L’edizione 2025 del Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism conferma, almeno per quanto riguarda il mercato del Belgio, quello che già delineava, con la forza dei numeri misurati in una maggiore quantità di Paesi, l’edizione dello scorso 2024. I lettori apprezzano l’informazione on line quando è gratuita, ma nel momento in cui l’editore desidera, legittimamente, passare all’incasso, quei contenuti sono molto meno appetibili. In Belgio, solo il 16% dei consumatori paga per avere accesso alle informazioni on-line. Più precisamente, la percentuale è del 14% se riferita al mercato francofono, e del 17% se riferita al mercato fiammingo. E questa differenza, minima, nel rifiuto a mettere mano al portafoglio per acquistare contenuti on line, è a sua volta significativa, ove si pensi che le due aree linguistiche belghe sono separate da percentuali ben più elevate quando si tratta degli atteggiamenti nei confronti dell’industria dei media. A titolo di esempio, solo il 35% dei francofoni afferma di fidarsi dei mezzi di comunicazione, contro il 51% dei fiamminghi. Ma a mettere d’accordo le due aree ci pensa il digitale, un canale nel quale in pochissimi sono disponibili a spendere soldi, con buona pace dall’area linguistica di appartenenza.
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