I 20 anni del Zentrum Paul Klee, progettato da Renzo Piano | Rizzoli Education

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Chi compie 20 anni nel 2025 ha un bellissimo modo in più per festeggiare: visitare gratuitamente il Zentrum Paul Klee di Berna

È una delle tante iniziative che il centro artistico-culturale, unico nel suo genere, ha messo in campo per celebrare il 20° anniversario dall’inaugurazione del 20 giugno 2005. Un ricco programma di attività ed eventi aspetta i visitatori a partire da mostre di alto livello come Kosmos Klee. La collezione che offre una panoramica cronologica dell’opera artistica di Klee e, a partire dal 7 novembre, Anni Albers. Constructing Textiles che celebra l’artista tessile Anni Albers, una grande signora dell’arte moderna allieva di Klee al Bauhaus.

E poi appuntamenti speciali dedicati alla musica, alla letteratura, alla divulgazione artistica e al progetto agricolo Fruchtland. 

COME NASCE IL ZENTRUM PAUL KLEE?

L’intenzione di costruire un centro dedicato all’opera di Paul Klee risale al momento della donazione alla città di Berna, da parte degli eredi dell’artista, di gran parte della collezione, avvenuta fra il 1997 e il 1998 e vincolata all’impegno del Cantone di Berna a realizzare il museo. Negli stessi anni anche la Fondazione Paul Klee cede altre 2.600 opere dell’artista, raccogliendo complessivamente il 40% della sua intera produzione. 

Committente del progetto diventa la Fondazione Maurice e Martha Müller, che nel 1998 ne assicura il finanziamento. Il museo nasce, quindi, su commissione di due mecenati collezionisti, Maurice Müller, chirurgo ortopedico di fama mondiale, e la moglie Martha che oltre ai finanziamenti mettono a disposizione un terreno nella periferia est della città vicino al cimitero dove è sepolto Paul Klee. 

I coniugi Müller pongono solo una condizione: progettare e costruire molto più di un semplice museo. Immaginare un  centro di arte e cultura in grado di rispecchiare la complessità e l’interdisciplinarità della produzione di Paul Klee, pittore, ma anche musicista, scrittore e insegnante. Uno spazio polivalente nel quale l’educazione all’arte e alla creatività fosse importante, per gli adulti come per i bambini. 

Ecco perchè il Zentrum Paul Klee, nel suo insieme, oltre alla funzione espositiva, cui è dedicato un terzo della superficie totale (oltre 4.000 mq), comprende anche un auditorium, sale congressi, caffetteria, un bookshop, spazi per l’attività didattica rivolta ai bambini e zone di deposito per la conservazione delle opere non esposte. 

IL PROGETTO DI RENZO PIANO

Sono gli stessi mecenati a scegliere la figura a cui affidare il progetto. Il professor Müller  aveva infatti tra i suoi pazienti il pianista Maurizio Pollini, caro amico di Renzo Piano. Quando si tratta di selezionare un architetto, la scelta risulta ovvia. Müller invita Renzo Piano a visitare il luogo ed ecco dalle sue parole cosa succede: “È venuto, si è seduto a osservare lo spazio e si è entusiasmato, perché ha trovato una situazione paesaggistica veramente eccezionale. Immediatamente ha ipotizzato di creare tre nuove ‘colline’. Poi mi ha assicurato che in tre giorni mi avrebbe inviato una sua idea di progetto e, in effetti, è stato di una puntualità estrema. Il fatto straordinario è che ho ritrovato nei suoi disegni tutti gli elementi di cui mi aveva parlato durante la visita”. 

(Leggi qui la conversazione completa con  Maurice Müller)

Quando viene coinvolto nel progetto, Renzo Piano è già una delle figure più importanti e influenti dell’architettura internazionale. Raggiunto il successo sulla scena mondiale negli anni 70 con l‘avveniristico Centre Georges Pompidou di Parigi, nel 1981 ha fondato il Renzo Piano Building Workshop da cui nascono negli anni progetti come la riqualificazione del Lingotto a Torino e del Porto Antico di Genova, l’Auditorium Parco della Musica a Roma, lo Shard a Londra o ancora il recente Ponte San Giorgio di Genova

L’architettura di Renzo Piano si distingue per la leggerezza, l’uso innovativo dei materiali e l’attenzione al contesto paesaggistico e sociale. Il Zentrum Paul Klee ne è l’emblema: l’impatto percettivo complessivo è impostato sul rapporto tra costruito e natura e nel progetto prende forma non solo l’edificio in sé, ma tutta l’area circostante.

L’ARCHITETTURA: UNA SCULTURA PAESAGGISTICA

Renzo Piano progetta e crea una scultura paesaggistica inondata di luce, realizzata in vetro e acciaio, che con le tre iconiche colline si fonde con il paesaggio della campagna fuori Berna.  Ispirandosi alle attività di Klee come pittore, musicista, insegnante e ricercatore, ognuno dei tre colli dell’edificio ha un focus diverso.

Il padiglione a nord è il più grande e misura 70 x 75 m occupando una superficie ampia 5.250 mq con un’altezza di 21 m: ospita l’ingresso con la caffetteria, l’auditorium dotato di un’acustica eccellente per la musica e lo spazio Creaviva con aule per le attività proposte ai bambini.

