Il Rapporto I-Com sull’innovazione energetica quest’anno è giunto alla diciassettesima edizione.
Dai prezzi energetici arrivati a livelli inimmaginati, si è passati a un’altrettanta imprevista volatilità e a un deteriorato contesto geopolitico dove, anche vicino alla sempre più vecchia Europa, le armi sono tornate mezzo di (non) risoluzione dei conflitti, ancor più dello scorso anno.
Legittimo dunque chiedersi cosa succederà alla transizione ambientale ed energetica. Sarà rallentata? Chi ne sosterrà i costi? Quanto saranno diffusi i benefici? Si crede, tuttavia, che indipendentemente da quanto costerà, la transizione sarà guidata dall’innovazione, che aiuterà anche a contenerne i costi.
Nello studio si forniscono spunti utili per una riflessione periodica sia sulla direzione presa dall’innovazione in materia di energia e di ambiente, sia sul posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi nella ricerca e nello sviluppo in campo energetico. Un’innovazione non solo tecnologica, ma anche di norme, prassi e abitudini che sovente sono un fattore determinante perché le nuove tecnologie prendano piede.
Alle consuete analisi dei brevetti energetici, elettrici, della mobilità elettrica e delle start up energetiche, si affiancano il ruolo delle industrie nel sistema energetico integrato, l’innovazione ed efficienza per il settore residenziale nonché l’intelligenza artificiale, con un focus sulla gestione dell’energia e sul digital twin. Lo studio continua l’analisi su competenze e formazione specifica necessarie alla transizione energetica e sull’energia dallo spazio, considerando che nei prossimi anni le questioni extra-atmosferiche ci riguarderanno parecchio.