Women's EuroBasket, la prima fase: brillano le tre teste di serie e... le Azzurre - Federazione Italiana Pallacanestro

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24 Giugno 2025

Pronostici della vigilia ampiamente rispettati, tranne che nel girone di Bologna. È la sintesi di quanto accaduto nei gironi della prima fase di EuroBasket Women che hanno visto le big fare le big, con qualche patema d’animo qua e là, e le outsider non andare oltre qualche spavento creato. Tranne, appunto, al PalaDozza che ha visto l’unica testa di serie eliminata, ovvero la Serbia, e l’unica della quarta fascia passare il turno, la Lituania. Siccome il nostro girone lo abbiamo vissuto tutto fino in fondo, diamo un’occhiata a quello che è successo altrove e come arrivano le altre sei qualificate ai quarti.

Dopo 3 partite la Francia è il miglior attacco del torneo: su questo dato hanno vagamente inciso i 111 punti rifilati alla Svizzera… Le transalpine hanno vissuto un esordio complicato contro la Turchia, dovendosi giocare la vittoria fino all’ultimo possesso dopo aver visto i sorci verdi, per poi battere la Grecia con un secondo tempo di autorità e infine asfaltando le elvetiche con il maggior scarto nei tornei del XXI secolo e il più ampio dal +79 dell’URSS al Belgio ad Euro 1976. Ovviamente tutte le statistiche, sia di individuali che di squadra, sono da prendere con le molle vista la passeggiata nell’ultima gara ma restano comunque dei dati chiari e che danno un’idea di quanto le vice campionesse olimpiche siano considerabili tra le favorite. Per esempio il tiro da 3 che viene usato tanto e bene, preceduto spesso da una circolazione di palla veloce ed efficace. Oppure la versatile produzione offensiva dell’ex Schio Janelle Salaün, top scorer ad oltre 20 di media, o la presenza a rimbalzo dell’ex Virtus Iliane Rupert sia in attacco che in difesa. Sarà la volta buona per raggiungere un titolo che manca dal 2009?

Ci sono due dati sulla Turchia che dicono tanto di che tipo di squadra sia e dunque anche di che avversaria si troverà di fronte l’Italia. Innanzitutto è la miglior squadra a rimbalzo e non può essere altrimenti con Teaira McCowan che ne prende 13.7 a partita ed Elif Bayram che ne prende 9.7, in due fanno metà del lavoro. Squadra fisica, con lunghe che non sposti facilmente e che rappresentano un appiglio costante per il resto del team, tutt’altro che profondo. Sono sette le giocatrici in doppia cifra di minutaggio e tutte sopra i 20 minuti, segno che le rotazioni di coach Memnun non sono corte, sono ridottissime. Gerarchie chiare, punti di riferimento predefiniti, un sistema che per ora ha pagato.

Tra le favorite quella che è andata più in scioltezza di tutte è senza dubbio il Belgio. Portogallo, Montenegro e Repubblica Ceca hanno opposto la resistenza che potevano mettere in campo contro una squadra che ha cambiato pochissimo dall’Europeo vinto due anni fa e che si è presentato in condizioni fisiche e mentali super. Un vero e proprio momento di sbandamento non l’hanno ancora avuto e anche solo per causarlo l’impressione è che ci voglia un aiuto divino. Divina come sempre è Emma Meesseman, capitana e leader tecnica e istituzionale a 18 punti e 7.7 rimbalzi di media e pure 5.7 assist. Attorno a lei ruotano le compagne che comunque non stanno a guardare e contribuiscono, un nome su tutte Kyara Linskens. Anche il Belgio ruota poco, otto ragazze più spiccioli per le altre quattro: facile pensare che non cambierà strategia nella fase ad eliminazione diretta.

Numeri alla mano, dietro Francia e Belgio la miglior difesa del torneo è quella della Repubblica Ceca. Certo, il valore delle avversarie del girone è stato nel complesso inferiore rispetto a quello delle azzurre e quindi andando oltre le stats non si può non citare la difesa italiana come la migliore in assoluto. Ma resta comunque il valore delle ceche che hanno tenuto a bada con autorità Portogallo e Montenegro e reso la vita non semplice al Belgio. Attingendo a piene mani dalla panchina, la Cechia non ha una avuto una giocatrice di riferimento – anche se ad una Eliska Hamzova così non si rinuncia a cuor leggero… – ma tante protagoniste diverse che hanno portato il loro contributo. Sempre ben presenti a rimbalzo, le ceche sono con merito ai quarti.

Tra le favorite della vigilia qualificate alla fase ad eliminazione, quella che ha dovuto sudare di più per prendersi il primo posto è la Spagna. In tranquillità con la Gran Bretagna, scrollatasi di dosso dopo tre quarti più complicati del previsto la Germania, le iberiche hanno dovuto sudare molto più delle sette camicie proverbiali per avere ragione della Svezia. L’attacco non gira spesso a dovere ma quando lo fa fa male soprattutto quando riesce ad andare in campo aperto dopo una palla recuperata, scenario che la squadra di coach Mendez genera spesso. Poi se hai una veterana come Alba Torrens che di smettere di fare canestro non sa proprio come si faccia (13 punti di media pur non tirando bene da 3), ecco che i problemi che possono apparire si risolvono più facilmente.

Ultima qualificata ai quarti in ordine di tempo, la Germania ha mostrato un attacco fluido e ben equilibrato e una difesa che quando vuole sa essere impenetrabile. Non è una sorpresa: questo gruppo è in gran parte reduce da un sesto posto due anni fa all’Europeo e da un settimo posto olimpico, quindi è rodato e in grado di navigare in acque tempestose. Battute bene Svezia e Gran Bretagna, lottato con orgoglio con la Spagna, le tedesche hanno due punti di riferimento in Leonie Fiebisch (14.3 punti e 7.3 rimbalzi) e Luisa Geiselsoder (16.7 punti e 7 rimbalzi) senza sottovalutare i 7 assist di media di Alexis Patterson. Chi vuole fare strada dovrà fare i conti con questa Germania.

Dario Ronzulli

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