La costruzione centrale ha dimensioni 55 x 70 m, per una superficie di 3.850 mq e un’altezza di 14 m: contiene la collezione permanente e gli spazi per le esposizioni temporanee. 

Il padiglione a sud, più piccolo, misura 40 x 60 m, per un totale di 2.400 mq e un’altezza di 12 m: vi si trovano gli uffici, una grande biblioteca, l’archivio e il centro di ricerca.

Le tre colline sono collegate dalla Museumstrasse, liberamente accessibile, che corre parallela all’autostrada. L’autostrada, che delimita il lotto di costruzione con una profonda incisione, è stata deliberatamente incorporata nel progetto di Piano come “linea di vita della civiltà”.  Sul retro del Zentrum Paul Klee si trova un campo agricolo. I depositi d’arte e gran parte della tecnologia del museo si trovano sotto questo campo, nei piani interrati.
Online è disponibile una visita virtuale del Zentrum Paul Klee.

MATERIALI E FORME

Dal punto di vista tecnico, il museo è un capolavoro di ingegneria in acciaio. Le onde sono costituite da una struttura portante in acciaio curvato, composta da archi metallici lamellari, che sostengono il peso della copertura e ne determinano l’andamento sinusoidale. Le facciate sono in gran parte vetrate, ma dotate di sistemi di schermatura solare e filtraggio della luce, per garantire le condizioni ottimali di conservazione delle opere.

L’edificio è semi-interrato: gran parte degli spazi museali si trovano al di sotto della linea del suolo, contribuendo a ridurre l’impatto visivo e migliorare l’isolamento termico. Il complesso si estende su una superficie di circa 16.000 m², ma grazie alla sua configurazione ondulata e all’uso del verde, appare perfettamente integrato nel sito. Nel suo insieme evoca i paesaggi di molti dipinti e disegni di Paul Klee, in particolare l’opera “Monument im Fruchtland” dove la tassellatura della superficie richiama quella dei campi coltivati. Per approfondire leggi l’articolo della Fondazione Renzo Piano.

LA TUTELA DEL PATRIMONIO ARTISTICO 

Nonostante le grandi dimensioni del complesso la collezione permanente di Paul Klee non viene esposta interamente, ma con una rotazione da 120 a 150 opere per motivazioni logistiche e di tutela: da una parte gli spazi espositivi non sono sufficienti ad ospitare l’enorme collezione, dall’altra le opere di Klee sono molto sensibili alla luce, poiché l’artista utilizzava inchiostri e carte delicati, che lasciati per troppo tempo alla luce perderebbero lucentezza o diventerebbero più fragili. I dipinti esposti vengono perciò messi a riposo ogni sei mesi nel deposito. 

UN’ICONA SOSTENIBILE

A vent’anni dall’apertura il Zentrum rimane un esempio virtuoso di architettura sostenibile: la struttura sfrutta la luce naturale, è parzialmente interrata per ridurre l’impatto ambientale e utilizza materiali locali e riciclabili. il prato intorno  è sempre stato coltivato e i visitatori hanno la possibilità di assaggiare e di acquistare i prodotti agricoli nel ristorante o nello shop del museo.

Il museo nasce e vive come ponte tra arte e natura secondo una visione del mondo sostenibile, responsabile e olistica, più attuale che mai. 

BIENNALE 2025

Come dimostra la Biennale di Venezia 2025, 19a edizione della Mostra di Architettura dal titolo Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva, che si concentra proprio sul tema della sostenibilità con particolare attenzione all’economia circolare e alla resilienza climatica. Dice Carlo Ratti, curatore della Biennale: “Le nostre creazioni hanno sempre cercato di colmare il divario tra un ambiente ostico, degli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo bisogno e il tipo di vita che vogliamo vivere. Oggi, mentre il clima diventa meno clemente, questa dinamica viene portata a un nuovo livello. L’architettura deve ricollegarsi alla sua lunga storia di adattamento e ripensare il modo in cui progettiamo per un mondo ormai alterato”.

Per dare concretezza a queste affermazioni Carlo Ratti ha lanciato il Manifesto di Economia Circolare che invita ad affrontare le sfide principali dell’ambiente a partire dalla stessa Biennale, costruendo padiglioni e spazi sostenibili, eliminando sprechi e rigenerando i sistemi naturali per promuovere un’architettura circolare e duratura, in armonia con il pianeta.

Sullo sfondo di tutto questo si staglia l’idea di architettura come laboratorio di idee e pratiche al servizio della società e dell’ambiente in cui la società vive, come progettazione coraggiosa in grado di offrire un’eredità sostenibile duratura: vent’anni fa anche i fondatori del Zentrum Paul Klee condividevano questa visione.

PER APPROFONDIRE

  • Per trattare l’argomento in classe, scarica la scheda operativa Leggere l’opera
  • Come video introduttivo in classe o materiale da utilizzare nella Flipped Classroom.
  • Faccia a faccia con l’architetto – Intervista a Renzo Piano sulla genesi dell’opera a cura della regista Maria Teresa de Vito.
  • Per approfondire la sostenibilità della struttura leggi l’articolo di Finestre sull’arte 
  • Sul tema della sostenibilità alla Biennale dell’architettura approfondisci qui e qui.
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Andrea Padovan