missionaria e sinodale dei battezzati (formare gli adulti alla maturità della fede attraverso la Parola di Dio e percorso nazionale rinnovato di Iniziazione cristiana); la formazione missionaria e sinodale dei battezzati (formazione integrale dei formatori e formazione permanente comune degli operatori pastorali); La corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità (responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne e l’obbligatorietà dei consigli pastorali).
Un’assemblea generativa
Mons. Castellucci ha detto che è stata un’Assemblea “generativa”: «abbiamo vissuto dei giorni davvero “spirituali”, non solo nei momenti di preghiera, ma anche in quelli di dialogo, dibattito, confronto e ricerca di consenso. L’azione dello Spirito, infatti, non mira al livellamento e all’uniformità, ma alla comunione, che è armonia delle diversità e ricerca di una sintesi superiore».
In questa ricerca di sintesi e armonia delle diversità la Chiesa italiana si avvia a continuare il Cammino sinodale. Certi che la profezia non avvisa mai, ma quando arriva ci riempie di gioia.